Fellinopolis, la recensione: perdersi nella città di Fellini tra video e testimonianze

La recensione di Fellinopolis, un documentario celebrativo sulla figura di Federico Fellini attraverso testimonianze e sguardi dal dietro le quinte nel Teatro 5 di Cinecittà.

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Fellinopolis: una foto del film

Dalla mattina alla sera, intrappolati e indaffarati per creare un mondo a parte. Anzi, una vera e propria città. Unica, irripetibile, stramba e indimenticabile. È con questa suggestione che vogliamo iniziare la nostra recensione di Fellinopolis, il documentario di Silvia Giulietti che intende mostrare e raccontare la maniera in cui i film di Fellini venivano alla luce. Uno sguardo inconsueto che non vuole tener conto del significato della poetica presente nei film e non cerca una spiegazione dietro le trame di tre tarde opere della carriera del regista di Rimini quali La città delle donne, E la nave va e Ginger e Fred. Uno sguardo che sembra avvenire attraverso il buco della serratura delle porte del celebre Teatro 5 di Cinecittà, dove Fellini girava i suoi film e costruiva, per l'appunto, insieme a tutta la troupe, la sua personale città. Un modo non solo per ricordare, al centenario della nascita (il film è nato attraverso il progetto di Fellini100 nel 2020), il genio del cinema vincitore di 5 premi Oscar, ma anche per testimoniare quanto, anche nelle opere un po' meno celebri, si nasconda quella magia che Fellini stesso cercava di mettere in scena.

L'archivio delle memorie

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Fellinopolis: un'immagine

Fellinopolis procede su due binari che si alternano senza seguire un ordine particolare né cronologico e nemmeno tematicamente preciso. Da un lato, il documentario di Silvia Giulietti utilizza degli estratti da alcuni "Special" recentemente restaurati girati da Ferruccio Castronuovo durante le riprese dei tre film di Fellini. Castronuovo era l'unico operatore a cui era permesso girare liberamente nei set del regista e documentarne la produzione. Insieme a questi materiali preziosi, il film propone le testimonianze, attraverso le interviste, ad alcune personalità che hanno condiviso il set con Fellini.

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Fellinopolis: Dante Ferretti in un'immagine del film

A partire dallo stesso Castronuovo, noi spettatori ascolteremo i racconti e gli aneddoti del modus operandi di Fellini attraverso i ricordi e le testimonianze di Lina Wertmüller (aiuto regista), Dante Ferretti (scenografo), Nicola Piovani (compositore), Norma Giacchero (la storica segretaria di edizione) e Maurizio Millenotti (costumista). Attraverso i loro racconti sovrapposti alle immagini dei documentari dell'epoca, conosceremo non solo come Fellini creava le immagini, ma anche i sentimenti che lo spingevano a sperimentare, a trasformare un teatro di posa in un mondo circense senza eguali. C'è spazio persino a qualche ricordo più intimo e personale, che mettono in luce la sensibilità e il carattere del regista. Fellinopolis diventa una città delle memorie in cui perdersi. Dove non conta l'ordine e le spiegazioni, ma le suggestioni che il cinema di Fellini continua ancora a regalare.

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Una celebrazione per appassionati

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Fellinopolis: un'immagine del film

Quello che si crea, arrivati ai titoli di coda, non è tanto una chiave di lettura delle opere cinematografiche del tardo Fellini, quello più incompreso e addirittura meno celebrato, ma la testimonianza di un artista unico nel suo genere. Lungo tutto il corso del documentario vediamo non solo il regista muoversi nel set, dirigere gli attori, talvolta cedendo ad aspetti più umani e scherzosi (ma lo stesso Fellini rinnegava di essere un regista autoritario), ma si rimane affascinati da come la troupe e persino le comparse siano così partecipi alla creazione dei film. È una visione che si rivolge soprattutto agli appassionati di cinema e dello stesso regista, chiudendo paradossalmente le porte a un pubblico più generalista (gli stessi tre film di cui si vedono stralci di lavorazione non sono titoli conosciuti da tutti). Proprio a causa del suo target di riferimento, non sempre il documentario aggiunge qualcosa di nuovo e inaspettato rispetto a quanto già affrontato nel corso di biografie, analisi e studi sul regista.

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Fellinopolis: Fellini e le donne

Il rischio è che gli appassionati di Fellini non possano trovare all'interno di questi 80 minuti qualcosa a loro sconosciuto, facendo calare la loro attenzione. Tuttavia non mancano i momenti curiosi e davvero interessanti. Spesso, durante i vari racconti, si pone l'accento su come Fellini sceglieva le facce giuste per i suoi personaggi, sottolineando l'importanza dell'immagine e le invenzioni visive. E questa, forse, è l'esempio migliore per descrivere questo cinema che ancora fatica a trovare un erede vero. Il set di Fellini era un luogo magico, un posto dove la fantasia si faceva tangibile (e viene sottolineato come questi tre film siano sperimentali). C'era un copione, ma non ci si legava attentamente ad esso. È in questo metodo di lavoro che avviene la magia migliore possibile: quella del cinema. Fellinopolis diventa così una testimonianza di una città perduta, mitologica, leggendaria, magica.

Conclusioni

Alla fine della nostra recensione di Fellinopolis ci sentiamo di consigliare il documentario di Silvia Giulietti ai completisti e agli irriducibili fan del regista di Rimini. Non ci saranno grandi rivelazioni al suo interno, ma il racconto personale di alcune persone che hanno lavorato a stretto contatto di Fellini e decidono di celebrare il talento dell’artista attraverso una fase della sua carriera ancora incompresa. Gli estratti video dei documentari di Ferruccio Castronuovo sono una piacevole visione per vedere come nascevano queste opere fantasiose che esprimevano, e lo fanno tutt’ora, la magia del cinema.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Le testimonianze sentite degli addetti ai lavori che raccontano il modus operandi di Fellini.
  • Gli estratti video dei documentari dell’epoca di Ferruccio Castronuovo fanno scoprire la vita nei set.

Cosa non va

  • Dedicato quasi interamente agli appassionati irriducibili di Fellini, il documentario non aggiunge particolari novità rispetto agli studi e alle biografie sul regista.