Flaked: Will Arnett in versione tragicomica al servizio di Netflix

Il nostro commento alla nuova serie prodotta da Netflix, che incrocia commedia e dramma per parlare di vite danneggiate.

Chip, residente a Venice, California da dieci anni, è un ex alcolizzato che cerca di redimersi dopo aver provocato un incidente fatale mentre era ubriaco al volante. In realtà si serve del proprio passato tragico per portarsi a letto tutte le donne possibili e uscire vivo da situazioni sgradevoli. Mentre continua a vivere un giorno per volta, Chip fa la conoscenza di London, cameriera appena arrivata in città, e se ne invaghisce. Il problema è che anche il suo migliore amico Dennis è interessato...

Flaked: una foto del protagonista Will Arnett
Flaked: una foto del protagonista Will Arnett

Il peso delle aspettative

Se da un certo punto di vista Netflix è ormai diventato come HBO e Showtime, nel senso che aspettarsi costantemente un programma rivoluzionario dopo gli entusiasmi iniziali non è tanto logico, è altrettanto vero che in certi casi è difficile non celare una sana dose di ottimismo per certi progetti. Tra questi, per chi conosce bene le serie televisive americane, c'è Flaked, nuova commedia drammatica prodotta dal gigante dello streaming che per via di due nomi coinvolti è in grado di sedurre, sulla carta, gli amanti della risata catodica. Nella fattispecie, uno dei due creatori della serie è Will Arnett, attore molto apprezzato in campo comico da più di dieci anni (l'altro è lo sceneggiatore inglese Mark Chappell), mentre fra i produttori esecutivi c'è Mitchell Hurwitz, l'autore di quel gioiello che è Arrested Development, la serie di culto di cui Arnett era una delle tante punte di diamante. Considerando questi due elementi, non dovrebbe sorprendere che, almeno per alcuni, Flaked fosse una delle offerte più teoricamente interessanti di Netflix per l'anno 2016.

Mi chiamo Chip, e sono un alcolizzato

Flaked:  Will Arnett, David Sullivan, Ruth Kearney in una foto della serie
Flaked: Will Arnett, David Sullivan, Ruth Kearney in una foto della serie

La serie si affida quasi interamente alle doti recitative di Arnett, più precisamente la sua capacità di interpretare delle amabili carogne, categoria in cui sembra rientrare anche Chip, un individuo moralmente flessibile che attraversa i primi quattro episodi alla ricerca di gratificazioni facili e qualcosa che gli consenta di alleggerire i sensi di colpa, ma senza rinunciare al suo statuto di uomo tormentato, che piace tanto a tutte le donne che incontra. Per metà della prima stagione si ha l'impressione di stare vedendo una versione meno spinta di Californication (che condivide con Flaked la presenza di Heather Graham come vecchia fiamma del protagonista), con una differenza sostanziale: la creatura di Tom Kapinos riusciva a supportare la performance di David Duchovny costruendogli attorno un mondo lurido ed affascinante, mentre Flaked sembra poco interessato ad andare oltre l'ostentazione della personalità più drammatica del suo co-creatore ed interprete principale, come dimostra anche il fatto che ospiti del calibro di Graham siano effettivamente sprecati.

Problemi di formula

Flaked: il protagonista Will Arnett in una foto della prima stagione
Flaked: il protagonista Will Arnett in una foto della prima stagione

Il difetto maggiore di Flaked è il suo affidarsi, strutturalmente, al presupposto che la maggior parte degli spettatori si daranno al bingewatching, divorando gli otto episodi più o meno tutto d'un fiato. Arnett e Chappell hanno quindi scritto la serie senza concentrarsi su una vera trama orizzontale, firmando quattro episodi per lo più autoconclusivi che ruotano attorno alla moralità discutibile di Chip, per poi passare ad un arco narrativo che chiude la stagione in modo inaspettato e in parte irritante, poiché questo cambio di direzione stravolge le aspettative rispetto alla premessa stessa del programma, e finiamo con l'avere tra le mani un prodotto interessante ma schizofrenico. Se dovesse esserci una seconda stagione, è auspicabile che questa si discosti dall'eccessivo attaccamento al suo essere una serie di Netflix e si concentri sui singoli episodi, permettendo al percorso esistenziale di Chip di acquisire un'identità vera e propria, come quello di un altro personaggio di Arnett che ha conquistato gli abbonati della piattaforma di streaming (parliamo ovviamente di BoJack Horseman). Nel frattempo, sarà doveroso tenere le aspettative sotto controllo...

Movieplayer.it

3.0/5