Una gara che, a grandi linee, appare già segnata da tempo, quella per i premi ai migliori interporeti della stagione. Le performance di Helen Mirren in The Queen, di Forest Whitaker in The Last King of Scotland e di Jennifer Hudson in Dreamgirls, segnalate ancora prima che i rispettivi film uscissero negli USA, hanno ottenuto un successo di critica incredibile, che ha lasciato poco o nulla agli avversari - se c'è stato un po' di spazio per Peter O'Toole e Leonardo DiCaprio contro Whitaker e per Rinko Kikuchi e Cate Blanchett contro la Hudson, c'è da dire che Dame Mirren non ha fatto - giustamente - prigionieri.
E la sua, per gli osservatori della corsa, è la vittoria più telefonata, ma anche più applaudita e meritata della serata di ieri sera. Helen Mirren, sessantuno anni portati con incredibile fascino e sex appeal, è la stella della notte dei Golden Globe 2007, con la vittoria per la sensazionale performa di The Queen e con il premio per l'interpretazione del film TV Elizabeth I, in cui interpreta l'altra grande Elisabetta d'Inghilterra. Due donne lontane nei secoli e incredibilmente diverse, diverse quanto i contesti storici, sociali, umani che le due ottime sceneggiature hanno ricostruito attorno ai personaggi, ma accomunate dall'interpretazione di questa attrice magnifica. Una doppia prova che basta da sola a rendere quella in corso una stagione memorabile.
Gli altri eroi della serata sono pure quelli previsti alla vigilia: Forest Whitaker, miglior attore protagonista in un film drammatico, offre un'interpretazione vibrante e indimenticabile nel ritrarre lo spietato dittatore ugandese Idi Amin in The Last King of Scotland. Peccato solo per il leggendario Peter O'Toole, che, alla sua età, avrà difficilmente un'altra occasione per concorrere al Golden Globe e all'Oscar come migliore attore protagonista (da lui mai vinto), e che forse avrebbe meritato qualcosa in più per l'interpretazione vitale e accattivante di Venus.
Nelle pari categorie relative a commedia o musical, né quello dell'inossidabile Meryl Streep né quello di Sacha Baron Cohen rappresentano exploit inattesi. Cohen ha vinto, è vero, uno scontro nientemeno che con Johnny Depp, ma era largamente favorito se non altro per il fatto che il suo film, Borat, era candidato al Golden Globe per il miglior film - commedia o musical, mentre quello di Depp, Pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma, non contava su altre menzioni. Sia Cohen che la blasonata collega, comunque, non hanno mancato di deliziare il pubblico con due tra i più apprezzati discorsi della serata: dissacrante, goliardico ed esilarante Sacha, ironica, brillante e calorosa Meryl.
Jennifer Hudson era pure la favorita, e tale rimane nella corsa all'Oscar per la migliore attrice non protagonista. Se la sua performance in Dreamgirls è notevole, secondo molti, più per le sue qualità vocali che per la recitazione, è indubbio che la venticinquenne di Chicago, proveniente dal fortunato show televisivo American Idol all'esordio in un lungometraggio, ruba la scena un po' a tutti i colleghi nel musical di Bill Condon.
Infine, la categoria relativa all'interpretazione maschile non protagonista, che rappresente un forte segnale positivo per le chance di Dreamgirls: il vincitore Eddie Murphy partiva leggermente favorito per il Golden Globe, ma il suo è un vantaggio acquisito di recente in questa categoria che vedeva contendenti del prestigio e della fama di Jack Nicholson e Brad Pitt. Murphy è senz'altro un attore popolare, ma non particolarmente amato dall'establishment, e la sua affermazione non può che indicare un forte sostegno nei confronti del musical di Condon.
Uno scenario non certo emozionante, quindi, e abbastanza prevedibile anche in vista della corsa all'Oscar. Ma, almeno per chi scrive, una grande soddisfazione in questa stagione non manca, e si chiama Helen Mirren.