Una valanga. Frozen è stato come una valanga. Perché, una volta arrivato in sala, Elsa e Anna non hanno proprio voluto saperne di fermarsi. Il più grande successo animato targato Walt Disney, forte di un incasso globale di 1,2 miliardi di dollari, non ha ancora smesso di travolgere spettatori di ogni tipo, di affascinare bambini e di lasciare scampo ai timpani di mezzo mondo a suon di "Let it go".
Perché, almeno che abbiate abitato galassie lontane anni luce dal pianeta Terra, chiunque si è imbattuto in Frozen nel corso degli ultimi sei anni. Milioni di meme, video su Youtube, tormentoni musicali, un merchandising talmente capillare da arrivare persino sugli scaffali dei supermercati. Olaf e compagnia sono entrati nell'immaginario collettivo con la stessa delicatezza di una bufera, e il merito è tutto di un film capace di conciliare con maestria e furbizia tradizione e innovazione. A metà strada tra il classico e il rivoluzionario, Frozen ha messo in scena un fiaba in cui l'amore dominante, per una volta, non è quello romantico tra uomo e donna, ma tra sorelle, con la figura del principe azzurro messa alla berlina con un colpo di scena ben orchestrato. Il tutto senza rinunciare a un'ambientazione nordica dal grande impatto scenografico, a personaggi ben caratterizzati e un'animazione in cui ogni movenza o espressione sono curate in modo maniacale.
Dopo il clamoroso successo del 2013, Frozen 2 era "in ghiaccio" da anni. Ed è finalmente giunta l'ora di tornare nelle innevate vallate scandinave per capire quale sia il mistero celato nel sottotitolo di Frozen II - Il segreto di Arendelle. In occasione del ritorno di Elsa, Anna, Olaf, Kristoff e Sven, ben coperti e armati di slitta, avventuriamoci nelle 10 curiosità che (forse) non conoscete su quel tormentone chiamato Frozen.
1. Genesi antiche
La lavorazione di Frozen è stata una delle più travagliate e lunghe nella storia della Disney. Pensate che il progetto era in cantiere sin dagli anni Quaranta, quando fu lo stesso Walt Disney a immaginare l'adattamento animato della celebre fiaba La regina delle nevi di Hans Christian Andersen. Purtroppo gli eredi dell'autore danese non erano d'accordo sulla cessione dei diritti, e il progetto è rimasto chiuso nel cassetto per qualche decennio prima di vedere finalmente la luce. A confermare il legame diretto con il racconto di Andersen, risalente al 1844, c'è anche primo titolo immaginato per Frozen, ovvero The Snow Queen.
2. Nomi non casuali
In Frozen, come nella maggior parte dei film Disney, nulla è lasciato al caso. Ogni singolo dettaglio è studiato alla perfezione. Dietro i nomi dei protagonisti c'è un simpatico ed elegante omaggio allo stesso Hans Christian Andersen. Infatti, pronunciando di seguito i nomi di Hans, Kristoff, Anna e Sven si ottiene un suono che rievoca proprio il cognome del celebre favolista danese.
3. Il lato oscuro di Elsa
Ebbene, sì. Nei piani iniziali della Disney la regina cattiva che avrebbe dato il titolo al film sarebbe stata proprio Elsa. Analizzando i primi bozzetti relativi al suo character design, è facile notare come Elsa avesse lineamenti, colori ed espressioni tipici da antagonista disneyana. Molto più crudele, ambigua e tagliente della versione definitiva vista in Frozen, la prima versione di Elsa suggeriva la creazione di un'antagonista decisamente riuscita. E sapete cosa ha fatto cambiare idea alla Disney? Il merito è stato tutto di Let it go (canzone scritta in sole 24 ore), ritenuta troppo trascinante, coinvolgente e positiva per essere cantata da una cattiva. Scelta ineccepibile, non c'è che dire.
4. Tu chiamale, se vuoi, rivoluzioni
Classico nell'impostazione narrativa, ma rivoluzionario nelle dinamiche, Frozen - Il regno di ghiaccio ha fatto la storia della Disney non soltanto grazie ai milioni di dollari accumulati al box office. Prima di tutto Elsa è la prima principessa Disney a non essere una teenager. Dall'alto dei suoi 21 anni, è la più adulta mai vista in un film animato disneyano. Seconda rivoluzione: il duetto tra Anna e Hans (Love Is An Open Door) è la prima canzone disneyana in cui una protagonista è affiancata da quello che in seguito si rivelerà il vero cattivo della storia. Infine, come accennato poco fa, è la prima volta che lo scioglimento di un incantesimo è dovuto a un atto d'amore tra sorelle e non tra uomo e donna. Senza dimenticare che Jennifer Lee è stata la prima donna a co-dirigere un film animato targato Disney.
5. Citazioni
Come capita sempre più spesso, anche nel caso di Frozen gli animatori si sono divertiti a seminare lungo il film una marea di citazioni e ammiccamenti autoreferenziali dedicati al mondo disneyano. L'omaggio più evidente è quello al mitico ballo con i pinguini di Mary Poppins, richiamato dal singolo Sognando l'estate intonato da Olaf. Più difficile da scovare, invece, un richiamo a Ralph Spaccattutto, citato da un dolce visto in un celebre livello del film del 2012.
6. Disney Cinematic Universe e parentele
Un discorso a parte merita la conferma di un vero e proprio Disney Cinematic Universe, ovvero un universo narrativo condiviso da vari personaggi dello studio. La conferma definitiva è arrivata proprio da una sequenza iniziale di Frozen. Durante la cerimonia dell'incoronazione di Elsa, infatti, è possibile scorgere per un attimo la presenza di Rapunzel e Flynn Rider. Questo perché la mamma di Rapunzel e quella di Elsa e Anna sono sorelle, il che rende le ragazze ufficialmente cugine. Secondo una teoria più fantasiosa, il relitto ritrovato da Ariel ne La sirenetta sarebbe proprio la nave affondata sulla quale persero la vita i genitori di Elsa e Anna. Forzato ma suggestivo.
7. Tormentoni
Non solo action figure (alcune talmente rare da valere migliaia di dollari), peluche, tazze, zaini, felpe e merchandising. L'eco del successo di Frozen ha avuto effetti tangibili anche a livello turistico e demografico. Dopo l'uscita del film, infatti, negli Stati Uniti e nei paesi scandinavi c'è stato un notevole incremento di bambine chiamate Elsa e Anna. Particolarmente felici gli abitanti della Norvegia, nazione che dal 2013 in poi ha registrato un incremento di voli dagli Stati Uniti pari al 153%. Fiocca oro in Scandinavia.
8. Effetti con i fiocchi
Dal punto di vista degli effetti Frozen ha rappresentato un'impresa titanica per gli animatori. La colpa è stata soprattutto di due elementi: i fiocchi di neve e la fluente chioma di Elsa. Per entrambi i dettagli sono stati creati appositamente due software dedicati. Per la neve, inoltre, sono stati interpellati meteorologi che aiutassero lo studio a comprendere la struttura molecolare dei fiocchi. Il risultato? In Frozen sono apprezzabili ben 2.000 diverse combinazioni di forme e colori relativi ai fiocchi di neve. Per i capelli di Elsa la questione non è stato certo meno complessa. La nostra gelida regina vanta ben 420.000 ciocche di capelli, battendo il record precedentemente nelle salde mani di sua cugina Rapunzel.
9. Voci tenute in ghiaccio
C'è anche una curiosa coincidenza legata al doppiaggio originale del film. Infatti sia le doppiatrici di Elsa e Anna, ovvero Idina Menzel e Kristen Bell, che il doppiatore di Hans, Santino Fonata, sono stati scartati dopo aver partecipato al provino per Rapunzel. Le parti in lizza, ovviamente, erano quelle di Rapunzel e Flynn Rider. A catalizzare l'attenzione al leggio, invece, è stato l'incontenibile Josh Gad (voce di Olaf). Il celebre comico ha improvvisato la maggior parte delle sue battute, convincendo i registi a mantenerle nel montaggio finale a suon di contagiose risate.
10. Vicini è meglio
Concludiamo la nostra lista di curiosità con una chicca sul backstage del film. Ormai, quando si parla di doppiaggio (originale o italiano che sia), bisogna sempre rompere la magia di chi crede che gli attori recitino davvero nella stessa stanza. Per una questione di praticità e di economia di tempo, quasi tutti i film si doppiano in tracce separate. Per il doppiaggio originale di Frozen, invece, non è stato così. Un ritorno all'antico che ha favorito l'affiatamento tra gli attori che hanno trovato più facilmente la giusta alchimia.