Niente da prendere sul serio, niente di memorabile, niente che non possa essere inteso come intrattenimento velocissimo, da gustare tutto d'un fiato, a fiamma altissima. Insomma, nulla di nuovo all'orizzonte. Il punto, però, è che Fuoco mortale (High Heat, titolo originale), non parte nemmeno troppo male. Anzi. Titoli di testa animati di pregevole fattura, un finito piano sequenza che si aggira in una fervente cucina, una fotografia curata, uno spirito che non rinuncia all'umorismo. C'è da ben sperare, quindi? Così e così: perché alla lunga, il timbro action dato al film da Zach Golden, su sceneggiatura di James Pedersen (entrambi all'esordio) finisce per scadere in un susseguirsi di battute, di disorganizzata azione, di svolte spudoratamente prevedibili che strizzano l'occhio al cinema di Guy Ritchie.
Chiaro, Fuoco mortale, che si aggiunge al catalogo streaming di Prime Video, non è certo fatto per restare impresso nella memoria, seguendo la mission dell'intrattenimento. Una scelta produttiva lecita, ci mancherebbe, e lo abbiamo scritto e detto più volte, affrontando titoli come questo (che popolano e spopolano sulle piattaforme). Tuttavia, nel contesto dell'intrattenimento (action), il film di Zach Golden è totalmente debitore ad opere (e operazioni) similari, andando avanti nella narrazione senza una coesa continuità che non sia (solo) una sequela di scene e dialoghi ampiamente battuti e abusati nel genere di riferimento.
Fuoco mortale, la trama: debiti e cucina
La storia di Fuoco mortale? Sarebbe quasi da dire, amore, bugie e... coltelli. La protagonista è Ana (Olga Kurylenko), apprezzatissima chef che troviamo indaffarata in cucina; è la serata inaugurale del suo ristorante, e tutto deve filare liscio. Ristorante che gestisce insieme al compagno Ray (Don Johnson), noto e accanito giocatore. A proposito: la scintilla che accende la trama arriva proprio da un debito riscontrato da Ray. Appena chiuso il locale, irrompono due tizi con lo scopo di dar fuoco al locale.
Cosa vogliono? E perché Ana riesce a farli fuori, come se stesse cucinando una porzione di patate fritte? Qui, Fuoco mortale rivela subito le carte: Ana è un'ex agente del KGB, mentre Ray ha bucato un debito con il criminale Dom (Dallas Page): la somma è servita per aprire il locale, ma ora l'uomo non riesce a saldare l'ammanco. Poco a poco, tutti gli uomini al soldo del boss si metteranno sulle tracce di Ana (in un modus operandi abbastanza monotono) con lo scopo di incendiare il locale, in una notte che finirà, nemmeno a dirlo, nella classica resa dei conti.
Un action poco ispirato (e già visto)
Che poi, come scritto in apertura di recensione, Fuoco mortale è tecnicamente ben curato: lo score di Max Di Carlo, che ammicca al jazz, sa il fatto suo; la spessa fotografia di Adam Lee dà un tono autoriale, e le sornione interpretazione di Olga Kurylenko e Don Johnson sono coerenti con la sceneggiatura (e non sarebbe terribile nemmeno il cast di contorno, composto da un nutrito gruppo di mestieranti, come Jackie Long, Dallas Page e Kaitlin Doubleday). È il resto, a mancare. Lo script, infatti, sembra essere incollato da una serie di archetipi tipici degli action movie. Sicari, personaggi loschi, boss, lavori sporchi, cocenti debiti e affari che saltano (letteralmente) per aria.
Chiaro, una fauna che stabilisce il metro del genere, tuttavia Fuoco mortale non riesce mai a fare il passo decisivo, perdendo di sostanza anche nelle scene d'azione, ben poco inserite in una storia incredibilmente verbosa (ripetiamo, il focus cercato è Guy Ritchie), quasi letterale (qualche pallottola ad alto calibro solo nelle scene finali, alternata ad una scazzottata). Per questo, è come se Fuoco mortale girasse continuamente su se stesso, nonostante duri - titoli di coda esclusi - appena un'ora e venti. Un timing, limitato, ma che non aiuta in termini pratici, in quanto la narrazione manca del giusto abbrivio. Questo è un fattore che non possiamo non considerare nella nostra analisi critica (per quanto poi, titoli del genere, possano essere effettivamente analizzati), prendendo in considerazione sia l'indole narrativa poco raffinata (e molto poco originale), sia il pubblico di riferimento che, grazie a titoli come quello di Golden, cercano un film action usa-e-getta, consapevoli di trovarsi davanti l'ennesima copia di un filone che non conosce fine.
Conclusioni
Fuoco mortale? Sì, l'ennesimo action che rimpolpa i cataloghi stream. Peccato però che l'action in questione si ridotto all'osso, con una sceneggiatura stranamente verbosa che ammicca al pulp senza avere la stessa originalità del pulp. Come scritto nella nostra recensione, il film prova ad essere sorretto da Olga Kurylenko e Don Johnson, senza però avere la giusta forza cinetica per distinguersi da altri titoli similari.
Perché ci piace
- Olga Kurylenko e Don Johnson ce la mettono tutta.
- Una buona colonna sonora.
- L'incipit...
Cosa non va
- … che poi si blocca in un action monotono.
- Scene d'azione ridotte all'osso.
- Un umorismo che ammicca al pulp senza avere nulla del pulp.
- Tutto marcatamente già visto.