A nove anni di distanza da Il Grande Gatsby, Baz Luhrmann è tornato finalmente sul grande schermo con Elvis: presentato in anteprima al Festival di Cannes 2022, è nelle sale italiane dal 22 giugno. Anche questa volta il regista australiano ha fatto ciò che gli riesce meglio: un grande spettacolo. Anzi: uno "spettacolo spettacolare". Da godersi sullo schermo più grande possibile.
Per interpretare Elvis Presley Baz Luhrmann ha scelto Austin Butler. Il premio Oscar Tom Hanks invece è il Colonnello Tom Parker, manager di Elvis e villain di questo film. Il regista australiano è infatti riuscito nell'impossibile: rendere inquietante il volto più rassicurante di Hollywood.
In due ore e mezza, Luhrmann condensa 42 anni di vita intensa: trasforma Elvis in supereroe, facendolo diventare l'incarnazione del sogno americano. Con luci e ombre. Nonostante su carta il "villain" di questa storia sia Parker, in realtà è il tempo il vero nemico: che il regista combatte fin dal suo primo film, Ballroom. Ne abbiamo parlato proprio con lui.
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Baz Luhrmann: "Una vita vissuta nella paura è una vita vissuta a metà"
Fin da Ballroom, il tuo motto è sempre stato "una vita vissuta nella paura è una vita vissuta a metà". Ma non è facile. Come possiamo combattere la paura?
Sai che c'è, non ho una formula magica. Ho paura anche io. Mi sveglio ogni giorno sul set, o quando scrivo una sceneggiatura, o lavoro a un progetto, o quando pensavo di non poter trovare Elvis, e sono pieno di paure. Ma parte del mio lavoro è creare un ambiente in cui la paura è tenuta fuori. Devo combattere la paura per tutti gli altri. Quello che facciamo per lavoro si chiama "giocare". Recitare una parte, una sceneggiatura è come un gioco. E i bambini non possono giocare quando hanno paura. Quindi, quando mi alzo la mattina alle 5, e, forse grazie agli insegnamenti quasi militari di mio padre che mi buttava nell'acqua ghiacciata, sul fondo del fiume, costringendomi a risalire verso la sponda, premo un pulsante che dice: "Niente paura". Non dico di essere senza paura, perché ne sono pieno, ma devo tenerla lontana, in modo da far recitare gli attori.
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Elvis come un supereroe
Amo la scena in cui la musica è quasi come un superpotere che entra nel corpo di Elvis. Hai usato i fumetti in questo film e anche in The Get Down. Pensi davvero che la musica sia un superpotere?
Sì. Assolutamente. Le parole possono fare certe cose, le azioni altre, ma la musica ci tocca e ci fa emozionare in un modo che è quasi inspiegabile. È davvero difficile. Dal punto di vista scientifico, credo sia stato Pitagora a capire che musica e matematica hanno delle cose in comune. Il corpo reagisce a un ritmo matematico. Ma chi può spiegare perché, quando Andrea Bocelli, o Pavarotti, canta quella nota alta in Nessun dorma, la nostra anima si esalta così? È un sentimento che non si può spiegare. Lo spirito del pubblico si solleva nello stesso momento. È interessante per me che a volte, nel bene e nel male, il canto spinga le persone a fare delle cose che altrimenti non farebbero.
Baz Luhrmann e la lotta contro il tempo
Sento che in tutti i tuoi film il vero antagonista è il tempo. Perché sei così ossessionato dal tempo?
Perché è limitato! Elvis ha vissuto una vita di 42 anni e ho dovuto raccontarla in due ore. In due ore e mezza. Se il tempo fosse denaro, se sei davvero fortunato avresti cento dollari come vita. Per quando riesci davvero a capire le cose ne hai già spesi 10. Gli ultimi 20, e non sto dicendo che 80 siano pochi, ma chi è che arriva davvero a 100 anni?! Se consideri il tempo in dollari capisci che è molto prezioso. Quindi: come lo usi? Io cerco di assicurarmi che il mio tempo sia avventuroso, di sentirmi vivo. A volte ho perso la mia strada. A volte non mi sono sentito presente e vivo. E quando succede ti rendi conto che devi fare di tutto per usare bene il tuo tempo, vivere il momento. Per la prima volta da quando c'è stata la pandemia, a Cannes c'è stata una fantastica ovazione, che non era finta. L'eccitazione palpabile per la strada delle persone felici di vedere film, incontrarsi di nuovo e vivere con gli altri, sentirsi umani, era vera. Le persone hanno fame di sentirsi di nuovo vivi. E dipende tutto da come usi il tuo tempo.