Gruppo di famiglia in un inverno
E' un Natale poco festoso quello che si prospetta per la famiglia Vuillard. Junon ha da poco scoperto di avere una neoplasia del sangue, e con l'aiuto del marito Abel cerca un possibile donatore di midollo osseo tra figli e nipoti. A complicare le cose ci sono i difficili rapporti tra la primogenita Elizabeth e il fratello di lei Henri - uno scapestrato dedito a donne ed alcool, bandito sei anni prima proprio dall'autoritaria sorella - soprattutto quando si scopre che nella numerosa famiglia gli unici due donatori disponibili sono proprio il reietto Henri e l'adolescente Paul, figlio di Elizabeth e afflitto da qualche disturbo mentale. Il tutto in una cornice (poco) familiare durante le vacanze natalizie in cui arrivano a casa Vuillard anche il terzo figlio Ivan, con tanto di moglie e figli, il nipote/cugino Simon e la nuova fiamma di Henri, Faunia.
In questo grande via vai di personaggi si affrontano i risentimenti e rimorsi tipici di tutte le famiglie, ma i Vuillard hanno alle spalle anche un doloroso passato che tutti cercano invano di dimenticare: Joseph, il primegenito di Junon e Abel, è morto a sette anni in attesa di un trapianto di midollo mai avvenuto perché né Elizabeth né Henri, concepito proprio con la speranza che fosse un potenziale donatore, erano compatibili. Facile immaginare quindi come la necessità di salvare Junon possa aprire vecchie ferite ed anche ad un confronto tra i due fratelli maggiori.
Arnaud Desplechin affida la ricca sceneggiatura di questo suo Un conte de Noël (letteralmente Un racconto di Natale) ad un cast di superstar transalpine che include tra i tanti Catherine Deneuve e Chiara Mastroianni (madre e figlia nella realtà, suocera e nuora nel film) e il bravissimo Mathieu Amalric, ed è proprio da questi tre interpreti che arrivano non solo le interpretazioni più incisive ma anche i segmenti migliori dell'intera pellicola: la malattia di Junon e le conseguenti difficili scelte che essa comporta, i litigi di Henri con quasi tutta la famiglia - ironici e velenosi con la madre, gelidi quelli con la sorella, fisici con il cognato - e la sottostoria di Sylvia, sposata all'ultimogenito Ivan, padre e fratello affettuoso, ma da anni con il cuore al "cugino" Simon, che anni prima aveva rinunciato a lei ma senza mai dimenticarla.
Ciononostante, Desplechin sembra esagerare, a partire dalla durata di due ore e mezza; mette troppa carne al fuoco ed è la storia nella sua interezza a perdere di forza e interesse.
Movieplayer.it
3.0/5