Dai palleggi sul campo da basket di Love & Basketball ai combattimenti spettacolari di The Old Guard: il film Netflix diretto da Gina Prince-Bythewood, con protagonista il premio Oscar Charlize Theron, è entrato nella top 10 dei film più visti sulla piattaforma di streaming.
Un bel successo per la regista, che molto probabilmente tornerà a dirigere anche i sequel di The Old Guard, visto che la pellicola è tratta dall'omonimo fumetto di Greg Rucka, pubblicato in questi giorni in Italia, che, nelle intenzioni dell'autore sarà una trilogia.
Abbiamo raggiunto Gina Prince-Bythewood via Zoom: ci ha raccontato com'è stato dare vita a questo gruppo di guerrieri immortali che si batte per rendere il mondo un posto migliore.
La nostra intervista a Gina Prince-Bythewood su The Old Guard
The Old Guard, la recensione: Il primo passo di un potenziale franchise
The Old Guard e le sue protagoniste fortissime
È buffo che le donne forti siano viste come streghe: nel film cercano di separarle perché sono troppo potenti insieme. Secondo te oggi è cambiato qualcosa?
È incredibile come sono state trattate le donne forti nel corso della storia: in passato sono state schiacciate con accuse di stregoneria e anche con il diritto al voto. Amo il fatto che al centro del film ci siano due donne: una di 6mila anni, che è stata una guerriera per tutta la vita, e Nile, che è appena nata come immortale, ma è anche una marine, anche lei è una guerriera. Mi piaceva moltissimo l'idea di mettere insieme queste due donne combattive: è la base per un rapporto davvero interessante.
The Old Guard: il vero super potere è l'empatia
Credo che il vero super potere di questi personaggi sia che sono in grado di provare reciprocamente il loro dolore: il loro super potere è l'empatia. Pensi che oggi ci sia bisogno dell'empatia come non mai?
Al cento per cento. È interessante: le persone mi chiedono cosa renda questi personaggi tosti, cosa renda una donna tosta, ma per me contribuiscono sia la spavalderia e la forza che l'empatia. Devi averla per essere tosta: nel mondo l'empatia scarseggia, ma è ciò di cui c'è bisogno. Pensiamo a cosa sta succedendo con la pandemia globale, alla questione delle mascherine: se provi empatia ti preoccupi degli altri. Dovrebbe essere scontato. Invece c'è tanto egoismo: spero che questa pandemia ci insegni a essere più solidali gli uni con gli altri.
The Old Guard: scene d'azione spettacolari
Sapevo che saresti stata molto brava con le scene d'azione perché amo Love & Basketball, è uno dei miei film cult: hai fatto un ottimo lavoro con le scene di combattimento. Come è stato girarle?
È stato divertente e difficile: leggevo il fumetto e, guardando queste scene così belle, da spettatrice dicevo che figata, ma poi, quando ho ottenuto il lavoro, ho pensato a quanto sarebbe stato complicato girarle. Ho cominciato dalla mia visione, sapevo cosa volevo, realismo: l'azione doveva essere al servizio dei personaggi, far parte della storia. Per riuscirci avevo bisogno di attori disposti a lavorare sodo: volevo che fossero loro a girare le scene e non controfigure. È stato fondamentale avere degli attori disposti a sacrificarsi così: hanno lavorato mesi per riuscirci. Questo ha reso il mio lavoro più facile: amo un bel combattimento, ho fatto kickboxing, so che aspetto deve avere. È stato bellissimo vedere il nostro team di stunt creare le coreografie dei combattimenti e vedere gli attori diventare sempre più bravi. Lo sentivi nella pancia quando arrivava il pugno o il calcio perfetto: ci credevi. È stato esaltante: mi veniva da rispondere ai colpi mentre li vedevo.
The Old Guard e l'esaltazione della diversità
Andy, alla fine, dice che aveva bisogno di ricordarsi cosa si prova a sentirsi indistruttibile e straordinaria: come possiamo ricordarcelo ogni giorno?
Amo quella sensazione: se accendi la tv e guardi il film lo diciamo in continuazione. Onestamente, dipende da noi: quando trovi un'eroina o una donna che ti ispira, guarda quello che fa, cerca di seguirla. Spero che più questi film verranno fatti, film in cui le donne sono eroine, più verrà vista come una cosa normale e non eccezionale. Penso che in questo modo cominceremo a vederci così e a comportarci di conseguenza nella vita reale.
Amo la "scena del fidanzato": è fantastica. Secondo te perché le persone che non riescono a comprendere l'amore, ridono quando lo vedono?
Credo semplicemente perché non ci sono abituati: se non fa parte della tua vita quotidiana non sai come affrontarlo. Una delle cose molto belle del girare quella scena è stato che i due attori si sono donati completamente: amavano quel discorso, la relazione dei loro personaggi e lo stare facendo qualcosa che non era mai stato visto in questo genere di film. Al primo test screening ero nervosa: mi chiedevo come avrebbe reagito il pubblico. Aspettavo, aspettavo e poi, al momento del bacio, le persone nel cinema hanno cominciato ad applaudire. È un cambiamento incredibile. Non avrei comunque tagliato quella scena, anche se il pubblico non l'avesse gradita, perché doveva essere in questo film, ma il fatto che il pubblico l'abbia apprezzata è davvero una cosa bellissima.