Gli anni 80 secondo Ago Panini

La grande intesa sul set, la lavorazione, le interpretazioni: cast e regista di Aspettando il sole si raccontano.

C'è il cast al gran completo per il lancio del primo film di Ago Panini, regista che ha assemblato un gruppo di attori davvero fantastico per la sua opera prima, Aspettando il sole. Mancavano solamente Bebo Storti e Raoul Bova, gli altri erano tutti presenti: Gabriel Garko, Claudia Gerini, Vanessa Incontrada, Corrado Fortuna, Claudio Santamaria e Alessandro Tiberi.
Ma il vero mattatore dell'incontro è Ago Panini, con la sua voglia di comunicare, di far conoscere il proprio lavoro: "Questa è un'opera prima sia per la regia che per la distribuzione. Volevamo produrre in maniera alternativa, e, cosa fondamentale, ci siamo mantenuti la libertà di sbagliare e di provare. Abbiamo avuto la fortuna di avere grandi attori che si sono messi in gioco, che hanno creato un cast che è diventato con il tempo un gruppo unico. Noi questa indipendenza la volevamo assolutamente, ed è per questo che ci siamo prodotti da soli".
Il risultato è un film corale, che non sembra girato in Italia tanto è inconsueto nella sua fattura. "Che non sembri italiano ce lo dicono da sempre, fin dalle prime volte nelle quali abbiamo fatto vedere il film, anche se è strano perchè siamo italianissimi, come cast tecnico e artistico. Forse il problema è che da noi non si raccontano più storie".

Ma perchè fare un film del genere? "Volevo parlare di freaks - risponde Panini - di persone che sbagliano, emarginati. Rapinatori, psicotici, gente che nasconde armi. Persone vere, ma che stanno ai margini delle statistiche, quelle che dicono "la tendenza dell'80% degli intervistati è che...". Si, ma che cosa interessa a quel 20% di persone che sulle cose non fanno tendenza?".
Nonostante l'affiatamento che si intravede sulla scena, ogni singolo episodio è stato girato a sè stante, nessuno si è incontrato se non chi doveva partecipare al singolo episodio.
"Il film è un pò di tutti, ma nessuno si è mai incrociato sul set, l'affiatamento nasce probabilmente dal fatto che non ci siamo mai frequentati", ci scherza su Gabriel Garko.
Riprende le fila del discorso ancora una volta Panini: "Il fatto che il set fosse fuori dalla norma ha reso possibile per tutti qualcosa di diverso, per cui ha reso possibile di legarsi con il lavoro di tutti gli altri. Anche al di là delle riprese molti tornavano poi a bersi un bicchiere di vino sul set, il clima è stato davvero fantastico".
Un pò imbarazzata Vanessa Incontrada nel raccontare la sua parte, quella di una pornostar alle prese con il set del suo nuovo film: "Si, è vero, interpreto una pornostar, ma non c'è nulla di pornografico nel film, ci tengo a precisarlo. Il suo è un lavoro che non le appartiene, parla d'altro, vorrebbe evadere. Anche i gemiti che si sentono nel film non sono miei, ma sono di Ago".
Di fronte allo sbalordimento generale, Panini deve specificare: "Trovavo banale vederli girare un porno, inquadrarli intendo. Lo sanno tutti com'è un film porno. Volevo però riprodurre l'audio, ma mi vergognavo di chiamare qualcuno a fare questi suoni. Per cui, alla fine, in tutte le parti ci sono io, anche in quelle femminili!".

Si coglie proprio come l'intesa sia tanta, tanto il divertimento nell'architettare e poi mettere in scena questa pellicola.
"La fase di scrittura è stata divertentissima, abbiamo prodotto un'infinità di materiale, per cui c'erano idee per farne tre di film. Uno dei progetti di sviluppo, proprio a proposito, è l'intenzione di mettere scene da rimontare sul web, in modo che gli utenti possano scaricarle e rimontarle come vogliono, e poi vorremmo anche inserirle nel dvd. Il film per questo permette a ognuno di vederci dentro quello che vuole, è un film in continuo movimento".
"Anche durante la fase di lavorazione è stata così - aggiunge Santamaria - C'è stato molto scambio tra noi attori e il regista, e abbiamo avuto un sacco di tempo per provare, per cui non ci sono state particolari difficoltà. C'è stata solo una grande discussione sullo scavalcamento di un campo, un giorno, discussione talmente divertente che abbiamo deciso di riportarla anche nel film. I personaggi, comunque, sono molto colorati e definiti, per cui si sa bene dove si deve andare, come caratterizzarli".
"Beh aspetta! - lo interrompe Garko - Ho avuto difficoltà con la zeppola che dovevo usare per il mio personaggio! La infilavo ovunque ad un certo punto. Ma girare su quel set è stato proprio libero, come essere buttati su un campo da guerra, dritti fino alla meta, con una fiducia totale".
"Questo è vero - conferma Panini - Gli attori hanno avuto totale libertà, abbiamo girato tutto con macchina a spalla, per cui potevano muoversi come volevano. Come jazzisti che improvvisavano su un tema, dandoci anche la possibilità di sperimentare molto".
Per il futuro, Ago Panini ha deciso di cambiare genere: "Sto preparando un film sulla pena di morte, che racconta la vicenda di Derek Rocco Barnabei, che fu condannato qualche anno fa. Ma si sa come va nel cinema: chissà se lo vedremo mai".
Noi ci auguriamo di si, ovviamente!