Tra una sigaretta e l'altra, in sella ad una moto, Peppe (Fortunato Cerlino) e Francesco (Michele Riondino), due Falchi della sezione speciale della Squadra Mobile, si spostano tra i vicoli di Napoli. Arrivano dove le volanti dei colleghi sono costrette a fermarsi, mescolandosi nel cuore della città per inseguire scippatori o spacciatori colti in flagrante. Combattono i reati di strada con metodi estremi che spesso superano l'invisibile linea che separa la legalità dalla criminalità, avvicinandoli pericolosamente ai delinquenti che arrestano.
Un'esistenza umana e professionale spinta al limite e caratterizzata dall'incapacità di scindere le due realtà. Quando il loro superiore, Marino (Pippo Delbono), figura di riferimento e collante della Squadra, viene accusato da un pentito di essere collegato alla camorra, sono costretti a fare i conti con una tragedia inaspettata. L'inizio di una spirale di violenza ed isolamento dalla quale troveranno una momentanea via di uscita grazie a due forme di amore inattese.
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"Noi siamo combattenti"
Era il 2007 quando Toni D'angelo debuttò dietro la macchina da presa con il suo primo lungometraggio, Una notte, per continuare il suo percorso cinematografico senza mai ingabbiarsi in un unico genere. Dopo la fortunata prova di Filmstudio mon amour, Nastro D'Argento per il documentario, il regista è tornato, invece, al cinema di finzione con una pellicola che sfrutta le atmosfere del poliziesco e del noir. Una scelta stilistica per raccontare temi universali quali amicizia, amore e tradimento. I due falchi ai quali si riferisce il titolo ci vengono mostrati come uomini duri, per i quali in concetto di lealtà non si dimostra a parole ma coprendosi le spalle in servizio o bevendo insieme una birra in silenzio. Peppe e Francesco, rispettivamente l'ex Pietro Savastano di Gomorra - La Serie e Libero del recente La ragazza del mondo, sono uomini solitari, "difettosi". Il primo alleva rottweiler per gare clandestine gestite dalla mafia cinese mentre il secondo soffre di attacchi di panico, in seguito ad un fatale errore commesso durante un'inseguimento, che cerca di alleviare con droghe e medicinali.
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Proprio i drammi interiori dei due protagonisti, sebbene tratteggiati da ottimi interpreti, non riescono a coinvolgere totalmente lo spettatore. Tra le motivazioni, un ritmo dilatato che toglie respiro alla narrazione appesantendone l'andamento, nonostante riferimenti al loro passato o l'uso moderato del flashback. Chi poi si aspetta un poliziesco puro, dovrà ricredersi. Falchi parte dall'ambiente nel quale sono quotidianamente immersi Peppe e Francesco per viaggiare, successivamente, su due binari paralleli che finiranno per ricongiungersi. Due evoluzioni umane rese possibili da altrettante forme di amore. Sentimenti diversi ma capaci di mostrare ai poliziotti un percorso per il riscatto personale. Ma, come un rottweiler allevato solo con violenza e aggressività, anche i falchi conoscono un'unica via per custodire ciò che hanno conquistato. E qui D'Angelo inserisce l'ultimo tassello, quello relativo al tradimento, che porterà al tragico epilogo. Tre tappe che scandiscono un racconto contaminato da riferimenti al cinema di genere italiano e all'action e noir cinesi.
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Una città al servizio della storia
Napoli è lo sfondo perfetto per le vite di Peppe e Francesco. Ha tante facce quante le anime che la abitano. Falchi ha il pregio di non sfruttarla come città cartolina ma riportarne lo spirito vibrante donandogli un profilo libero da etichette. Ovviamente la sua geografia è riconoscibile, grazie anche a movimenti di macchina che ne catturano i tetti ed i caratteristici vicoli, eppure la si avverte come scenografia mai ingombrante. Merito anche della fotografia di Rocco Marra che illumina di sfumature rosse, blu e viola le notti dei protagonisti. Altro elemento attorno al quale costruire l'identità del film è caratterizzato dalla partitura originale firmata da Nino D'Angelo. L'artista partenopeo, padre del regista, ha realizzato brani arricchiti da dettagli sonori, tra percussioni ed archi, che rimandano al mix di realtà che convivono nella città e alle varie componenti narrative proprie del film. Una pellicola che parte da premesse interessanti, dall'introspezione psicologica dei suoi protagonisti alla commistione di generi fino a scelte registiche che denotano una padronanza tecnica. Ma Falchi lascia anche alcuni tratti o personaggi abbozzati per potersi dire un film compiuto nella sua interezza, nonostante i già citati pregi.
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2.5/5