Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth, al fianco di George Miller, si sono concessi generosamente alla stampa presente al Festival di Cannes 2024 per svelare i segreti della lavorazione di Furiosa: A Mad Max Saga. Apertura col botto (mai frase fu più azzeccata) tra le lodi della critica e l'entusiasmo del pubblico. Vestita di bianco con calottina con perline a coprire i lunghi capelli biondi l'interprete di Furiosa, elegantissimo in completo rosa Hemsworth, chiamato a vestire i panni del villain, il signore della guerra Dementus.
"Quando giri un film arrivi a un punto in cui sai troppo del dietro le quinte" ha ammesso Anya Taylor-Joy. "Perciò è stato straordinario sperimentare un film attraverso lo sguardo del pubblico, vedere le reazioni mi ha aiutato a vedere il film con occhi nuovi". Dopo essersi scrollato di dosso, almeno temporaneamente, il mantello di Thor, Chris Hemsworth se la gongola celebrando la sua prima volta a Cannes e ammette: "Mad Max ha un posto speciale nel mio cuore visto che sono australiano, mi fa ripensare con nostalgia alla mia infanzia. Posso solo ringraziare George per avermi voluto nel film".
45 anni di Mad Max
In mezzo ai lustrini di Cannes, il 79enne George Miller sembra un ragazzino pieno di entusiasmo mentre ribadisce il suo amore per il cinema e la sua natura prettamente visiva, che lo ha portato a realizzare opere spettacolari che sono entrate a far parte della memoria collettiva. "Mad Max è parte della nostra cultura da 45 anni" dice. "Abbiamo finito Furiosa solo poche settimane fa ed ero curioso di conoscere la reazione del pubblico. Le mie storie sono allegoriche, il primo Mad Max è stato definito un 'western su ruote' in Francia, in Giappone lo hanno paragonato a un film di samurai e visto il legame tra Kurosawa e il western direi che è ben inserito nella tradizione".
Quando George Miller è entrato nell'industria, la celluloide dominava, poi c'è stato il passaggio al digitale e anche se ribadisce che per lui "la storia è al primo posto", il regista di Furiosa: A Mad Max Saga si è distinto come pioniere. "Il cinema si evolve in continuazione, soprattutto la tecnologia" spiega. "Sono cresciuto in campagna senza tv e senza internet, avevo solo i fumetti e i libri di scuola. I film li guardavamo nella sala parrocchiale una volta a settimana e il resto del tempo giocavo imitando ciò che vedevo sullo schermo. Questo ha avuto una grande influenza su di me".
Il segreto è la varietà
Pur mantenendo inalterate le caratteristiche essenziali della saga, per George Miller è fondamentale che ogni capitolo di Max Max si distingua dagli altri, sia dal punto di vista narrativo che visivo. "Se ti ripeti annoi il pubblico" ammette. "Io sono guidato dalla curiosità quindi non mi piace ripetermi. Ogni storia deve essere diversa dalla precedente". Proprio in virtù di questa regola, il regista australiano ha fatto un lavoro incredibile sulle location, perché "tutto quello che crei o vuoi che sia visto nello schermo deve servire alla storia. Queste storie sono legate dal punto di vista dell'estetica dei veicoli e personaggi. Ci vuole una progressione nella storia, ma l'importante è conservare una coerenza interna". Anya Taylor-Joy interviene rafforzando le dichiarazioni del suo regista e spiega: "Ogni sequenza action è un'estensione dei bisogno del personaggio e di cosa vuole, ogni ingrediente rende il mondo più ricco e profondo. Quello di Furiosa è un universo dettagliato, multilivello, in cui niente è fatto per caso".
Naturalmente anche il villain di Chris Hemsworth possiede dei tratti caratteristici che lo distinguono dagli altri signori della guerra apparsi nel franchise: "Di Dementus mi ha colpito la natura del villain così malvagia, ma anche la sua vulnerabilità. Ha un passato traumatico, che ovviamente non giustifica le sue azioni, lotta per sopravvivere in un ambiente brutale. Ho capito subito che era un personaggio molto diverso dal resto dal franchise, è assurdo, contraddittorio e violento. Spero anche sorprendente. A livello creativo è stata una grande soddisfazione".