Girl Power - La rivoluzione comincia a scuola, la recensione: su Netflix il femminismo tra i banchi del liceo

La recensione di Girl Power - La rivoluzione comincia a scuola: un inno femminista tra i banchi del liceo, dai toni leggeri ma con qualche esasperazione nella sceneggiatura.

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Girl power - La rivoluzione comincia a scuola: una sequenza del film

L'8 marzo è alle porte e Netflix festeggia le donne inserendo nel proprio catalogo Girl Power - La rivoluzione comincia a scuola (titolo originale Moxie), un inno femminista tra i banchi del liceo. Il film, disponibile sulla piattaforma streaming dal 3 marzo, rappresenta il secondo lavoro dietro la macchina da presa per Amy Poehler, uno dei volti comedy più noti d'America (basti pensare al ruolo di Leslie Knope nella serie cult Parks and Recreation) nonché co-presentatrice insieme a Tina Fey del Golden Globe 2021. L'attrice/regista, qui nei panni della madre della protagonista con un passato da Riot Grrrl, porta sullo schermo il romanzo Girl Power di Jennifer Mathieu, gridando al mondo l'importanza della parità dei sessi all'interno delle mura scolastiche, un contesto in cui le discriminazioni passano spesso ancora inosservate. Come vedremo nella nostra recensione di Girl Power - La rivoluzione comincia a scuola, il film si rivela una commedia fresca che intrattiene e non annoia ma, nonostante sia mossa dalle più buone intenzioni, presenta alcuni eccessi di retorica difficili da ignorare.

Moxie

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Girl power - La rivoluzione comincia a scuola: una foto

Vivian (Hadley Robinson) è una sedicenne introversa e intelligente alle prese con il terzo anno di liceo presso la prestigiosa Rockport High School. I suoi unici punti di riferimento sono una madre dal passato ribelle (interpretata da Amy Poehler) e la sua migliore amica Claudia (Lauren Tsai), con la quale condivide passioni e un basso profilo. Ben consapevole del clima sessista che dilaga tra i banchi di scuola, dove gira una lista che classifica e mortifica le ragazze del liceo, Vivian trova la forza di ribellarsi solo quando in classe arriva Lucy (Alycia Pascual-Pena), l'unica che sembra avere il coraggio di camminare a testa alta e di reagire ai soprusi. Ispirata dal passato da Riot Grrrl della madre, la ragazza decide così di scrivere e pubblicare in forma anonima una fanzine, Moxie, che affronti di petto il maschilismo che la circonda, incarnato soprattutto dal quarterback Mitchell Wilson (Patrick Schwarzenegger). La fanzine stimola fin da subito una forte presa di coscienza tra le ragazze, dando vita a un vero e proprio movimento femminista tra le mura del liceo.

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Potere alle donne

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Girl power - La rivoluzione comincia a scuola: una scena

La pubblicazione della fanzine apre finalmente gli occhi alle ragazze del liceo sui radicati atteggiamenti maschilisti della Rockport High School. Ai ragazzi, infatti, sembra essere concesso qualsiasi comportamento: dalle battute offensive, agli approcci fisici non richiesti, fino alla pubblicazione in rete di una mortificante lista che classifica le studentesse secondo le loro "migliori qualità". Spronate dalla parità di genere che invoca l'opuscolo, infatti, le ragazze smettono di accettare passivamente questi atteggiamenti e danno vita a un vero e proprio movimento femminista che si pone come obiettivo quello di eradicare il clima sessista, di discriminazione e indifferenza che dilaga tra i banchi scolastici. Questa piccola grande rivoluzione prende il via da piccoli gesti come dei semplici disegni sulle mani fino ad arrivare a una vera e propria lotta al dress code della scuola, imposto ingiustamente solo alle sue studentesse. Una rivolta che prende ispirazione dal movimento delle Riot Grrrl, un sottogenere del punk rock famoso soprattutto per le sue posizioni di forte femminismo militante e attivismo politico durante gli anni Novanta. Le note di Rebel Girl delle Bikini Kill accompagnano la protesta delle ragazze della Rockport High School che coinvolge man mano sempre più studenti, anche di sesso maschile, come Seth Acosta (Nico Hiraga), ragazzo sensibile e dai modi educati che farà breccia nel cuore di Vivian. La musica è un altro degli elementi fondamentali di questo processo di cambiamento: la colonna sonora è composta da pezzi punk-rock di band rigorosamente femminili, stratagemma che sicuramente aiuta a ribadire il messaggio senza apparire ripetitivi. L'obiettivo di Girl Power - La rivoluzione comincia a scuola è tra i più nobili: far capire ai giovani (ma non solo) l'importanza della parità di genere e del rispetto per gli altri, due concetti tanto importanti quanto ancora poco radicati nella nostra società e nella scuola. Purtroppo, però, l'eccesso di retorica e una sceneggiatura a volte esasperata, rischia di svilirne il contenuto.

Una sceneggiatura esasperata

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Girl power - La rivoluzione comincia a scuola: un'immagine

Il desiderio di veicolare il messaggio in maniera forte deve aver tratto in inganno Amy Poehler che spesso si lascia andare ad eccessi di retorica e a una sceneggiatura un po' esasperata. In primo luogo, suona decisamente anacronistico il fatto che, in un mondo in cui esiste Internet, sia necessario un opuscolo distribuito nel bagno delle ragazze per far aprire gli occhi alle studentesse sulle dinamiche sessiste radicate nella loro scuola. In secondo luogo, la tendenza dell'inclusività a tutti i costi fa sì che vengano creati dei personaggi, come una ragazza trans e una in sedia a rotelle, che finiscono per non avere un vero e proprio ruolo ma appaiono come semplici appendici del femminismo di Moxie e non come parte integrante di esso. Infine, la caratterizzazione dei protagonisti risulta esasperata e, spesso, contradditoria. Vivian, da ragazza timida e introversa diventa, in un batter d'occhio, eroina della rivoluzione femminista che utilizza frasi assurde come "abbasso il patriarcato". La preside (Marcia Gay Harden) e l'insegnante di lettere (Ike Barinholtz) vengono rappresentati come un'incapace la prima e uno smidollato il secondo, osservatori passivi di atti di discriminazione, salvo poi riscattarsi a due minuti dalla fine. Anche il quarterback della scuola sembra troppo infame per essere vero e, alcune situazioni, appaiono decisamente irrealistiche, come la scena in cui una ragazza tiene un'improvvisata lezione di femminismo in classe, dopo essersi alzata e aver interrotto il professore. Tutti aspetti che, pur non togliendo nulla al grado di intrattenimento del film, lo rendono molto meno credibile.

Conclusioni

Come abbiamo visto nella nostra recensione di Girl Power - La rivoluzione comincia a scuola, il film diretto e interpretato da Amy Poehler risulta una visione piacevole che non annoia mai nel corso della sua ora e 50 minuti di durata. Bella la colonna sonora, composta da pezzi punk rock al femminile, e nobile l'intento di veicolare un messaggio di parità di genere all'interno dell'ambiente scolastico. Peccato che, l'eccesso di retorica e alcune esasperazioni, rischino di sminuirne il contenuto.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Una commedia piacevole che non annoia mai.
  • La colonna sonora punk rock al femminile.

Cosa non va

  • Una sceneggiatura esasperata.