Fahrenheit 11/9 in blu-ray, recensione: quando un documentario fa più paura di un horror

Un Michael Moore più corrosivo e impetuoso che mai racconta l'America di oggi, l'incredibile elezione di Donald Trump, le colpe dei suoi avversari politici e i rischi di un futuro cupo e spaventoso.

Corrosivo, schietto, secco, impetuoso e trascinante: Michael Moore è tornato a colpire. Il documentarista ha sfornato infatti un'altra opera da ricordare a lungo, amara, allarmante, disturbante e perfino commovente. Se il tragico 11 settembre era stato il motivo del suo Fahrenheit 9/11 su Bush e company, il 9 novembre dell'elezione di Donald Trump ha innescato Fahrenheit 11/9, presentato allo scorso Festival di Roma e incentrato sulla figura del presidente americano, e soprattutto sui comportamenti e le colpe che hanno portato alla sua ascesa. Moore è un uragano che non risparmia nessuno, tanto meno Hillary Clinton, i pastrocchi elettorali dei Democratici e perfino Barack Obama.

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Fahrenheit 11/9: Michael Moore in un momento del documentario

Un prezioso blu-ray per scoprire un docufilm che terrorizza

Fahrenheit

Fahrenheit 11/9 è un ritratto provocatorio, inquietante e amarissimo dell'America di oggi, condito da sferzanti e pungenti ondate di ironia: dal malaffare ai giochi di potere, dalla xenofobia alla corruzione, dagli attacchi ai media alle deliberate manipolazioni sull'informazione. E tutto che si ripercuote sulle fasce più deboli, che pagano a caro prezzo questa sorta di sonno della ragione (già, perché Michael Moore ci va giù pesante). Un documentario che fa riflettere, ma che soprattutto terrorizza per i possibili rischi che può presentarci il futuro (qualcuno l'ha definito il miglior horror dell'anno), e punta il dito su tutti, anche gli avversari politici di Trump, senza risparmiare la popolazione "dormiente", che lascia che tutto scorra pericolosamente verso un domani potenzialmente sempre più nebuloso. Senza dimenticare che le cause risiedono anche nel sistema elettorale statunitense: perché Trump ha preso molti voti in meno della Clinton, eppure alla Casa Bianca c'è lui. Naturalmente Fahrenheit 11/9 non è un prodotto commerciale dai grandi incassi, e neppure dalle vendite stratosferiche in homevideo. Ma proprio l'arrivo in DVD e in Blu-ray, è invece evento utile e preziosissimo proprio per recuperare un tipo di prodotto che altrimenti resterebbe confinato a pochi intimi. E il miglior consiglio che possiamo darvi, andando a recensire il blu-ray targato Lucky Red distribuito da Koch Media, è di recuperare assolutamente il documentario di Michael Moore. Si, fa paura, ma non ve ne pentirete.

Il video: tra spezzoni tv, clip e le riprese di Moore

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Fahrenheit 11/9: Michael Moore in un'immagine del documentario

Come detto, Fahrenheit 11/9 è disponibile anche in alta definizione grazie al blu-ray Koch Media. Naturalmente, riguardo al video, bisogna premettere che il film è pieno zeppo di filmati televisivi, spezzoni di archivio e clip varie, tutte di risoluzione inferiore. In questo contesto, è fisiologico che l'alta definizione faccia fatica a emergere: alcune immagini sono caratterizzate da aliasing, sgranature e banding, peraltro comprensibili vista la natura delle fonti, ma il quadro si mantiene comunque compatto, riuscendo a gestire in maniera dignitosa anche i momenti più difficili. Il girato specifico di Moore e la sua troupe per il docufilm invece, quando entra in campo lo stesso regista o durante alcune interviste, fa un netto salto di qualità: in questi frangenti infatti il dettaglio è incisivo, il quadro respira maggiormente a livello di solidità delle immagini e anche il croma diventa molto più brillante con colori decisamente più intensi. In ogni caso, i contenuti del documentario saranno così trascinanti che spesso ci si dimenticherà della pura qualità delle immagini. Anzi, proprio quelle meno nitide e brillanti daranno un maggior spessore di realismo al tutto.

Audio solo inglese ma con puntuali sottotitoli. Extra deludenti

Riguardo all'audio, è presente solamente la traccia inglese DTS-HD Master Audio 5.1, ma chi non conosce l'inglese non deve spaventarsi, perché i sottotitoli italiani sono precisi e puntuali e ci si abitua subito a seguirli, anche perchè non sono tambureggianti. Quanto alla traccia presente, è di ottima qualità, i parlati sono chiari, potenti e dall'ottimo timbro, ma anche l'ambienza è ben curata e nelle scene che lo richiedono, come quelle di massa o quelle caratterizzate da passaggi musicali, l'asse posteriore entra piacevolmente in gioco regalando un buon coinvolgimento generale e rendendo ancora più avvincente la narrazione. Purtroppo la delusione arriva dal reparto extra, nel quale è presente solamente il trailer. È vero che spesso nei docufilm i contenuti speciali latitano, ma spazio e spunti per qualche approfondimento riguardante almeno il regista, c'erano di sicuro.