L'ascesa che aspettavamo. O, per meglio dire, l'ascesa che meritavamo. Perché oggi, Hollywood, ha un vitale bisogno di intercettare nuove tendenze, legate possibilmente a nuove facce. Meno inflazionate, e magari più talentuose. Un ricambio necessario, mentre il cinema dei potenti cerca di sbrinarsi da quei format che, almeno sul grande schermo, sembrano non funzionare poi così tanto. Serve un cambiamento, e il primo cambiamento che nota il pubblico corrisponde ai nomi scritti sulle locandine. Ecco, se oggi c'è un attore che, finalmente, sta ottenendo la giusta prospettiva, quello è Glen Powell. E che fosse bravo, lo sapevamo da prima di Top Gun: Maverick, dove interpreta il borioso (ma amabile) Jake "Hangman" Seresin.
Lo sapevamo, perché Powell, nato in Texas, è uno di quegli attori preparati per essere trasversalmente adatti a qualsiasi tipo di ruolo. Soprattutto, è uno che non si prende sul serio. Uno che gioca con l'umorismo, con il fisico, con lo sguardo. E gioca con il sorriso. Il sorriso che, secondo Vogue, vale "un milione di dollari". Attore fin da ragazzino (appare pure in un piccolo ruolo in Spy Kids 3-D: Game Over), Glen Powell si è affermato solo nel 2015, entrando nel cast di Scream Queens di Ryan Murphy (con cui sta scrivendo un musical per Broadway), e recitando poi in Tutti vogliono qualcosa di Richard Linklater, ne Il diritto di contare e nella sottovalutata rom-com Netflix Come far perdere la testa al capo (un consiglio, rivedetelo!), nel quale duetta con un'altrettanto notevole Zoey Deutch.
Glen Powell, se le rom-com sono il futuro di Hollywood
A proposito di rom-com, e a proposito di duetti, Glen Powell è il protagonista maschile di Tutti tranne te di Will Gluck, dove fa coppia con un'altra rising star di Hollywood, Sydney Sweeney. "Penso che una cosa che rende Syd davvero potente come attrice è la sua assenza di autoconsapevolezza. È estremamente consapevole come professionista, eppure sullo schermo acquisisce una certa inconsapevolezza, il che è l'essenza di ciò che la rende davvero brava in tutto ciò che fa", spiegava Powell a Vogue. Tra l'altro, se la rom-com di Will Gluck mette al centro un ragazzo e una ragazza all'opposto che fingono di avere una relazione, la chimica tra Glen Powell e Sydney Sweeney (basti vedere il trailer!) ha fatto intravedere una possibile, e vera, storia d'amore tra i due. Una voce prontamente smentita da Powell in un'intervista a Business insider: "Io e Sydney abbiamo un vero feeling. Ho avuto un'esperienza meravigliosa con lei in questo film. Ma per quanto riguarda frequentarsi realmente ed essere una coppia? Non è affatto così".
Accolta decisamente bene dalla critica USA, Tutti tranne te (dal 25 gennaio al cinema) mostra il talento versatile di Glen Powell, anche nel contesto delle commedie romantiche. Se di cambiamenti parliamo, oggi le rom-com non sono più un genere di riferimento, e allora un'ipotetica ripartenza deve iniziare da un nuovo casting e da nuove idee (pur legate ad una poetica Anni Novanta, come dimostra Tutti tranne te o Fidanzata in Affitto con Jennifer Lawrence). Non a caso, l'attore ha spiegato a Vogue che: "C'è così tanta gioia intorno alle commedie romantiche, e penso che Il matrimonio del mio migliore amico sia davvero un buon esempio, resta impresso nel tempo. L'abbiamo rivisto prima di girare Tutti tranne te!".
Da Top Gun: Maverick a Hit Man con (l'amico) Richard Linklater
Ma il percorso di Glen Powell, forse, non sarebbe stato lo stesso senza il successo di Top Gun: Maverick. Non ci sarebbe stato Tutti tranne te, e chissà non ci sarebbe stata la rivisitazione di un cult come Twister (estate 2024). Curisoità: Powell, inizialmente si avvicinò al film con un provino per il ruolo di Rooster, andato poi a Miles Teller. Una svolta, in un certo senso, che ha permesso all'attore di "avere libero arbitrio sul personaggio". Secondo Tom Cruise, "doveva rappresentare l'originale Top Gun. Serviva una figura spavalda, di divertimento, di ego impenitente". Del resto, il successo planetario del film di Joseph Kosinski (1 miliardo e mezzo al box office mondiale), è questione di sinergia, di unione e, di nuovo, di alchimia. Un film che ha "Salvato Hollywood", portando la platea cinematografica a (ri)avvicinarsi al grande schermo. Un instant cult, come si è rivelato un instant actor Glen Powell che, a IndieWire, spiegò quanto "Top Gun: Maverick ha reso le sequenze aeree ancora più estreme, rivendendo un personaggio e una storia in un modo nuovo e fresco".
Chimica, tempi, faccia, tono. Studio e applicazione, lo spazio scenico da occupare seguendo un filo logico. Il mestiere dell'attore, secondo Glen Powell, si basa sull'approfondimento totale dei personaggi a cui si da vita. Come nel caso di Hit Man, interpretato e scritto insieme all'amico Richard Linklater (anch'esso texano). Un film "Nato durante la pandemia", spiega l'attore nell'intervista di Vogue. "Hit Man non è il solito film di Richard. E non è un film che avrei potuto scrivere da solo. Insieme abbiamo creato un cocktail interessante. È sexy, provocante e divertente, ma contiene anche elementi thriller e d'azione. È oscuro, contorto, demenziale". E sì, dopo averlo visto a Venezia 80 (qui la nostra recensione), non possiamo che confermare gli aggettivi usati da Glen Powell che, da ragazzo, seguiva un corso di scrittura creativa ("tutti volevano fare poesia, io volevo scrivere sceneggiature!").
Emblematico quindi che il primo credit da sceneggiatore di Glen Powell sia condiviso insieme ad un regista che ha fatto delle sceneggiature il suo principale obbiettivo cinematografico (tre nomination per le sceneggiature: Before Sunset, Before Midnight e Boyhood), come a rimarcare una vocazione artistica che prevede un futuro (anche) dietro la macchina da presa. Hit Man, basato su un articolo di giornale, ripercorre la vicenda di Gary Johnson, mite professore che, all'occorrenza, lavorava sotto copertura per il dipartimento di polizia di New Orleans (nel film siamo Huston, però). "Un film che parla di identità", secondo Powell a Vogue, "E penso che le persone, in Pandemia, si sono ritrovate bloccate nella propria identità. Per questo abbiamo voluto realizzare Hit Man. E poi, essere avere successo come attore devi passare attraverso piccole crisi di identità". Un cortocircuito non da poco, per un attore finalmente riconoscibile. Tanto per le strade di Hollywood, quanto nel mondo.