I jeans a vita bassa, Oops!...I Did It Again di Britney Spears e Final Destination: praticamente gli anni 2000. Il film di James Wong, nato inizialmente per essere un episodio della serie X-Files (da una sceneggiatura di Jeffrey Reddick), è stato un successo immediato e, soprattutto, è riuscito a entrare nella cultura pop in modo organico. È impossibile, per chiunque abbia visto il capitolo originale, non avere un brivido ogni volta che si sale su un aereo. Diventato presto un franchise (a oggi è tra le saghe horror di maggior successo nella storia del cinema), Final Destination ha sviluppato una sua mitologia interna, sfornando film a ritmo continuo, ogni 3 anni, fino al 2011. Poi la grande pausa. Che si rompe ora, nel 2025: dal 15 maggio arriva in sala il sesto titolo, Final Destination Bloodlines.

Dopo oltre 10 anni di pausa, c'è stato un passaggio di testimone sia alla regia che alla sceneggiatura: dietro la macchina da presa c'è infatti una coppia, formata da Zach Lipovsky e Adam Stein, mentre la scrittura è stata affidata a Guy Busick e Lori Evans Taylor, che hanno sviluppato un'idea di Jon Watts, sì, proprio lui, già regista della trilogia di Spider-Man con protagonista Tom Holland.
Questa volta, come suggerisce il titolo ("bloodlines" significa "discendenze"), la maledizione della morte si trasmette lungo l'albero genealogico. Una studentessa universitaria, Stefani Reyes (Kaitlyn Santa Juana), è tormentata da un incubo ricorrente: vede una ragazza, Iris, in procinto di morire in cima allo Skyview Restaurant Tower, nel 1968. Quella donna è sua nonna. Ma come è possibile? Tornando a casa riceverà diverse risposte, che forse avrebbe preferito non scoprire.
La miglior sequenza d'apertura della saga
Final Destination Bloodlines inizia proprio nel 1968, con l'inaugurazione del ristorante Skyview Restaurant Tower. Viviamo la scena dal punto di vista di Iris, come dicevamo, interpretata nella versione giovane da Brec Bassinger: è un giorno speciale, il fidanzato, Paul (Max Lloyd-Jones), vuole chiederle di sposarla. E anche lei nasconde un segreto importante. A causa di una concatenazione di eventi che porta a un effetto domino - un classico della saga -, tutto però precipita. Letteralmente. Quando si raggiunge l'apice di urla, fiamme e disperazione, Stefani si sveglia. E così tutte le notti. Che significa?
Intanto che Zach Lipovsky e Adam Stein hanno diretto la miglior sequenza d'apertura del franchise: per valore produttivo e complessità è quasi un film a sé. Poi che la nonna quel giorno ha sfidato la morte. E ora il Tristo Mietitore sta tornando a saldare il conto: dato che la sua famiglia non sarebbe dovuta esistere, Stefani deve capire come salvare le persone che ama di più.
L'ultimo film di Tony Todd
Quello di Final Destination è sempre stato un franchise autoironico, con pochissime pretese se non quella di intrattenere e divertire gli spettatori. Come? Inventandosi le morti più assurde (e spesso demenziali) possibili, ovviamente. Dopo 25 anni, e arrivati al sesto film, non è semplice, ma gli autori si sono ingegnati nel trovare il giusto equilibrio tra citazioni ai capitoli precedenti e nuove idee. Il risultato è una folle montagna russa splatter, in cui ogni cosa, da un rastrello a una moneta, può diventare un'arma letale (impossibile non guardare con sospetto qualsiasi oggetto una volta usciti dalla sala). Chi ama il sangue apprezzerà molto.

Oltre a fare ciò per cui è diventata celebre, la saga aggiunge inoltre un altro tassello alla sua mitologia, dando un contesto alla storyline di William Bludworth, personaggio presente fin dal primo film. Il proprietario dell'agenzia di pompe funebri Bludworth Funeral Homes, e super esperto della morte, intreccia infatti il proprio destino con quello della famiglia Reyes-Campbell. A interpretarlo è ancora Tony Todd (storico volto di un'altra icona horror, Candyman), qui alla sua ultima prova d'attore (è scomparso a novembre 2024). Peccato per un finale forse troppo frettoloso, ma che non rinuncia a un sadico senso dell'umorismo. Se attendevate da anni un nuovo Final Destination non resterete delusi.
Conclusioni
Questo è un film fatto per i fan della saga horror: Final Destination Bloodlines non si risparmia sulle morti assurde e sul sangue versato. La sequenza d'apertura è forse la migliore di tutto il franchise e si aggiunge anche un tassello alla mitologia interna, dando maggiori dettagli sul personaggio di William Bludworth, interpretato ancora una volta da Tony Todd, qui all'ultima prova prima della scomparsa. Nonostante su carta si tratti di una saga horror piena di morti atroci, il tono è molto autoironico e anche questo film è più divertente che impressionante.
Perché ci piace
- La spettacolare sequenza d'apertura.
- L'idea di veicolare la maledizione lungo la propria discendenza.
- L'ultima prova di Tony Todd.
Cosa non va
- Non tutte le morti sono originali: ma dopo 25 anni e 6 film ci sentiamo di giustificare gli autori.
- Il finale è un po' frettoloso.