"Noi volevamo mangiare il mondo, ma è il mondo che ha mangiato noi"
Gomorra, lo show che ha rivoluzionato la serialità italiana, ha avuto un percorso di alti e bassi in questa quinta ed ultima stagione. Difficile quindi non arrivare al gran finale con un misto di paura ed eccitazione, per ciò che è stato il percorso coraggioso finora ma soprattutto per la meta a cui arriviamo in questa recensione del finale di Gomorra 5, su Sky Atlantic e NOW venerdì 17 dicembre 2021 (data scaramantica e simbolica). Ma è giusto precisarlo: questa è una recensione senza spoiler, cercheremo di raccontarvi cosa ci lascia Gomorra - La Serie in eredità a noi come spettatori, più che al panorama seriale italiano.
Gomorra 5x09: la vigilia della resa dei conti
Dopo gli scossoni dati alla trama dai due episodi precedenti, con la morte epica e tragica di Sangueblù e il rapimento del figlio del magistrato dopo l'allontanamento del piccolo Pietro dai genitori, è davvero ora della resa dei conti fra le due fazioni di Secondigliano, soprattutto ora che è scoppiata la guerra civile per le strade nel nome (e nel fuoco sacro) di Ciro l'Immortale (Marco D'Amore). Genny (Salvatore Esposito) è oramai ai ferri corti e ha davvero pochissime possibilità di vittoria, se non la strategia contro il magistrato.
Viene anche messo in atto il destino di alcuni personaggi "secondari" che hanno avuto spazio in questa stagione, e quindi scopriremo la sorte dei traditori O'Maestrale (Mimmo Borrelli) e Donna Luciana (Tania Garribba), soprattutto ora che O'Munaciello (Carmine Paternoster) - una delle new entry più interessanti e ambigue - ha scoperto che lei è ancora viva e il marito non l'ha uccisa come ha giurato a Don Gennaro. Questa è la puntata dei dietro front e dei voltagabbana, del doppio e terzo gioco di tutti per salvare la propria pelle e per la posta in palio, in una sequela di colpi di scena da criminalità organizzata non sempre all'apice del pathos e del ritmo narrativo. Si indugia sui primi piani dei personaggi, sui momenti musicali in sottofondo coi brani dei Mokadelic per dare il più possibile quella sensazione di epica fine che però non arriva fino in fondo allo spettatore perché è semplicemente passata troppa acqua sotto i ponti.
Gomorra 5, Salvatore Esposito e Marco D'Amore: "Genny e Ciro come Rocky e Apollo Creed"
Gomorra 5x10: la ruota della criminalità non si ferma
In questa recensione del finale di serie di Gomorra, non vi sveleremo chi sopravvive e chi muore - sempre che muoia qualcuno, ma non potrebbe essere altrimenti per una serie che è iniziata negli anni del Trono di Spade facendo capire come nessun personaggio, e quindi nessun essere umano, fosse indispensabile nella catena alimentare della criminalità organizzata e quindi nell'economia narrativa dello show che più l'ha raccontata in modo realistico, crudo e coraggioso. Non basta però vivere di rendita di ciò che si è costruito negli anni: anche se il viaggio conta moltissimo, è altrettanto importante il finale per un prodotto che ha rivoluzionato le regole in Italia, mettendo un prima e un dopo il proprio esordio. Il finale non può non riportare alla mente - anche per alcune scelte di movimenti di macchina e messa in scena - quello di Suburra, che allontanandosi dal film di cui doveva essere prequel ha giocato tutto l'ultimo atto sul rapporto tra Spadino e Aureliano e sul loro epilogo da tragedia romantica. La scelta in Gomorra 5 di far risorgere l'Immortale dalle proprie ceneri per un serial che aveva basato tutto sull'iperrealismo non sappiamo quanto possa essere stata vincente, soprattutto vista l'idea di incentrare questi ultimi dieci - e ancor di più questi ultimi due - episodi sulla guerra fra Ciro e Genny, sul loro rapporto di amore-odio, di fratellanza e divario sociale quasi populista (Ciro è stato per anni il "servitore" dei Savastano e ha fatto crescere e accudito il "piccolo di casa" Genny e questo ritorna nella sequenza di annuncio della vittoria dei clan). Il messaggio finale che Gomorra - La Serie sembra lasciarci è questo: la ruota della criminalità continuerà a girare, non si riesce a fermarla né con le azioni della Legge né con quelle di chi vi nasce e vi cresce all'interno. Anche perché questi ultimi finiscono per essere fagocitati da quello stesso mondo che volevano governare e domare. Inevitabilmente.
Conclusioni
Chiudiamo quasi increduli la recensione di Gomorra 5, episodi 9 e 10, per essere arrivati davvero all’ultimo atto dello show che ha rivoluzionato la serialità italiana. Due puntate che prima gettano le basi per il finale, con le prime possibili vittime della criminalità organizzata che non fa sconti a nessuno, e poi utilizzano una sequela di colpi di scena per raccontare il Destino di questi personaggi oramai entrati nel Mito. Il pathos e il ritmo narrativo non possono essere gli stessi di un tempo, anche fisiologicamente, ma ciò che soprattutto Gomorra – La Serie sembra voler lasciare allo spettatore è l’infinita ciclicità del dolore causato dalla camorra, perché non è stato trovato ancora un antidoto a questa terribile malattia sociale.
Perché ci piace
- La celebrazione di dove tutto è cominciato, con alcune location, sequenze e dialoghi che riportino alla mente l’esordio della serie.
- L’interpretazione dei protagonisti arrivati al capolinea.
- Il tema del divario sociale riportato in auge.
- Il messaggio finale sulla ciclicità della criminalità organizzata che non si riesce fermare e che fagocita chi vi cresce dentro.
Cosa non va
- Il pathos che regia e colonna sonora vorrebbero mantenere risultano oramai un pochino ridondanti.
- Non siamo certi che questo fosse l’epilogo migliore per un prodotto che ha dato così tanto alla serialità italiana