Ci sono dei momenti storici in cui, grazie a una congiuntura astrale particolarmente fortunata, la creatività sembra concentrarsi tutta in una città, portando a un ambiente favorevole per l'ispirazione: con il suo status di ossimoro vivente, di urbe incastonata tra cielo, terra, fuoco e acqua, Napoli è sempre stata un luogo in cui si sono mescolati correnti di pensiero e artistiche, colori, profumi, suoni unici, uniti dal comune denominatore di una vitalità che è quasi diventata un tratto distintivo dei suoi abitanti.
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Per anni descritta solo come la città della criminalità e della "monnezza", Napoli vive in questo periodo un fermento artistico vivo e attivo: Gatta Cenerentola, film di animazione presentato in concorso nella sezione Orizzonti della 74esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, dal 14 settembre in sala, sembra incarnare questo spirito, facendo da ponte tra vecchio e nuovo, tradizione e modernità. Ispirato all'omonima fiaba di Giambattista Basile, il film è musicato come l'opera teatrale di Roberto De Simone, ma può contare su una colonna sonora scritta ad hoc da Antonio Fresa e Luigi Scialdone, impreziosita da brani di altri artisti, tra cui A chi appartieni dei Foja, il cui frontman, Dario Sansone, è anche uno dei registi.
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Abbiamo incontrato Sansone e gli altri tre registi, Alessandro Rak, Marino Guarnieri e Ivan Cappiello, a Venezia, dove, in un'intervista a quattro, ci hanno raccontato di quanto coraggio ci voglia a fare animazione in Italia, un settore ancora poco esplorato dal cinema italiano, di come hanno trovato il tratto unico dei disegni del film, delle musiche e del loro rapporto con Ciro Priello dei The Jackal, che ha prestato la voce a uno dei personaggi del film.
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Fare animazione in Italia: un'impresa che richiede coraggio
Gatta Cenerentola unisce disegni a mano al 3D: quanto coraggio ci vuole a fare un'animazione così complessa?
Dario Sansone: Ci vuole coraggio a prescindere per fare animazione in Italia: è un settore praticamente inesistente. Il coraggio è stato soprattutto cercare di farlo: per il resto crediamo in quello che facciamo e nelle storie che vogliamo raccontare.
Alessandro Rak: Non è un settore inesistente, ma è fatto di piccole realtà poco conosciute e tutte altrettanto coraggiose.
Marino Guarnieri: Diciamo che in generale ci vuole sempre coraggio a fare cose che sono diverse. Non so se il nostro film abbia una vita propria, ma sicuramente è una cosa diversa da tutto ciò che abbiamo fatto, insieme e singolarmente, negli ultimi anni.
Lo stile di disegno di Gatta Cenerentola è unico e pieno di personalità: non somiglia né a quello americano né a quello giapponese. Come lo avete trovato?
Rak: Il segno che noi maturiamo per i progetti è sempre legato a un aspetto tecnico-artistico: si riversano in questo i background culturali e artistici di tutte le persone che partecipano. Nello specifico, il character design è un po' più legato a me e Dario, ma ha avuto già in Marco Galli e in Ivan Cappiello un ottimo incipit. Siamo tutti disegnatori: ovviamente dobbiamo trovare la quadra di stili e idee diverse, attraverso sperimentazioni tecniche legate ai software e al nostro modo di disegnare. Ormai nel nostro disegno, nei soggetti più maturi dello studio, c'è un' autorialità precisa.
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Dai disegni alle musiche: una colonna sonora trascinante
La colonna sonora di Gatta Cenerentola è forte tanto quanto i disegni: sono nate prima le musiche o i personaggi?
Rak: A Napoli abbiamo la fortuna di essere al centro della scena musicale partenopea: la nostra vicina di casa e di studio è la Full Heads, casa di produzione discografica. Da sempre circolano intorno a noi musicisti: e uno in particolare, Dario Sansone, il frontman dei Foja, band che a Napoli, e non solo, va alla grande, si è perfino insediato tra noi. La scena musicale partenopea è molto viva ed è molto generosa: diversi autori ci hanno concesso dei pezzi, abbiamo inserito nel film il maggior numero possibile di contributi. Se questo film è così ricco dal punto di vista musicale è proprio perché non possiamo fare a meno di tutta questa musica che ci circonda.
Ivan Cappiello: C'é da dire inoltre che la musica nasce anche durante la lavorazione: Dario ci fa ascoltare spesso molti dei suoi colleghi, che conosce e frequenta, quindi mentre scriviamo abbiamo a disposizione sempre una grande varietà di dischi, fatto che ci aiuta ad avere delle suggestioni. A volte dei pezzi evocano delle scene, che pensiamo quindi già di abbinare al film. In fase di scrittura Dario ha scritto un pezzo apposta per la pellicola, A chi appartieni, senza che ci fosse la sceneggiatura completa: è finito nei titoli di coda di Gatta Cenerentola e anche nel disco dei Foja. La fortuna di lavorare in un ambiente così stimolante ci permette di raccogliere una serie di emozioni e suggestioni che influenzano naturalmente la scrittura e la realizzazione di un film.
Rak: Inoltre, Antonio Fresa e Luigi Scialdone hanno lavorato dall'inizio sulla colonna sonora originale, rivisitando pezzi della tradizione napoletana e brani studiati ad hoc: poi ci sono le interpretazioni, tra cui quella di Massimiliano Gallo, uno degli attori principali del film, se non il protagonista, che è figlio d'arte - di Nunzio Gallo, grande voce della musica italiana e napoletana -, che ha fatto valere i suoi geni.
Sansone: Fondamentalmente la colonna sonora di questo film tende a creare un ponte tra la tradizione, le nostre radici, la nostra lingua e la modernità: è questo il gioco che tiene in piedi anche il film, che si muove tra passato, presente e futuro.
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Il contributo di Ciro Priello dei The Jackal e della città di Napoli
Ciro Priello, volto dei The Jackal, presta la voce a uno dei personaggi: l'avete coinvolto perché siete fan dei loro video? O ha fatto un provino come tutti?
Sansone: Provini li abbiamo fatti a tutti!
Rak: Non c'è bisogno di aggiungere fan: i The Jackal ne hanno abbastanza. Con Ciro è stato un gioco: si è dimostrato un attore fenomenale anche in questo caso.
Cappiello: In realtà è capitato anche un po' per caso: Ciro è passato in studio - a Napoli tra chi fa audiovisivo ci conosciamo un po' tutti -, era venuto a vedere delle cose e a registrare dei suoi progetti e in quell'occasione gli abbiamo chiesto se gli avrebbe fatto piacere interpretare un personaggio. Lui ci ha risposto subito di sì, ma poi ci siamo resi conto che ci era rimasto il ruolo della Sesta sora: ci ha fatto sul momento un'imitazione di questo femminello ed era perfetto, è stato subito al gioco. È stato un divertimento creare con lui il personaggio in sala di registrazione.
Guarnieri: È stata la consacrazione di Vrenzole e Gay Ingenui: si sono mischiati un po' di sangue. È stato molto divertente.
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In questo momento Napoli sembra particolarmente attiva sul fronte della produzione artistica: è bello essere circondati da queste realtà che si arricchiscono a vicenda, oppure vi odiate tutti?
Rak: Sì, c'è l'invidia proprio, il fastidio fisico per le strade di Napoli! No, c'è un bel fermento: c'è tanta voglia di fare e di raccontare, storie diverse che circolano e quindi interazioni che si vengono a creare con più facilità.
Sansone: E anche di raccontare la propria città in modo diverso.
Guarnieri: C'è da considerare inoltre che, nella realizzazione delle nostre opere, c'è una partecipazione della città stessa: ci sostengono tutti, quando presentiamo anche delle brevi clip abbiamo molto seguito, per il crowdfunding ci hanno aiutato più di duecentocinquanta persone, a Venezia sono venute, autonomamente, moltissime delle persone che ci seguono a Napoli. Ci fa molto piacere, anche perché in questi momenti uno si deve anche abbandonare alle emozioni, e avere gente che ti sostiene, anche affettivamente, è molto importante.
Sansone: In realtà però siamo ipocriti: ci odiano tutti!