"Una storia come quella di Gomorra parla di personaggi che non potranno trovare redenzione"
È così che nel "lontano" 2014 veniva presentato l'adattamento televisivo del film di Matteo Garrone e tratto dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano, che in realtà se ne discostava presentando un proprio universo narrativo che avrebbe riscritto la moderna serialità italiana. Ci ritroviamo oggi, sette anni dopo, proprio con questo spirito in mente a scrivere la recensione dei primi due episodi di Gomorra 5 l'inizio della fine per i protagonisti che vanno incontro al loro destino.
La famiglia prima di tutto, o quasi
Dopo i molti colpi di scena (e morti) del finale della quarta stagione, il gap fra le due annate è stato riempito dal film L'Immortale (diretto e interpretato da Marco D'Amore) che ha rivelato che Ciro è in realtà vivo e vegeto, fuggito per proteggersi da quelli che lo braccavano e volevano morto. Ora è passato un po' di tempo e in questi primi due episodi ritroviamo Genny (Salvatore Esposito) più o meno nelle stesse condizioni speculari dell'amico fraterno: è latitante nel suo bunker segreto grazie all'aiuto di O'Maestrale, si nasconde dopo aver ucciso gli zii e ha addirittura attacchi di panico e problemi di insonnia (quasi una strizzatina d'occhio ai problemi di Tony Soprano nella serie cult I Soprano).
In uno schema narrativo già collaudato si susseguono quindi una serie di dinamiche già viste nello show: da più fronti i clan si muovono per capire come affrontare le ripercussioni dopo quanto accaduto, e per stabilire dove stia il centro del potere (uno dei capisaldi dello show), e l'unica sopravvissuta all'agguato contro i Levante, Grazia (che bello rivedere Claudia Tranchese dopo averla apprezzata anche in Generazione 56K) ha portato il messaggio di Genny ai fratelli e ora vorrebbero seppellire in santa pace i propri genitori. Il primo episodio gioca tutto sul funerale e sfrutta bene l'ambientazione del cimitero per alcune sequenze action. L'impressione generale però è tiepida a causa di un'impostazione oramai collaudata ma che ha perso mordente, in parte a causa del ritorno dal regno dei morti di Ciro (non ci crederemo mai che era previsto fin dall'inizio), in parte perché la direzione creativa di Sollima sembra quasi un pallido ricordo e manca quel pathos che lui aveva saputo dare alle prime stagioni e che, in parte, avevamo piacevolmente ritrovato nella quarta. L'impressione che un destino funereo attenda i protagonisti comunque non è testimoniata solo dalla scelta del tema e dell'ambientazione del primo episodio: proprio come ne Il trono di spade, "al gioco del trono o si vince... o si muore", non esistono vie di mezzo, soprattutto non ora che siamo arrivati al capitolo conclusivo.
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Ciro e Genny, Genny e Ciro
Fin dal poster promozionale di questa quinta stagione e dopo appunto gli eventi dell'Immortale era parso evidente come questo canto del cigno camorrista si sarebbe concentrato soprattutto su Ciro e Genny: amici quasi fratelli, si sono voluti bene, si sono odiati, si sono fatti la guerra. Non sappiamo davvero cosa aspettarci dagli sviluppi di questo atto finale, ma intanto il secondo episodio mette le basi sul riprendere il loro rapporto da dove lo avevano interrotto (la sparatoria sulla barca). I due ora sono rimasti entrambi senza famiglia (Genny ha ancora Azzurra e il piccolo Pietro ma deve allontanarsene per proteggerli) e il non avere "nulla da perdere" pone un'interessante nuova prospettiva sui due personaggi. Si susseguono le stesse inquadrature, gli stessi movimenti di macchina, lo stesso schema narrativo (le frasi che hanno generato quasi dei tormentoni, la recitazione esagerata, la brutalità della mafia mostrata senza sconti) e visivo (primo piano - inseguimento - un personaggio di spalle) che potrebbe risultare un po' ridondante giunti alla tanto attesa ultima stagione.
Ma è anche vero che la curiosità rimane perché vogliamo vedere come si concluderà questa serie così importante nel nostro panorama televisivo, tanto da essersi guadagnata grande successo anche all'estero. L'episodio ha insomma il merito di esplorare ulteriormente il rapporto fra Ciro e Genny, pur con qualche incongruenza narrativa, ed è innegabile la chimica che oramai lega i due personaggi più rappresentativi di Gomorra - La Serie fuori e dentro lo schermo (sono risapute le loro gag sui social) e basta un loro sguardo a dire allo spettatore più di mille parole. Una cosa è certa: nulla potrà essere più come prima e la resa dei conti è vicina. Questa introduzione ci lascia anche la sensazione che la partita sia tutta da giocare, e vogliamo proprio vedere che carte avranno in mano i protagonisti, e soprattutto come decideranno di rilanciarle.
Conclusioni
Concludiamo la nostra recensione dei primi due episodi della quinta stagione di Gomorra – La Serie, confermando come questo inizio dell’atto finale sia tiepido e abbia un po’ troppo il sapore di già visto, ma allo stesso tempo conferma le caratteristiche che hanno reso lo show importantissimo per la serialità italiana contemporanea e un nostro vanto all’estero, oltre alla curiosità di come andrà a finire. Aver incentrato molto di questa doppia premiere sul rapporto fra Ciro e Genny è un’arma a doppio taglio, che farà sicuramente la felicità dei fan, e offrendoci anche la conferma della grande alchimia fra i due bravi interpreti. Vogliamo proprio vedere cosa il destino abbia in serbo anche per gli altri personaggi.
Perché ci piace
- È innegabile la curiosità per come si concluderà l’atto finale dello show che ha riscritto la serialità italiana moderna.
- La grande alchimia fra Salvatore Esposito e Marco D’Amore e la nuova prospettiva sui loro personaggi.
- Rivedere Claudia Tranchese nei panni di Grazia e sperare abbia più spazio nei prossimi episodi
- L’assetto narrativo e visivo oramai rodato…
Cosa non va
- …che potrebbe però risultare un po’ ridondante e tiepido per un inizio di ultima stagione.
- L’episodio dedicato a Genny e Ciro contiene qualche incongruenza narrativa.