Favolacce nelle parole dei fratelli D’Innocenzo: “La cosa più importante è rispettare il testo”

Il nostro incontro con i gemelli D'Innocenzo, i giovani autori italiani premiati a Berlino con l'orso d'argento per Favolacce, opera seconda disponibile in digitale dall'11 Maggio sulle principali piattaforme.

Img 1120
Berlino 2020: i registi Fabio e Damiano D'Innocenzo alla conferenza dei premiati

1 Marzo. Era una domenica e tornavamo da Berlino, noi come i fratelli D'Innocenzo, casualmente sullo stesso aereo. Noi stanchi per dodici giorni al festival tedesco, loro ovviamente felici per l'Orso d'argento conquistato la sera prima per la miglior sceneggiatura di Favolacce. Tornavamo in un'Italia diversa da quella che avevamo lasciato, per una situazione che ha influito anche sull'uscita in sala del secondo film dei due giovani autori, arrivato sulle principali piattaforme streaming dallo scorso 11 Maggio. Un'alternativa all'uscita in sala che non ostacola la capacità del film di colpire con forza e lasciare il segno nei suoi spettatori, confermandosi uno dei titoli più importanti degli ultimi anni per il nostro cinema.

Idee giovani

Favolacce 5
Favolacce: un momento del film

Favolacce è un lavoro che parte da lontano, perché lo script del secondo film di Fabio e Damiano D'Innocenzo è stato scritto quando i due gemelli avevano diciannove anni. Parlando dell'idea alla base del film, infatti, ci dicono che "non è venuta, c'è sempre stata" e ricordano le sensazioni provate da ragazzi. "Quando eravamo bambini" spiega Fabio, "covavamo una sorta di dualismo tra quello che vedevamo intorno a noi, che ci sembrava crudele e asfissiante, e la nostra percezione degli eventi. Pensavamo dipendesse dal nostro pessimismo, ma poi ci siamo accorti che stavamo iniziando ad avere anche noi quei difetti e quegli errori che vedevamo negli altri."

Favolacce 3
Favolacce: Justin Korovkin e Giulia Melillo in una scena del film

Ci parlano della loro infanzia Fabio e Damiano, di come "ogni persona non reputi la propria infanzia totalmente felice, perché fa parte dell'essere bambini", ma Fabio riflette su come la loro generazione e l'attuale siano "fondate su un patriarcato che sfocia in un machismo incomprensibile che miete vittime." È questo concetto che si ricollega al tema del film, a quella generazione che si mette da parte e che ci viene raccontata tradendo ispirazioni di vario tipo, che danno vita alla contaminazione alla base di Favolacce: Alvaro e Camilla, Charlie Brown, la Disney americana e Don Rosa, oltre che a letteratura americana e qualcosa di italiano come Gianni Rodari.

Favolacce, la recensione: la periferia dei fratelli D'Innocenzo

Disegnare le Favolacce

Img 9881
Berlino 2020: Fabio e Damiano D’Innocenzo al photocall di Favolacce

"Abbiamo iniziato disegnando e ci siamo avvicinati alla letteratura grafica" spiega Damiano, che aggiunge: "abbiamo sempre letto tutto da soli, perché non ci era permesso. Eravamo di estrazione umile, ma i libri non mancavano mai a casa nostra." Ma l'approccio grafico è presto passato dalla fruizione alla produzione: "da che ho ricordi" confessa Damiano, "o disegnavo o leggevo", spiegando come sia stato l'approdo naturale per chi, come loro, aveva difficoltà a parlare bene e preferiva trovare altre forme d'espressione, dal disegno alla poesia e fotografia.

Favolacce
Favolacce: una sequenza del film

Si nota nell'approccio visivo di Favolacce, curato, ricercato, quanto semplice e classico, senza strafare. "Quando hai un copione che reputi di un certo valore" ci dice Fabio D'Innocenzo, "devi lasciare che sia lui a dettare legge. Non c'è bisogno di andare a cercare una bellezza grafica particolare, la cosa importante è rispettare il testo." E i due fratelli l'hanno fatto curando i dettagli, lavorando in modo raffinato sul sonoro in contrapposizione ai silenzi. "Il contrappunto è sempre un'arma efficace per raccontare una storia" conferma Fabio che ricorda la scena della cena, con l'inquadratura sui volti dei bambini annoiati mentre gli adulti chiacchierano, mentre Damiamo spiega come abbiano "provato trenta rasoi prima di trovare quello col rumore giusto."

Favolacce: 5 motivi per non perdere il film dei fratelli D'Innocenzo

In suburbia

Favolacce 3
Favolacce: una scena del film di Damiano e Fabio D'Innocenzo

La stessa cura e ricerca è stata necessaria per trovare le giuste location per la storia. "Abbiamo girato a Nepi e per tutta la provincia romana, da Ottavia a Ostia", ma la difficoltà maggiore è stata trovare delle case con i giardini aperti come quelle dei protagonisti della storia, come ci spiega Damiano: "la cultura mediterranea è radicata sul concetto di muro, sul confinarsi, ma noi cercavamo un cameratismo sotto al sole", che hanno trovato nelle casette che vediamo nel film, pignorate mentre in costruzione e non terminate, "altrimenti avrebbero eretto mura anche lì". In quel luogo hanno trovato il contesto che avevano in mente per la storia che avevano scritto.

Favolacce 1
Favolacce: una scena del film di Fabio e Damiano D'Innocenzo

"Cercavamo un luogo che rimandasse a un immaginario infantile. Quando guardavamo Edward Mani di forbice ci dicevamo che quella era casa nostra, perché la suburbia americana è un luogo dell'anima." In questo modo hanno ottenuto un luogo astratto, "non legato a una geografia concreta." Per questo è importante anche la scelta di interpreti per lo più meno conosciuti per mettere in scena questi personaggi intrappolati in una sorta di limbo, "persone che hanno fallito, ma non socialmente, come esseri umani. Mentre i bambini sono gli unici che si rendono contro, che hanno la dignità di capire che questo mondo non fa per loro."