Gen V, la recensione del finale di stagione: i Guardiani della Godolkin

La recensione dell'ottavo e ultimo episodio di Gen V (1x08), un season finale-campo di battaglia nei confini della God U che apre le porte all'attesissima quarta stagione di The Boys.

Gen V, la recensione del finale di stagione: i Guardiani della Godolkin

Arrivati alla fine della prima stagione di Gen V, possiamo tirare le fila del primo progetto spin-off dedicato all'universo di The Boys. A Lucca Comics & Games 2023 abbiamo incontrato il geniale Gart Ennis, creatore del fumetto originale, che ha rivelato un percorso creativo e traspositivo legato alla serie madre e a questa espansione narrativa seriale "ricco di sintonia e idee interessanti". Non sono da escludere nuovi progetti spin-off, insomma, ma attualmente le certezze sono tutte rivolte all'annunciata seconda stagione di Gen V e soprattutto alla quarta e attesissima stagione di The Boys.

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Gen V: una scena dell'episodio 8

Come già sottolineato, questi titoli andranno ad alternarsi e intersecarsi tra loro, in una struttura condivisa che rende fondamentale la visione di entrambi gli show. Il finale di stagione di Gen V è molto chiaro su questo punto: per comprendere appieno i risvolti in The Boys 4 dovrete aver frequentato anche la God U. Il gioco vale la candela, comunque, considerando la bontà della serie, i suoi eccessi, la concezione del progetto e alcune ri-letture davvero entusiasmanti. Con l'ottavo e ultimo episodio di Gen V ormai uscito da qualche giorno, proviamo a riflettere su pregi e difetti del finale di stagione e sulla generale bontà dell'intero spin-off. [ATTENZIONE, SPOILER A SEGUIRE]

Amici e nemici

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Gen V: una scena dell'episodio 8

Dopo essersi liberata dai legacci della manipolazione della Shetty, arrivando addirittura a sgozzare senza pietà la donna che più di altre - seppure con tornaconto - l'aveva cresciuta come una figlia, Cate comincia a farsi guidare dalla stessa e malata ideologia di Patriota: i supereroi sono la razza suprema ed evoluta, gli umani inutili e crudeli formiche. Si tratta di un pensiero corrotto da anni di dolore e tormenti psicologici legati alla propria situazione, ma Cate è decisa: la sua missione è quella di liberare i supereroi prigionieri del Bosco e sguinzagliarli nei confini della Godolkin University per massacrare ogni umano nel campus. Sam è con lei, avendo subito per anni le sevizie e i brutali esperimenti nel laboratorio segreto sotto il campus, e fermare Sam è davvero un problema. Improvvisamente Marie e gli altri si trovano a dover combattere contro quelli che fino a un attimo prima erano loro amici e alleati. I fronti sono finalmente schierati e più o meno definitivi: la Battaglia della Godlkin ha inizio. Un episodio breve e conciso, questo season finale di Gen V, che non fa altro che mostrare le conseguenze in termini d'azione dei virulenti piani della Shetty e dei pensieri sempre più estremisti di super e umani: in un caso di purissima supremazia, nell'altro di controllo e oppressione.

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Gen V: una scena dell'episodio 8

L'universo di The Boys è marcio e disastrato nonostante le centinaia di supereroi in circolazione, e persino le generazioni più giovani non riescono a salvarsi del tutto da questa corruzione idealistica proprio perché cresciuti sotto l'egida malata delle fine icone d'eroismo. Qualcuno però non ci sta e pensa che essere super significhi in effetti prendersi le proprie responsabilità, combattere per il bene e fare sempre la cosa giusta, a prescindere da chi si debba affrontare. Marie è una di questa persone, così come Emma e persino André, che scelgono di essere la versione migliore dei Guardiani della Godlkin, salvo sottovalutare l'effettivo potere negativo della Vought International.

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Una stagione riuscita

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Gen V: una scena dell'episodio 8

L'ottavo episodio di Gen V espone tutti i pregi e i difetti della produzione spin-off di The Boys. Finché si tratta di espandere l'universo narrativo del franchise e lavorare per concettualità sui poteri, le relazioni e la formazione delle nuove generazioni di supereroi, la serie si comporta meravigliosamente bene, sia in termini di scrittura che di idee - ma anche di cinismo e ironia. I problemi arrivano quando un intero episodio come questo conclusivo si trasforma in un vero e proprio campo di battaglia che non riesce a nobilitare fino in fondo le potenzialità action del prodotto, ammaccandone sporadicamente estetica e qualità. È un difetto che si nota anche in The Boys, relativo a scelte registiche e di montaggio, per lo più tecniche. Tutto funziona ottimamente finché si resta nella sfera della destrutturazione in concreto e in astratto del genere, ma uscendo dal tracciato narrativo, dialogico e strutturale assistiamo a uno smottamento verticale dell'impalcatura formale. Non c'è reale entusiasmo nel vedere questi supereroi combattere tra loro, non ammiriamo coreografie elaborate, sequenze ricercate o visioni ammalianti.

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Gen V: una scena dell'episodio 8

Quello a cui assistiamo è un massacro splatter immerso in un sarcasmo disfunzionale che però diverte e intrattiene. Capite bene che un intero episodio basato su questa ossatura non può essere minimamente paragonato alla prima metà di stagione, e probabilmente è qualcosa che anche gli showrunner immaginavano, tanto da inserire i cameo di Patriota e Billy Butcher proprio all'apice dell'escalation per salvaguardare il risultato finale di una conclusione non del tutto entusiasmante. Il resto dello show resta comunque ottimo e in fin dei conti il season finale spalanca solo nuove porte nel futuro del franchise, il che lo rende un episodio quasi di passaggio, che chiude appena qualche linea narrativa senza mettere nessun punto.

Conclusioni

In conclusione, il season finale della prima stagione di Gen V si rivela contenitore perfetto di tutti i pregi e i difetti della prima serie spin-off di The Boys. Brillantemente elaborato in termini concettuali, dalla decostruzione del genere all'utilizzo geniale dei poteri dei protagonisti, lo show mostra il fianco in chiave action, incapace di strutturare sequenze adeguate o nobilitare i combattimenti dei super. Un difetto che condivide con The Boys, comunque, e che non rappresenta una problematica primaria, solo tecnica e d'impatto scenico. Le priorità sono altre, e in quelle Gen V è paragonabile in tutto e per tutto alla serie madre, dall'inizio alla fine.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • Il modo in cui si trasformano le parti in gioco.
  • La scrittura sempre divertente e ricca di spunti geniali.
  • Gli attesissimi cameo.

Cosa non va

  • L'azione è noiosa e senza guizzi.
  • Si poteva fare qualcosa di più in chiave registica.