La talentuosa Frances McDormand, premio Persol di questa edizione della Mostra veneziana, approda al Lido per presentare non un film, ma una miniserie tv di quattro ore, Olive Kitteridge, che andrà in onda a breve su HBO per poi arrivare in Italia a gennaio 2015, in esclusiva su Sky Cinema. Puntualizzare le differenze tra produzioni televisive e cinematografiche sta diventando superfluo, soprattutto quando tra i talenti in ballo vi sono la McDorman, Richard Jenkins, Bill Murray e Zoe Kazan, mentre dietro la macchina da presa troviamo Lisa Cholodenko, acclamata autrice de I ragazzi stanno bene.
A ribadire quello che è ormai un dato di fatto è la stessa Frances McDormand che, con passione ed energia racconta nel dettaglio quello che per lei è diventato un vero e proprio progetto del cuore. "Parlare di tv è riduttivo. Questo è un film di quattro ore. Non dico che lavorare in tv sia negativo, ma la tv via cavo sta realizzando veri e propri prodotti cinematografici da mostrare sul piccolo schermo e il livello della qualità si è alzato moltissimo". Le fa eco la regista Lisa Cholodenko: "E' fantastico quello che sta succedendo. Le due industrie si stiano avvicinando. Amazon, Netflix sono realtà che producono prodotti di qualità con grande libertà e spesso i registi lavorano in condizioni privilegiate. Un film deve avere la massima diffusione per recuperare il budget, quindi deve rispettare certi canoni, mentre in tv c'è grande libertà. Quando ho accettato Olive Kitteridge non pensavo che fosse un compromesso, ma che fosse esattamente ciò che doveva essere. Ha una sua struttura, ha una strategia, è diviso in quattro parti che non dovevano necessariamente essere legate, ma di fatto lo sono perché, comne dice Frances, questo è un film di 4 ore".
Donne protagoniste? Meglio sulla lunga durata
Olive Kitteridge, per Frances McDormand, è il primo adattamento letterario fortemente voluto e prodotto in prima persona con l'ausilio di Tom Hanks. Un nuovo traguardo in una carriera fortunatissima culminata, nel 1997, con la conquista dell'Oscar per Fargo.
Perché proprio adesso questa svolta? "Perché mio figlio ha 13 anni. Quando ne avrà 18 se ne andrà via di casa per studiare così voglio essere piena di cose da fare per non piangere tutto il giorno e sto accumulando progetti. Nella stessa settimana in cui il libro di racconti di Elizabeth Strout è stato candidato al Pulitzer, io ho deciso di adattarlo" confessa l'attrice. "Ho 57 anni e da una quindicina d'anni mi viene chiesto periodicamente se ci sono ruoli per donne nel cinema americano. Sì, ci sono, ma sono sempre ruoli di supporto a uomini. Sono felice che, nel caso di Olive Kitteridge, sia una donna a essere protagonista. Novanta minuti non erano abbastanza per raccontare la storia di una donna. E' per questo che in genere i maschi sono protagonisti di film brevi, perché l'epica maschile si consuma rapidamente, mentre la psiche femminile è molto più complessa".
In questo gineceo il ruolo di protagonista maschile tocca al grande Richard Jenkins il quale, cortese e ironico come il personaggio del marito di Olive, non sembra turbato dal fatto che sia una donna a rubargli la scena, anzi, dichiara divertito: "Mi piace stare con le donne. E' stato fantastico. Questo film è il figlio di Frances. Lei ne è stata il motore. Ogni giorno andavamo a lavorare con gioia. Tutti gli oggetti e i dettagli che vedete nella casa dei coniugi Kitteridge sono tutta farina del suo sacco. Di solito il film è un processo guidato dagli uomini. Ora capisco cosa si prova dal punto di vista femminile. HBO ci ha offerto una grande possibilità. Credo che il cambiamento sia iniziato con Six Feet Under. Una volta Alan Ball mi ha detto che HBO gli permetteva di esprimere la sua arte e le sue idee in libertà. Oggi sono molti i canali che seguono questa politica creativa e i risultati si vedono".
Saper gestire una casa equivale a fare un film
Olive Kitteridge è una donna dura, scontrosa, una madre di famiglia che vessa il figlio e non nutre grande stima nel marito, ma ha anche un gran senso del dovere. Parlando delle difficoltà insite nel personaggio, Frances McDormand spiega: "Quando si raccontano storie di donne spesso c'è un'idea preconcetta su come funziona il sistema emotivo di una donna. Ma questa non è una storia da donnicciole. E' un racconto che indaga l'animo umano. Sentivo di avere un obbligo morale nei confronti di Olive e ho cercato di sviscerarne la psiche. Le mie esperienze personali mi hanno aiutato ad affrontare la storia di un matrimonio che dura da tempo. Richard è sposato da quarantacinque anni. Io da 32 anni con un uomo splendido. Capiamo bene quali siano le difficoltà in un rapporto. Noi crediamo nell'istituto del matrimonio e sappiamo come affrontare i problemi. In più entrambi venivamo dal teatro e avevamo un'idea chiara di come affrontare i personaggi. Olive Kitteridge, per me, è il ruolo della vita. Se guardate tutti i ruoli della mia carriera, si sono sviluppati e cresciuti per permettermi di interpretare questo personaggio".
A commentare la ruvida schiettezza del personaggio, che a tratti sfiora quasi la crudeltà, è anche la regista Lisa Cholodenko. "Non è solo un questione caratteriale. La nostra storia è ben radicata nella cultura yankee del New England, legata allo stoicismo. Io ho cercato di mettermi al suo posto per ricostruire la sua psicologia. Olive ha alle spalle un padre suicida ed è abituata a tenersi tutto dentro. Nel suo mondo si è soliti reprimere i sentimenti finché non si va a pezzi. Questa è una condizione umana, non maschile o femminile". Il passaggio da pura interprete a produttrice ha dato vita a un lavoro di grande qualità perché è spontaneo chiedersi se il prossimo passo di Frances McDormand sarà la regia. "Un regista in famiglia basta" afferma l'attrice. "Non mi interessa dirigere. Non sarei una brava regista e questo l'ho capito vedendo lavorare i bravi registi. Tra le varie cose che faccio una delle più importanti è essere una massaia. Mi occupo di mio figlio, cucino, pulisco la casa, dò cene con gli amici e sono bravissima a stirare. Queste competenze, messe insieme, equivalgono a fare un film".