Una veterana della stand-up comedy, Deborah Vance, che diventa la prima donna a condurre un late night show della TV americana, scontrandosi inevitabilmente con le difficoltà e i compromessi dell'industria dell'intrattenimento; e un ambizioso produttore cinematografico, Matt Remick, che all'improvviso viene messo a capo della Continental Studios, trovandosi a gestire il delicato equilibrio fra le ragioni dell'arte e quelle del mercato. Questi due personaggi fittizi, con numerosi tratti in comune, sono i protagonisti delle due serie comiche più apprezzate dell'ultima annata televisiva: Hacks, fiore all'occhiello del catalogo di HBO Max, giunto alla sua quarta stagione, e The Studio, fresca novità targata Apple TV+. Si tratta dei due titoli destinati a fare la parte del leone agli Emmy Award 2025, con la cerimonia finale in programma per domenica 14 settembre.

Giunti quest'anno alla loro 77esima edizione, i massimi premi della televisione a stelle e strisce vedono infatti queste due serie schierate in prima fila sul versante delle cosiddette comedy, con ottime chance di contendersi quasi tutti i trofei principali. Popolarissimi fra critica e pubblico, Hacks e The Studio costituiscono per molti aspetti due opere interconnesse: non solo per la loro natura brillante e ironica e per la vivacità dei dialoghi, ma piuttosto per la volontà di offrire uno sguardo "dall'interno" all'ambiente dello show business americano, di cui vengono evidenziate le contraddizioni e le idiosincrasie con un approccio narrativo sospeso tra la farsa e la satira. C'è la possibilità che, alla premiazione degli Emmy, qualche altro titolo sia in grado di inserirsi nel duopolio fra queste due serie?
Gli altri candidati, da Only Murders in the Building all'immancabile The Bear

Sembra assai improbabile, andando a scorrere il seppur lungo elenco di candidati (sono ben otto le opere in lizza come miglior serie comica). Netflix schiera un'altra novità piuttosto popolare, ovvero la commedia romantica Nobody Wants This, che però ha dovuto accontentarsi di tre nomination, fra cui quelle per i co-protagonisti Adam Brody e Kristen Bell. Abbott Elementary (quarta stagione) e What We Do in the Shadows (sesta e ultima stagione) hanno esaurito da tempo l'effetto-novità e partono entrambe con un modesto totale di sei nomination: troppo poco per puntare a tagliare per primi il traguardo. Discorso analogo per la quarta stagione del giallo Only Murders in the Building e per la seconda stagione di Shrinking, con sette nomination a testa: Only Murders in the Building ha ricevuto appena un terzo delle ventuno candidature di un anno fa, mentre Shrinking può puntare a vincere soltanto nella categoria per il miglior attore supporter, dove il leggendario Harrison Ford sfiderà il "campione in carica", Ebon Moss-Bachrach per The Bear.

E The Bear, appunto, è stato fino all'anno scorso il titolo più temibile nell'ambito delle serie comiche, nonostante una collocazione alquanto controversa: nel racconto firmato da Christopher Storer, infatti, prevalgono quasi sempre gli elementi drammatici, ed è probabile che la discutibile categorizzazione fra le comedy abbia contribuito, nella scorsa edizione, al sorpasso da parte di Hacks, premiato a sorpresa come miglior serie comica. Quest'anno The Bear torna in gara con la sua terza stagione, distribuita da FX nel giugno 2024 (nel frattempo è già andata in onda la quarta), e può vantare tredici nomination: un lauto totale, ma anche l'indizio di un consenso calante rispetto alle edizioni passate. Oltre a Moss-Bachrach, o a un eventuale bis di Liza Colón-Zayas come miglior attrice supporter, dove The Bear potrebbe mantenere il suo predominio è nella categoria per il miglior attore, con Jeremy Allen White che punta al suo terzo Emmy grazie al ruolo del tormentato chef Carmy Berzatto.
Hacks: il duro lavoro della comicità

Dunque, con The Bear molto meno quotato in confronto alle precedenti stagioni, il vero duello si giocherà appunto fra Hacks, già vincitore dell'Emmy come miglior serie comica dell'anno scorso, e The Studio. Creato nel 2021 da Lucia Aniello, Paul W. Downs e Jen Statsky, Hacks è imperniato sul complesso rapporto fra Deborah Vance, comedienne di lunga esperienza - e dal carattere volubile - a cui presta volto e voce una strepitosa Jean Smart, e Ava Daniels, giovane autrice determinata a modernizzare il repertorio di Deborah. Esplorazione quasi metatestuale dello stato dell'arte della comicità in America, nel corso della quarta stagione Hacks ha rappresentato il coronamento del grande sogno professionale della protagonista: condurre un late night show. Eccoci dunque davanti e dietro le quinte di una tipologia di programma considerata un'istituzione della TV USA, con Deborah e Ava ancora una volta nei panni di una coppia di nemiche-amiche, ma con una posta in gioco mai così alta.

Dopo aver già collezionato nove Emmy Award per le prime tre stagioni, Hacks torna ora in competizione con quattordici nomination. Dove può puntare a vincere? Jean Smart appare inarrestabile nella categoria per la miglior attrice, accingendosi a conquistare un quarto Emmy per il suo ritratto di Deborah, ma ad affiancarla per la prima volta potrebbe essere finalmente la sua comprimaria Hannah Einbinder, di nuovo in lizza come miglior attrice supporter. Purtroppo, al successo e ai premi raccolti da Hacks in patria non ha corrisposto un adeguato riscontro in Italia, dove le prime due stagioni della serie sono approdate su Netflix solo nel 2024, con spaventoso ritardo, mentre terza e quarta stagione rimangono tuttora inedite: un vero peccato, se si considera che stiamo parlando di uno dei titoli televisivi più acclamati dell'ultimo lustro.
The Studio: la sporca routine della "fabbrica dei sogni"

Uscito invece in contemporanea con gli USA, fra marzo e maggio, sulla piattaforma Apple TV+, The Studio vede Seth Rogen nelle vesti di creatore, regista e interprete principale di un bizzarro affresco della routine di una compagnia di produzione cinematografica, la Continental Studios, in cui le velleità artistiche di produttori e cineasti si scontrano quotidianamente con l'esigenza di "fare cassa" e di andare incontro ai gusti del pubblico. Il primario modello di riferimento sembrerebbe essere I protagonisti, la black comedy di culto di Robert Altman del 1992: per il focus sul lavoro dei produttori e degli executive; per lo stile graffiante con cui mette alla berlina l'ambiente dell'industria cinematografica, di cui sottolinea avidità e ipocrisie; e per la partecipazione di un gran numero di attori e registi che compaiono nei panni di se stessi, appannando il confine tra realtà e fiction.

I rimandi si estendono anche al nome del protagonista del film di Altman, Griffin Mill, ripreso qui per la grottesca figura dell'amministratore delegato della Continental, ruolo affidato a Bryan Cranston; mentre Seth Rogen dà vita alla vanità, alle insicurezze e alle frustrazioni del nuovo boss Matt Remick, spesso inetto e inadeguato alle proprie responsabilità. L'accoglienza dell'Academy per The Studio è stata trionfale: ben ventitré nomination, il risultato più alto mai ottenuto da una nuova serie comica e un record assoluto per la singola stagione di una comedy (primato condiviso con il secondo capitolo di The Bear). Sulla carta, dunque, The Studio è senz'altro il titolo da battere... ma come se la caverà nel confronto diretto con Hacks?

L'affettuosa satira dello spettacolo e l'atto di sfida contro la repressione politica

Entrambe le serie capofila agli Emmy 2025 puntano a demistificare, almeno in parte, il dorato mondo dello spettacolo, ma al tempo stesso riservano un affetto più o meno esplicito per il settore dell'entertainment, celebrandone il lavoro quotidiano e gli sforzi creativi: motivo in più, per i giurati dell'Academy televisiva, per essersi affezionati a tal punto a questi personaggi imperfetti e volubili. Nelle categorie principali, The Studio dovrebbe aver ipotecato quantomeno l'Emmy per la miglior regia grazie all'episodio The Oner, sviluppato da Seth Rogen ed Evan Golberg come un unico piano sequenza di venticinque minuti, collegato al plot dell'episodio: la rocambolesca realizzazione di un complesso long take sul set di un fittizio film di Sarah Polley. In veste di attore, Rogen (a essere sinceri, un po' monocorde) se la vedrà invece con il formidabile Jeremy Allen White, mentre la veterana Catherine O'Hara potrebbe contendere ad Hannah Einbinder l'Emmy come miglior attrice supporter.

Le ventitré nomination complessive e l'entusiasmo per un'opera agli esordi ci inducono a pronosticare inoltre la vittoria di The Studio anche per il premio come miglior serie comica, ma senza sottovalutare il fattore più importante in favore di Hacks: il maggiore coinvolgimento emotivo per le sue protagoniste, accresciuto dagli inevitabili richiami all'attualità. Nel penultimo episodio, A Slippery Slop, Deborah Vance si scontra apertamente con la dirigenza del network, a costo di compromettere la propria carriera: una storyline che ha anticipato la cancellazione del 'vero' Late Show di Stephen Colbert in seguito alle presunte pressioni esercitate da Donald Trump. Picco dell'intera stagione, A Slippery Slop dovrebbe far guadagnare ad Hacks quantomeno l'Emmy per la miglior sceneggiatura... ma non è da escludere che, con l'attuale clima politico in America e sull'onda dell'indignazione per il licenziamento di Colbert, i voti per Hacks possano tradursi in una presa di posizione in una gara ben più importante: quella dei lavoratori dello spettacolo contro il tentativo di reprimere la loro libertà di espressione.
- Miglior serie comica: The Studio (runner-up: Hacks)
- Miglior regista: Seth Rogen, Evan Golberg, The Studio (runner-up: Lucia Aniello, Hacks)
- Miglior attore: Jeremy Allen White, The Bear (runner-up: Seth Rogen, The Studio)
- Miglior attrice: Jean Smart, Hacks (runner-up: Ayo Edebiri, The Bear)
- Miglior attore supporter: Harrison Ford, Shrinking (runner-up: Ebon Moss-Bachrach, The Bear)
- Miglior attrice supporter: Hannah Einbinder, Hacks (runner-up: Catherine O'Hara, The Studio)
- Miglior sceneggiatura: Lucia Aniello, Paul W. Downs, Jen Statsky, Hacks (runner-up: Seth Rogen, Evan Goldberg, Peter Huyck, Alex Gregory, Frida Perez, The Studio)