Da qualche anno va di moda a Hollywood il cosiddetto legacyquel, film che fa da ponte tra i protagonisti storici di un franchise e le nuove generazioni. Di questo filone fa parte Ghostbusters: Legacy, disponibile dal 16 maggio su Sky Cinema, che è tale anche dietro la macchina da presa: il compianto Ivan Reitman, regista dei primi due capitoli, in questa sede è stato solo produttore, mentre la regia è stata affidata a suo figlio, Jason, anche co-autore di un copione che riflette sulla questione della famiglia. Dati gli elementi in gioco, era inevitabile che il nuovo film (quarto del franchise in generale, terzo della continuity inaugurata nel 1984) contenesse vari rimandi al passato. Ecco quali sono, senza spoiler.
Gli attori
Anche se in ruoli ridotti, come vuole un po' la tradizione del legacyquel, i protagonisti dei primi due episodi sono presenti anche in Ghostbusters: Legacy, come annunciato prima ancora che iniziassero le riprese: tornano Bill Murray (Peter Venkman), Dan Aykroyd (Ray Stantz), Ernie Hudson (Winston Zeddemore), Annie Potts (Janine Melnitz) e Sigourney Weaver (Dana Barrett). Manca all'appello Harold Ramis, scomparso nel 2014, ma l'interprete di Egon Spengler è comunque presente a livello spirituale (il film è dedicato alla sua memoria) e tramite materiale d'archivio. Non c'è neanche Rick Moranis (Louis Tully), ma questo per scelta: l'attore canadese ha più o meno lasciato il cinema dopo la morte della moglie, ed è diventato estremamente selettivo nella scelta dei progetti a cui partecipare.
Ghostbusters: Legacy, Jason Reitman: "Vedendo il film mio padre brillava di orgoglio"
La trama
Il film ruota attorno al lascito di Egon, la cui famiglia eredita una fattoria in mezzo al nulla dove sono custoditi alcuni souvenir dei vecchi tempi (la macchina Ecto-1, gli zaini protonici, le trappole per catturare i fantasmi). Parte del mistero include il possibile ritorno di Gozer, antagonista interdimensionale del primo Ghostbusters - Acchiappafantasmi, e a tale entità è riconducibile una parte degli eventi paranormali che spingono i membri più giovani della famiglia a riesumare l'attrezzatura e indagare su quello che sta accadendo. Un altro elemento di disturbo è Muncher, fantasma blu che ricorda fisicamente Slimer e lo sostituisce come spirito ingordo e burlone, con toni leggermente più seri rispetto al ruolo umoristico della mascotte verde del franchise.
Ghostbusters: Legacy, la recensione: L'eredità degli Acchiappafantasmi passa da padre a figlio
Le situazioni e la musica
Ovviamente c'è il tema originale di Ray Parker Jr., caposaldo della saga da quasi quarant'anni, a cui si abbina un uso ironico del mitico slogan Who you gonna call?, frase caratteristica di questi lungometraggi. Altre battute sono omaggiate in contesti simili a quello del primo film, e in una scena ambientata in un supermercato appaiono dei piccoli uomini Marshmallow, che rimandano al gigantesco fantasma scaturito dalle paure di Ray nel capostipite. E sebbene ci si concentri soprattutto sul primo capitolo, quello che i fan ricordano con maggiore affetto, c'è anche qualche tributo a Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II, in particolare il fatto che Ray continua a gestire il suo negozio dedicato all'occulto (con il sostegno finanziario di Winston).