Emily, la recensione: Emily Brontë, una vita tempestosa

La recensione di Emily: il film sulla giovane Emily Brontë con Emma Mackey, al cinema dal 15 giugno, racconta la vita dell'autrice che ha dato vita al famoso romanzo Cime tempestose, a cui presta il volto un'eccezionale Emma Mackey.

Emily, la recensione: Emily Brontë, una vita tempestosa

"Sono strana?". "Tutti sono strani se li osservi". "Sono strana, un pesce svitato. Se mi portassero via di qui mi prosciugherei". Sono alcuni dei dialoghi che ascoltiamo nella storia che vi raccontiamo nella recensione di Emily, il film sulla giovane Emily Brontë con Emma Mackey, al cinema dal 15 giugno. Tutti conoscono Cime tempestose, uno dei romanzi più celebri di sempre, ma pochi conoscono la vita dell'autrice che ha dato vita a quell'opera d'arte immortale. Per dirla con il titolo della sua opera più famosa, quella di Emily Brontë è stata una vita tempestosa, fatta di una voglia di vivere, di scrivere di amare, continuamente frustrata dalla società dove è cresciuta. Emily è un biopic particolare, che coglie una grande artista in un momento di formazione, un film antico, ma moderno perché parla di emancipazione femminile. Ma è anche il film che consacra Emma Mackey come grande attrice, lontana dal personaggio di Sex Education che l'ha resa famosa, e perfettamente credibile nel ruolo di un'eroina d'altri tempi, ma con il volto di una ragazza di oggi.

Emily Brontë e quel travolgente amore impossibile

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Emily: una scena del film

Già da giovane Emily (Emma Mackey) deve imparare ad affrontare alcuni drammi familiari e a superare la condizione di donna dell'Ottocento. Ribelle com'è, non è attratta dalla possibilità del matrimonio e di una vita agiata, e neanche dalla prospettiva di diventare un'insegnante, uno dei pochi mestieri concessi alle donne. Emily non vuole che chiunque le imponga cosa fare. E per questo viene contrastata in famiglia. Nessuno la sostiene nella sua scelta di iniziare a scrivere. Tra i suoi sostenitori c'è William Weightman (Oliver Jackson-Cohen), il curato incaricato di insegnarle francese. Quel travolgente amore impossibile e una società che la vuole diversa portano Emily a trovare il suo stile provocatorio, grazie al quale può esprimere la propria libertà artistica.

Emma Mackey, per la prima volta in costume

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Emily: un'inquadratura del film

Uno dei motivi di interesse per avvicinarsi a Emily è la sua protagonista Emma Mackey. Definita subito "la nuova Margot Robbie", per i lineamenti e i capelli biondi, l'attrice inglese in realtà è molto lontana dalla star australiana. I suoi tratti sono sempre stati più spigolosi, più imperfetti. Ora che non porta più i capelli biondi, ma dei lunghi capelli castani, la differenza è ancora più evidente. Siamo stati abituati a vedere Emma Mackey come giovane liceale ribelle con un look post punk in Sex Education, serie inglese ambientata ai giorni nostri, ma con molti riferimenti visivi agli anni Ottanta. Ora la vediamo in un film in costume, nei costringenti abiti dell'Ottocento: corsetti, abiti accollati, fiocchi al collo, cappellini. In questa nuova "veste", a uscire ancora di più è l'espressività del suo viso. Un viso, come detto, spigoloso, ruvido, orgoglioso. Le labbra sottili, gli occhi luminosi, il sorriso aperto. Emma Mackey è perfetta per dare a Emily Brontë l'aria di un'eroina classica e, allo stesso tempo, il piglio di un'eroina moderna, dei nostri tempi.

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Una storia lontana nel tempo, ma attuale

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Emily: un momento del film

Emily, infatti, è proprio uno di quei film che raccontano dei personaggi del passato, ma con una lettura attuale. Perché un'eroina che lotta per l'emancipazione in un mondo che non prevede spazi per le donne è, ovviamente, un personaggio moderno. E, come spesso accade, mostrare che nell'Ottocento la situazione delle donne era questa significa costruire un'iperbole: perché pensare che la situazione era quella, e vedere che a oggi l'emancipazione non è ancora compiuta, pur essendo passati secoli, fa riflettere. Tutto questo funziona proprio perché Emma Mackey riesce ad essere perfettamente credibile sia come una giovane donna di quei tempi, che come una giovane donna di oggi.

Quel momento magico

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Emily: una foto

La regia è di una donna, Frances O'Connor, che era stata la protagonista di Amore e altri disastri (Flirting with Disaster), piccolo film australiano degli anni Novanta che parlava, in forma di commedia, proprio di un gruppo di ragazze che cercava il proprio posto nel mondo. Il suo sguardo è empatico e complice verso la sua eroina, sposa il suo punto di vista. La regia si adatta all'epoca che racconta, firmando un film classico, senza anacronismi di sorta come vuole una certa tendenza degli ultimi anni (Sofia Coppola, Susanna Nicchiarelli e anche Matteo Rovere con La legge di Lidia Poët). Frances O'Connor riesce a disegnare un'epoca buia, nuvolosa, plumbea e opprimente, con dei colori vicini al verde scuro e al blu. Il volto, e poi il corpo di Emma Mackey, la sua carnagione bianca, in questo contesto spiccano ancora di più, in un film che parte molto trattenuto e diventa sfrenato, man mano che l'anima di Emily si libera sempre di più. Emma Mackey è eccezionale in ogni dialogo, in ogni reazione. Ma guardate il suo volto in quei momenti di non detto, in quel sorriso/non sorriso e quegli occhi sognanti e speranzosi. È quel momento di attesa in cui sta per arrivare l'amore. Un momento magico, che Emily riesce a fissare.

Conclusioni

Nela recensione di Emily vi abbiamo parlato di un biopic particolare, che coglie una grande artista in un momento di formazione; un film antico, ma moderno perché parla di emancipazione femminile. Ma è anche il film che consacra Emma Mackey come grande attrice, lontana dal personaggio di Sex Education che l’ha resa famosa, perfettamente credibile nel ruolo di eroina d’altri tempi ma con il volto di una ragazza di oggi.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • La storia di Emily Brontë, che ha dato origine al romanzo Cime tempestose.
  • L'interpretazione perfetta di Emma Mackey.
  • L'attualità della storia.

Cosa non va

  • La regia è molto classica, e forse manca qualche guizzo, ma nell'economia del film è funzionale.