Le abbiamo viste (quasi) tutte: tempeste di ghiaccio, asteroidi assassini, alieni invasori, vulcani in eruzione. Dopo decadi di disaster movie di ogni tipo, come si può, parafrasando il sommo Zingaro interpretato da Luca Marinelli in Lo chiamavano Jeeg Robot, fare "il botto più grande di tutti i botti"?
Leggi anche: Geostorm: un nuovo trailer per il disaster movie con Gerard Butler
Se lo sarà chiesto Gerard Butler, da condottiero spartano e fantasma dalla voce romantica a nuova icona del cinema action, moderno Bruce Willis con più barba e capelli. Protagonista e produttore di Geostorm, nelle sale italiane dal primo novembre, l'attore scozzese naturalizzato americano interpreta Jake Lawson, ingegnere geniale, inventore del Dutch Boy, sistema di satelliti che contrasta i disastri ambientali dall'alto, sorvegliando la Terra come un guardiano silenzioso.
Irruento, indisciplinato e molto sicuro di sé, Jack ha salvato la Terra dopo che il global warming ha reso il pianeta un luogo insostenibile, riportando l'equilibro nella forza e, soprattutto, nella temperatura. Il suo carattere allergico all'autorità lo ha però portato lontano dalla sua creatura e proprio suo fratello Max, (Jim Sturgess), consigliere dello staff del Presidente degli Stati Uniti, gli ha dato la notizia. Qualche anno dopo la cacciata però, Max torna dal fratello per chiedere aiuto: un satellite è impazzito, congelando un intero villaggio in Afghanistan, e diversi segnali fanno presagire l'arrivo di un "geostorm", una catena di disastri naturali talmente devastante da portare alla distruzione dell'intero pianeta. Jack torna quindi nello spazio, ma deve venire a capo di un puzzle intricato: qualcuno sta sabotando la stazione spaziale dall'interno.
Leggi anche: Den of Thieves: Gerard Butler è un poliziotto spietato nel primo trailer
Storia di due fratelli e un disastro
Come ogni disaster movie che si rispetti, per giustificare "i botti più grandi di tutti i botti" Geostorm mette al centro del suo racconto un travagliato rapporto tra fratelli: geniale e impulsivo uno, ligio al dovere e affidabile l'altro, cresciuti insieme con tanto di codice segreto da usare nel bel mezzo di una cospirazione internazionale, ma incapaci di confrontarsi serenamente da adulti sulla Terra. La distanza di diversi anni luce permette loro di riscoprire il proprio legame, che diventa una grande e, non proprio sottile, metafora del destino dell'umanità, che condivide lo stesso pianeta da sempre ma, ancora oggi, non è in grado di superare le proprie divergenze e fare fronte comune davanti a una minaccia incombente come quella del riscaldamento globale.
Leggi anche: Roland Emmerich: le quattro variazioni del disaster movie moderno
"A volte Dio non gioca tanto pulito"
Uscito proprio nell'anno in cui il nuovo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta facendo marcia indietro su tutti i provvedimenti a favore della salvaguardia dell'ambiente, Geostorm in patria è stato accolto positivamente dal pubblico, che lo ha premiato al botteghino. Forse grazie alla congiuntura politica favorevole, forse grazie al grande cast a disposizione (oltre a Butler e Sturgess compaiono nel film anche Andy Garcia nei panni del Presidente Andrew Palma, Ed Harris in quelli di Leonard Dekkom, capo della sicurezza della Casa Bianca, e Abbie Cornish nel ruolo di Sarah Wilson, guardia del copro di Palma e fidanzata, in segreto, di Max), Geostorm ha convinto il pubblico a stelle strisce, a cui però sono probabilmente sfuggiti due difetti, è il caso di dirlo, catastrofici. La scrittura eccessivamente didascalica e retorica, abbondano frasi come "a volte Dio non gioca tanto pulito", che fa intuire immediatamente chi c'è dietro ogni singolo colpo di scena, e la mancanza di azione spettacolare, una pecca madornale per un disaster movie. È vero, Butler volteggia nello spazio e rifà la sua personale versione lacrimosa di Gravity, ma non basta a fare di Geostorm un disaster movie in grado di segnare un'epoca come fatto da Armageddon o Independence Day.
Movieplayer.it
2.0/5