Jesse Williams è la calma fatta persona: rilassato, professionale e molto concentrata sul set. Questo è ciò che è emerso non solo dalla conferenza stampa ma anche dalle interviste di Hotel Costiera, la serie che lo vede per la prima volta protagonista, e produttore. Si tratta del primo titolo original Prime Video di un gruppo di prodotti girati da registi e interpreti internazionali, ma in location e con troupe italiane. Un incontro di culture interessante.

Williams è Daniel De Luca, ex Marine ora risolutore per l'albergo Villa Costiera, tra Amalfi e Positano, diretto da Augusto Caetani (Tommaso Ragno) insieme alla figlia maggiore Adele (Maria Chiara Giannetta) mentre la minore Alice (Amanda Campana), la pecora nera della famiglia, risulta scomparsa. Augusto chiede a Daniel di indagare mentre soggiorna all'hotel di lusso e risolve i problemi degli ospiti. Come dice durante i primi episodi "Ero venuto per qualche giorno. Sono passati sette mesi". Un effetto di quel luogo incantato, come ci hanno raccontato il regista e gli interpreti durante la nostra intervista. Rilassati e giocosi, quasi fossero in vacanza nei luogi dello show.
Hotel Costiera: intervista a Jesse Williams, Maria Chiara Giannetta e Adam Bernstein

Nei primi episodi si dice che la Costiera è un po' come l'Isola che non c'è. Una volta che ci vai, non vuoi più andartene via. La serie Prime Video ha quindi rappresentato un luogo fuori dal tempo e dallo spazio per chi vi ha lavorato? Ce lo conferma Jesse Williams: "Mi sono sentito fuori dal tempo rispetto a varie parti dell'Italia, non solo Positano. In America l'edificio più antico ha circa 100 anni, mentre in Italia pranzi nei pressi di qualcosa che è stato costruito 1200 anni fa. Essere così vicini alla Storia è un'esperienza molto diversa da quella che si prova negli Stati Uniti. È qualcosa che ho sentito dall'Argentario alla Toscana fino a Roma, ma sulla Costiera sembra di essere negli anni '50. Penso che la storia d'amore che ne esce derivi anche da questo".
Gli fa eco Maria Chiara Giannetta, la rigida Adele che dovrà imparare a sciogliersi: "Più che la Costiera penso mi faccia di più quest'effetto l'albergo Tre Ville dove abbiamo girato. Un posto davvero fermo nel tempo. Riusciva a rimandare tantissimo non tanto alla contemporaneità bensì agli anni '50 e '60".
La serie Prime Video come "sblocco creativo"
L'Hotel Costiera è anche un luogo dove i personaggi si recano perché sono "bloccati" dai propri traumi, il proprio dolore, il proprio passato e in un certo senso quel posto magico li sblocca. Potrebbe essere successo anche agli interpreti a livello artistico.

Infatti Williams ci fa notare un aspetto che sembra scontato ma in casi come questi fa la differenza: "Per me, essere a Plano, essere lì a filmare in Costiera, al Tre Ville, sembrava decisamente una via di fuga. Penso che un elemento aggiunto sia che essere in Italia significa nove ore avanti rispetto a Los Angeles. Quindi sono completamente distaccato da casa mia. Non ricevo né email né messaggi. Per la maggior parte del giorno posso davvero stare con me stesso. Oggigiorno con gli smartphone è difficile essere veramente soli. Quindi, c'è una parte difficile in questo, ma è anche abbastanza liberatorio concentrarsi veramente ed essere davvero presente con chi stai trascorrendo il tuo tempo. Si crea qualcosa di speciale".
Girare la serie come una gita scolastica in trasferta

Adam Bernstein ci racconta invece del punto di vista registico: "Abbiamo girato qualche giorno a Roma e poi tutti insieme siamo andati a Positano, divisi in tre hotel diversi. È stato come un campo estivo con questo gruppo di persone. È stato fantastico passare così tanto tempo con tutti, vedersi a colazione, lavorare tutto il giorno e rivedersi a cena. Abbiamo dovuto lasciare la Costiera tre volte durante la produzione perché gli esterni dell'hotel erano a Positano, ma le scene in città erano per lo più a Sperlonga. E le scene ambientate sull'oceano erano nell'Argentario. E poi tutti gli interni erano a Roma. Quindi, quando siamo dovuti andare via tutti insieme, è stato anche triste".
Risolvere i problemi sul set
Daniel è un problem solver. Durante le riprese possono capitare vari ostacoli e un risolutore può essere d'ispirazione. Ci dice il protagonista: "Stavamo girando in un momento fuori controllo. Come produttore, discuto sempre con Adam e i membri della troupe su come risolvere gli inghippi. Abbiamo perso un giorno, il tempo è cambiato, questo attore non è disponibile, è necessario cambiare il guardaroba. Quindi, in un certo senso, ho sempre risolto i problemi mentre preparavo il personaggio e cercavo di essere presente. A Daniel piace e c'era molto di lui in me. È più o meno l'unica cosa che sa come fare e, quando non lavora, si sente quasi fuori posto".

Chiude Bernstein scherzando: "Direi che Jesse è incredibilmente calmo sul set e una presenza molto costante. Quindi, anche quando succede qualcosa di folle, se lo guardi ha quell'espressione 'Non sta succedendo niente di male' che riporta la quiete".