Ventuno stagioni. Un traguardo impressionante quello ottenuto da Grey's Anatomy, il medical drama che dopo E.R. ha reinventato il genere mescolando romance e situazioni al cardiopalma come nessuno prima, ispirando molti titoli di genere venute dopo. Prima c'è stata la stagione che ha visto l'addio come regular della "leggenda", ossia la Meredith Grey di Ellen Pompeo, insieme all'arrivo dei nuovi specializzandi.
Poi, quella successiva che - complice lo sciopero degli sceneggiatori e attori - ha avuto un numero di ridotto di episodi e quindi una maggior presenza della protagonista in percentuale. Ora si trattava di trovare un equilibrio tra vecchio e nuovo per la nuova showrunner Meg Marinis.
Tutto cambia e tutto resta uguale in Grey's Anatomy
Una season premiere all'insegna della rivoluzione e dello status quo quella della ventunesima stagione della serie Disney+. Dopo il precedente finale che metteva in pericolo quasi tutti i posti di lavoro del Grey Sloan Memorial Hospital ritroviamo i protagonisti pochi istanti dopo quell'epilogo sul filo del rasoio. Nel primo episodio, infatti, scritto dalla Marinis e diretto come oramai tradizione da Debbie Allen, "volano teste" proprio a causa di una sempre più incattivita Catherine, forse a causa del tumore. La donna licenzia Owen e Teddy, che infatti per il momento non si vedono; manda via Miranda che trova pace nella propria clinica insieme al ritornato marito Ben - Jason George, che come sappiamo è "tornato a casa" dopo la chiusura dello spin-off Station 19. Infine licenzia Meredith e il suo team di ricerca sull'Alzheimer, compresa Amelia. Non resta che far arrivare Jackson (Jesse Williams) per provare a fare da paciere.
Assistiamo a due confronti speculari e altrettanto animosi: quello tra Miranda e Catherine e quello tra quest'ultima e la Grey, che potrebbe dover fare un patto col diavolo per continuare la propria ricerca - e giustificare così la sua assenza in alcuni episodi, che però saranno molti meno del passato, facendola diventare di fatto recurring. Questa è la stagione degli escamotage narrativi, degli equilibri e dei graditi ritorni. La Bailey deve infatti vedersela anche col nuovo capo degli specializzandi, una ritrovata Sydney Heron (Kali Rocha) dalle primissime annate del medical drama: sua ex compagna di corso, ha un modus operandi decisamente più amoroso e meno bellicoso della collega, facendola spazientire enormemente. Sullo sfondo, per non dimenticarsi dell'attualità, Seattle e le proteste per il cambiamento climatico, che portano casi anomali e al limite in ospedale, come da tradizione, anche se meno di quanto potessimo aspettarci.
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Amori in corsia
Parallelamente ci sono le questioni amorose in sospeso, soprattutto la gravidanza inattesa di Jo (Camilla Luddington) che aspetta un figlio da Link (Chris Carmack) e non sa come dirglielo perché non sa se sarebbe contento di una seconda paternità non preventivata. Ecco che emerge di nuovo l'escamotage narrativo della Marinis: l'attrice è davvero (e visibilmente) incinta anche se teoricamente la storyline è stata decisa prima che lo rimanesse per davvero. Del resto quante volte abbiamo assistito in passato nella serialità a gravidanze nascoste nei modi più creativi e, viceversa, a personaggi che sono dovuti "rimanere incinta" per via di ciò accadeva dietro le quinte.
L'ultima stagione di Yasuda e Schmidt
Jo e Link non sono gli unici ad avere alcune beghe amorose ma questo accade anche ai nuovi specializzandi, su cui la puntata si concentra in egual misura. Dopo essere stato difeso da Miranda che ha perso il posto, Adams (Niko Terho) deve decidere se continuare la specializzazione a Chicago oppure rimanere a Seattle con Griffith (Alexis Floyd). Kwan (Harry Shum Jr.) deve vedersela con l'ex fidanzata che non ricorda più niente di lui, proprio quando le cose sembravano andare bene con Millin (Adelaide Kane) a cui si era avvicinato. Eppure Millin aveva avuto un momento quasi intimo con Yasuda (Midori Francis) nello scorso finale.
Quest'ultima parteciperà a Grey's Anatomy per l'ultima volta per questioni di budget e apprezziamo il fatto che la sua storyline coprirà tutto il primo arco narrativo e non verrà liquidata in pochi episodi. Ci dispiace però, e ci dispiace per Jake Borelli e il suo Levi Schmidt, uno dei personaggi più amati dell'ultimo decennio nel serial che deve scegliere quale carriera lavorativa intraprendere - pediatria oppure chirurgia generale - e potrebbe ritrovare il proprio ex nelle prossime puntate. Sempre a livello lavorativo, troviamo un ripetitivo e ridondante Richard (James Pickers Jr.) che dice di voler fare un passo indietro in sala operatoria, ma verrà fermato da Winston (Anthony Hill). Tra ripetizioni e novità, insomma, Grey's Anatomy è in fondo lo stesso di sempre e gli vogliamo bene proprio per questo, per come gioca coi nostri cuori di fan della prima ora.
Conclusioni
Sembra di essere in frullatore continuo ma è proprio questa continua combinazione che guarda avanti ma non si dimentica del passato che ci piace di Grey’s Anatomy, anche nel primo episodio della ventunesima stagione. Alcune storyline sono sicuramente ridondanti ma hanno saputo presentare le nuove uscite di scena di Yasuda e Schmidt con garbo ed eleganza, anche se non riusciamo a perdonargliele. Siamo anche felici che la produzione abbia trovato un accordo e un escamotage con Ellen Pompeo e per il ritorno di alcuni volti storici, come Jackson, meno per l'utilizzo dell'attualità in modo poco incisivo rispetto al passato.
Perché ci piace
- Ellen Pompeo e la sua Meredith come fil rouge.
- La nuova “guerra” tra Catherine e l’ospedale.
- Il ritorno di alcuni volti storici, anche inaspettati.
Cosa non va
- L’inizio della fine per Yasuda e Schmidt, anche se sviluppato su più episodi.
- C’è ridondanza in alcune storyline, soprattutto quella di Richard.
- Le proteste per il cambiamento climatico, sfruttate malissimo nella premiere per i casi medici.