Alabama, 1992: i fratelli Breeze e Will Rutledge sono traumatizzati dalla morte del padre, ucciso mentre cercava di proteggerli dalla forza distruttiva dell'uragano Andrew. Oggi i due si parlano a malapena, con Breeze che si è arruolato nei Marines e ora svolge vari lavoretti per guadagnarsi da vivere, mentre Will fa il meteorologo. I due dovranno appianare le loro divergenze per aiutare un'amica in comune, l'agente del Tesoro Casey Corbyn, quando il posto di lavoro di lei viene preso di mira da una banda di rapinatori. E come se non bastasse, la regione sta per essere colpita da un nuovo uragano, classificato come Categoria 5, il più pericoloso di tutti...
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Premesse da multiplex
Negli ultimi dieci anni il modo di concepire i film per il grande pubblico è alquanto cambiato, in particolare per quanto riguarda il concetto della "star". Se in passato la scelta di un protagonista come Tom Cruise o Will Smith era sostanzialmente la garanzia di un incasso superiore ai 100 milioni di dollari nei soli Stati Uniti (non a caso proprio i due attori citati sono noti anche per il record del maggior numero di campioni d'incasso consecutivi in America), oggigiorno la cosa è molto più complessa. Lo stesso Cruise fatica a raggiungere le vette di prima quando non recita nei sequel di Mission: Impossible e Smith, dopo un paio di flop di non poco conto, si è piegato alle logiche del mercato accettando una parte in Suicide Squad, uno dei capitoli del franchise basato sui fumetti della DC Comics, apparendo poi in Bright, un blockbuster made in Netflix (e sulla piattaforma di streaming continua a mietere successi Adam Sandler, un attore che fino a qualche anno fa riusciva a portare in sala i propri fan senza sforzarsi troppo).
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Oggi sono le premesse ad attirare l'attenzione del pubblico, non gli attori protagonisti, e la forza di determinati brand è legata a franchise specifici (Marvel, DC, Star Wars, Harry Potter, eccetera), alcuni studios (Pixar, Blumhouse) e, eccezionalmente, qualche regista il cui nome è diventato un marchio di fabbrica (Christopher Nolan su tutti). In un panorama simile non era illecito pensare che un film come Hurricane - Allerta uragano, il nuovo lungometraggio di Rob Cohen (The Fast and the Furious), avesse tutte le carte in regola per fare una figura discreta al box office statunitense, al netto di una concorrenza di un certo peso (è arrivato nelle sale subito dopo Black Panther, esempio del discorso di cui sopra della forza di certi brand). Se venduto nel modo giusto, un thriller dove le convenzioni di heist movie e disaster movie si incontrano è esattamente il tipo di entertainment che il pubblico può andare a cercare per distrarsi in compagnia un sabato sera (già il titolo, sia in originale - The Hurricane Heist - che in italiano, è di quelli capaci di generare la giusta dose di curiosità). E forse a livello internazionale il film potrà riscattarsi come merita, dopo un'uscita americana segnata da un marketing insufficiente e incassi desolanti: 13 milioni di dollari, meno della metà del budget (35 milioni).
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Fratelli nella tempesta
È facilmente intuibile il motivo per cui Cohen sia stato attirato da questa storia, sia per la contaminazione dei generi che per la centralità del rapporto emotivo-virile, ottimamente tradotto sullo schermo tramite le interpretazioni di Toby Kebbell e Ryan Kwanten. Al duo si aggiunge, ma senza alcuna intenzione romantica, un'agguerrita Maggie Grace, e da queste tre performance deriva l'onestà tematica ed emozionale con cui il regista dà al film quel minimo di verosimiglianza che si rivela necessario in vista degli eventi più folli che arriveranno in seguito. L'ibridazione di heist movie e disaster movie tiene conto dei punti di forza di entrambi i generi ma allo stesso tempo li sovverte (Hurricane è molto più "contenuto" di un film catastrofico tradizionale), il tutto con un approccio molto "tattile", con la CGI ridotta al minimo indispensabile (gli effetti speciali per realizzare l'uragano sono per lo più artigianali). Ed è forse qui la vera "debolezza" del progetto, per lo meno a livello di marketing americano: in quanto ibrido, Hurricane - Allerta uragano va contemporaneamente in due direzioni e, nel suo piccolo, può risultare un tantino anomalo nonostante una premessa che, in altri anni e con la campagna pubblicitaria giusta, avrebbe generato un passaparola pre-uscita di non poco conto. Molto probabilmente, coi tempi che corrono, la vera aria di tempesta tirerà nel mercato dell'home video o dello streaming.
Movieplayer.it
3.0/5