Follemente, Paolo Genovese e le regole del successo

Un film pensato a misura e somiglianza del grande pubblico? Certo che sì. Ancora una volta, il regista di Perfetti Sconosciuti si conferma profeta del box office.

Pilar Fogliati ed Edoardo Leo in Follemente

Quattro milioni tondi tondi. Un esordio importante. Meglio di Perfetti Sconosciuti (era il 2016) e, restando nel 2025, pure meglio di Io sono la fine del mondo. Va da sé, che Follemente è anche il miglior debutto italiano dal post-pandemia. Il box office ride, ma c'era da aspettarselo: un weekend che segna il +43% rispetto alla scorsa settimana (ma c'era Sanremo), e un +21% rispetto al 2024. Il successo, in questo caso, arriva da un'equazione che sembra scontata, eppure è ancora in grado di arrivare perpendicolare al grande pubblico: un cast di nomi noti, un'idea semplice (e non per forza originalissima), una riconoscibilità di temi e di intenti.

Follemente Pilar Fogliati
Pilar Fogliati in Follemente

Insomma, Paolo Genovese c'è riuscito di nuovo. Oltre il senso critico (che per fortuna o sfortuna crolla davanti al giudizio del pubblico), puntando invece alla costruzione popolare, e di sicuro aggancio. Se Edoardo Leo, protagonista insieme a Pilar Fogliati (a proposito di volti noti, e bravi), ci ha detto che un buon film è considerato tale "solo dopo l'arrivo in sala", è vero che Follemente è riuscito immediatamente a colpire la platea, anteponendosi ai blockbuster americani(che sembrano aver perso smalto) e sfruttando un chiaro buco distributivo (non c'è praticamente concorrenza).

Le regole della buona commedia?

Follemente Paolo Genovese Edoardo Leo Set
Paolo Genovese ed Edoardo Leo sul set

Ma se il disegno astrale ha aiutato, quello che poi conta sono le idee. A proposito, FolleMente, scritto da Isabella Aguilar, Lucia Calamaro, Paolo Costella e Flaminia Gressi, sfrutta un momento archetipico, e universale, per creare il climax cinematografico. Al centro, infatti, il primo appuntamento tra Piero e Lara. Impacciati, spaesati, pronti a far colpo l'uno verso l'altra, e viceversa. Lui a casa di lei, pure se è la serata di Roma - Lazio. In testa mille pensieri. Cosa dire, cosa non dire. Cosa fare, cosa non fare. Il prospetto è guidato dalle rispettive personalità, rappresentate dal film da un gruppo eterogeneo di personaggi, proiezioni psichiche di Piero e Lara. Ed ecco il cast corale pronto a scendere in campo: da Marco Giallini a Claudia Pandolfi, da Maurizio Lastrico a Emanuela Fanelli (lo diciamo, per ispirazione e tempi comici le ragazze funzionano meglio degli uomini).

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FolleMente: Maria Chiara Giannetta, Vittoria Puccini, Claudia Pandolfi, Emanuela Fanelli in una foto

Tutto qui? Più o meno. E sì, sappiamo cosa state pensando. L'abbiamo pensato tutti, lo hanno scritto tutti. Follemente è l'Inside Out italiano? In parte è innegabile la forte adiacenza, ma va ricordato che lo stesso Inside Out è debitore della sitcom Ma che ti passa per la testa?, di cui Follemente è un chiaro debitore. Tuttavia, è stato poi Paolo Genovese, presentando il film, a dissipare i dubbi sulle ispirazioni: "La genesi è del 1999, arriva da uno spot Rai, con un abbonato con la testa piena di caos. Poi, negli anni lo spunto è rimasto", continua il regista. "Abbiamo iniziato a scrivere una nuova versione, con il dubbio, insieme a Paolo Costella, se funzionasse o meno. Andiamo a raccontare la confusione mentale, sfruttando il primo appuntamento come elemento di contrasto tra ciò che pensiamo e ciò che proviamo. È stato un lavoro di sceneggiatura molto divertente: il lavoro è stato poi complementare rispetto al lavoro degli sceneggiatori quando buttano giù un film. Un gioco di contrasti".

Follemente, Edoardo Leo: "Il cinema può liberare dal pudore dei sentimenti" Follemente, Edoardo Leo: 'Il cinema può liberare dal pudore dei sentimenti'

Follemente, un film pensato per il pubblico

Follemente Cast
Il cast in posa sul set

Se, come canta Luci Corsi, "la vita è un gioco da ragazzi", il successo di Follemente ci farebbe dire che anche il cinema, alla fine, è "un gioco da ragazzi". In questo senso, la semplicità si fonde con la sceneggiatura, con i personaggi, con l'ambientazione teatrale, alla kammerspiel tedesco, mischiando umorismo, situazionismo e, va detto, stereotipo e cliché. Una funzionalità che cavalca in toto lo stereotipo di genere (e forse Follemente sarebbe stato socialmente e cinematograficamente più forte se avesse osato: gli uomini nella testa di Pilar Fogliati, le donne in quella di Edoardo Leo), così da rendere il tutto riconoscibile, confortevole, immediato. "La sfida era entrare dentro le teste delle persone: il tentativo era riuscire a creare umorismo di situazione e non di battuta", continua Paolo Genovese. "Fare una commedia così è molto più difficile. Pensavamo ad uno stile ironico e sarcastico, un po' all'inglese. Funziona? Capisci se un film funziona o non funziona dal feedback della sala". E, a giudicare dal risultato, sembra proprio abbia funzionato.