I delitti del Barlume 2022 non perde un colpo. Dopo aver inglobato, la scorsa stagione, la pandemia nella trama mostrando personaggi in lockdown, quarantena fiduciaria o incollati dietro lo schermo di un pc, anche stavolta la serie diretta da Roan Johnson non si fa sfuggire il legame con l'attualità. Le mascherine sono entrate a far parte della nona stagione e i personaggi le mettono e tolgono entrando e uscendo dai locali proprio come accade in questa "nuova normalità" che stiamo vivendo (ci auguriamo ancora per poco). Qualcuno sfoggia perfino un po' troppa noncuranza come l'Emo Bandinelli di Alessandro Benvenuti, il cui barbone lo costringe a utilizzi anomali dell'oggetto in questione.
Se la pandemia prosegue, l'estate a Pineta non sembra poi così diversa dal passato. Roan Johnson e gli sceneggiatori Ottavia Madeddu, Davide Lantieri e Carlotta Massimi tornano ad attingere ai gialli di Marco Malvaldi in un nuovo bagno di toscanità e di satira sempre più pungente, come evidenzia la nostra recensione de I delitti del BarLume 2022, produzione Sky Original coprodotta con Palomar. I due nuovi episodi, Compro Oro e A Bocce Ferme, in prima assoluta su Sky Cinema, e in streaming su Now, lunedì 17 e 24 gennaio, si caratterizzano per un profluvio di battute e situazioni al limite del paradossale quanto e forse ancor più che in passato. Se Compro oro è una storia liberamente ispirata al mondo del BarLume, A Bocce Ferme rielabora il romanzo di Marco Malvaldi del 2018 mantenendo ferma l'idea di un'indagine su un delitto avvenuto a Pineta 40 anni fa.
Compro oro
A Pineta c'è aria di crisi, ma stavolta non è tutta colpa di Massimo Viviani. Il nevrotico barista interpretato da Filippo Timi è al centro della nona stagione per la mossa azzardata che dà il la all'episodio. Dopo un anno di convivenza platonica con sfumature carcerarie (per via del lockdown, ovviamente) con la Tizi (Enrica Guidi) e il piccolo Ampelino, Viviani matura l'idea di chiedere alla sua coinquilina di sposarlo. Dopo essersi recato al Compro Oro del siciliano Vito Cannavò e aver acquistato un anello, Viviani riceve un epocale due di picche a cui reagisce con una delle sue scenate. Il barista fa le valigie e lascia (per sempre?) la casa di Tizi. Quando però si reca a restituire l'anello, rinviene il cadere di Cannavò, freddato da un colpo in testa.
Il popolo di Pineta ormai ha imparato a reagire con humor ai delitti che puntualmente si verificano nella cittadina toscana. E carico di gag è l'episodio in questione, che vede la povera commissaria Vittoria Fusco (Lucia Mascino) assediata dai poliziotti inetti Cioni (Daniele Marmi) e Govoni (Guglielmo Favilla), dal Viviani, che ovviamente bussa alla sua porta in cerca di ospitalità, e dalla "coppia letale" che ormai si è consolidata, quella formata dall'assicuratore Pasquali (Corrado Guzzanti) e dal questore Tassone (Michele Di Mauro). Anche tra i bimbi c'è maretta. Emo Bandinelli si comporta decisamente in modo strano, camuffandosi con uno spolverino nero e cercando di convincere i tre amici Aldo (Massimo Paganelli), Gino (Marcello Marziali) e Pilade (Athos Davini) ad accompagnarlo in montagna in pieno luglio. Come se volesse sfuggire a qualcuno. Forse alla coppia di americani che si è palesata all'improvviso al Barlume? Quale che sia la soluzione del mistero, l'episodio Compro oro ci regala un Alessandro Benvenuti in grande spolvero, che si ritrova addirittura coinvolto in alcune scene d'azione e oltre al proverbiale humor fiorentino è costretto a sfoderare le proprie abilità fisiche. Ma solo per questa volta.
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A bocce ferme
Il secondo episodio della nona stagione si apre con un funerale in pompa magna, con tanto di fanfara e bimbi in tenuta hawaiana. il morto è l'industriale Alberto Corradi, compagno di bisbocce di Aldo, Emo, Pilade e Gino nella loggia del cinghiale e padre di Matteo, giovane rampante candidato al Parlamento con la destra. In apertura di testamento, Alberto Corradi rivela di essere responsabile della morte del patrigno, avvenuta quarant'anni prima. Rivelazione shock che manda in tilt Pineta. E mentre il figlio Matteo si attiva per tamponare il danno d'immagine conseguente alla confessione postuma, i bimbi sospettano che si tratti dello scherzo finale dell'amico defunto. Ma a Pineta si consuma un ulteriore dramma. Mentre Viviani si rode il fegato per aver perso Tizi, lei, finalmente libera, riallaccia il discorso sentimentale interrotto con Beppe (Stefano Fresi), non senza sensi di colpa nel provare un sentimento per il fratellastro del padre di suo figlio.
Se la nona stagione vede il ritorno della centralità del personaggio di Filippo Timi, mossa che legittima l'attore umbro a dare spazio al suo repertorio di gag, tic e scene madri, questa figura debordante stimola tutto il cast a marcare le proprie interpretazioni. Il tutto sottolineato dalla regia di Roan Johnson che firma questo episodio con l'aiuto di Milena Cocozza, collaboratrice storica del BarLume e dei Manetti Bros. Mentre il Viviani si consuma di gelosia per la Tizi e Beppe, il suo riavvicinamento alla Fusco, costretta a ospitarlo nel seminterrato, riporta in primo piano la sua centralità nella risoluzione delle trame gialle grazie al suo intuito investigativo. E se i quattro bimbi conservano il loro spirito goliardico e le loro battute fulminanti, in questo secondo episodio il duo Pasquali-Tassone si rivela addirittura debordante. Riuscirà Pineta a sostenere a lungo le conseguenze del loro operato?
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Squadra che vince non si cambia, ma si amplia
Come riesce una serie formulaica come I delitti del BarLume a resistere al passare degli anni e a una concorrenza sempre più agguerrita? La risposta sta nell'incredibile lavoro di squadra e nella freschezza delle idee. Gli ingredienti del BarLume sono sempre gli stessi, idem la struttura degli episodi - con qualche eccezione - eppure il pubblico che ogni gennaio si sintonizza su Sky per godersi le nuove indagini non accenna a stancarsi. Merito di un team affiatatissimo, che dimostra di divertirsi sul set prima di divertire il pubblico, ma anche di un genere che, evidentemente, non passa mai di moda. Nell'inventarsi nuove indagini, il team di autori attinge a piene mani all'opera di Marco Malvaldi mettendoci del proprio, e i riferimenti all'attualità lo dimostrano. Ma I delitti del Barlume si caratterizza anche per una trama orizzontale che evolve di pari passi con i cambiamenti e la maturazione dei personaggi.
La nona stagione mostra una crescita del personaggio di Filippo Timi che, nella sua follia, sviluppa una maggior capacità di comprensione degli altri rispetto al passato. Ma non sono pochi i personaggi che vanno incontro a una certa evoluzione, realtà evidente soprattutto nel secondo episodio, A bocce ferme, che ci regala qualche breve confronto presente/passato in forma di brevi flashback. Come confermano i nuovi episodi, quello del BarLume si rivela un format vincente, perfino inossidabile. Tra le novità degne di nota si segnala, per la prima volta, la scelta di usare poster disegnati, e non fotografici, che coinvolgono l'estro del fumettista Giacomo Bevilacqua, autore di A panda piace.
Conclusioni
Più scatenata che mai, la nona stagione de I delitti del BarLume si caratterizza per una maturazione dei personaggi e per un tono ancor più marcatamente comico e irriverente rispetto al passato. Alla rinnovata centralità del personaggio di Filippo Timi si aggiunge un Alessandro Benvenuti decisamente in forma che traina le gag dei bimbi. Non mancano misteri da risolvere, che turbano la quiete di Pineta, né sorprese nella narrazione.
Perché ci piace
- Ridere della pandemia è possibile se lo si fa con garbo e intelligenza.
- I personaggi creati dalla penna di Marco Malvaldi diventano sempre più irresistibili a ogni nuova stagione.
- La verve comica si fa più piccante e irriverente.
Cosa non va
- Si ride e tanto, con una raffica di battute come quelle presenti nella serie è inevitabile che qualcuna risulti forzata.
- Alcune interpretazioni risultano sempre più macchiettistiche.