Sarà palmares? Per il momento Ella & John - The Leisure Seeker, prima incursione negli States di Paolo Virzì, è stato accolto con ripetute ovazioni alla Mostra di Venezia. Il film, tratto dal romanzo di Michael Zadoorian In viaggio contromano, racconta la vacanza di un'anziana coppia di coniugi che decide di sfuggire al controllo dei figli e dei medici per vivere un'ultima grande avventura sulla Route 1 fino a Key West, in Florida. A interpretare Ella e John sono i divi Helen Mirren e Donald Sutherland, forti di una straordinaria alchimia che trapela in ogni sequenza. Ella & John è stato già venduto in 90 paesi. Sony, che distribuisce il film, ha già pianificato un'uscita tecnica a dicembre in vista degli Oscar, mentre la release ufficiale sarà a gennaio. Stordito ed emozionato da tutto questo entusiasmo, Paolo Virzì non perde la vena satirica livornese e commenta: "Sono americani, perciò sono fissati con gli Oscar. Io guardo questa cosa con divertito scetticismo".
A differenza di molti suoi colleghi che sognano una carriera internazionale, Paolo Virzì ammette di aver girato un film in America per caso. "Non avevo un progetto di immigrazione. Mi sento figlio del cinema italiano e ne sono fiero. Questo film è nato quasi per gioco, insieme ai miei amici sceneggiatori e produttori che mi hanno spinto a scrivere un copione da un libro bello e libero. Io sento che gli strumenti del mio mestiere sono la lingua, la padronanza di un paesaggio familiare. Facevo resistenza, non volevo fare questo film allora ho azzardato dicendo che lo avrei fatto solo se Donald Sutherland ed Helen Mirren avessero accettato di interpretare Ella & John. Così facendomi coraggio ho fatto questa pazzia. E loro, che amano l'Italia e il suo cinema, hanno detto sì".
Su e giù negli Usa con l'Italia nel cuore
Per raccontare l'America di Ella & John, Paolo Virzì ha bandito i cliché presenti nel romanzo di Zadoorian. Banditi la Route 66 e Disneyland, il regista ha plasmato i personaggi secondo un gusto più europeo. Sutherland interpreta un professore di letteratura in pensione ossessionato da Hemingway. "Non sono fan di Hemingway" confessa Virzì. "Lo abbiamo scelto perché la Route 1 finisce sotto casa sua, a Key West, ma anche perché il suo stile è semplice, diretto. Essendo ansioso, in passato ho affollato i miei film di trame, sottotrame, personaggi. Stavolta non ho avuto paura dei silenzi. Volevo un passo più languido, pensavo al ritmo delle ballate di Janis Joplin. Questa è stata la mia vera sfida narrativa".
Helen Mirren e Donald Sutherland sono a Venezia a fianco di Virzì per sostenere una delle pellicole finora più apprezzate del concorso. La regina Helen sembra particolarmente entusiasta dell'esperienza mentre spiega che "inizia e finisce tutto con i registi, quello che noi facciamo è un contributo alla loro arte. E' stato bello lavorare con Paolo, un regista italiano che gira in America ha uno sguardo fresco, curioso su una nuova cultura. I film di Paolo sono ricchi di umanità e calore. Lui ha portato grande sensibilità al film". Molto meno loquace, Sutherland torna a lavorare con un cineasta italiano a 41 anni da Il Casanova di Federico Fellini. "Quando ho letto la sceneggiatura mi è sembrata universale. Non penso che sia un film italiano finché Paolo non apre bocca e mi rendo conto di non capire ciò che sta dicendo". Sutherland si scioglie solo quando inizia a parlare di cinema italiano e confessa che il film che l'ha spinto a fare l'attore è La strada di Fellini. La Mirren aggiunge: "Anche io ho avuto un'esperienza simile a Donald, ma il mio cult è L'avventura. Era il tipo di film in cui avrei voluto essere. Monica Vitti, Claudia Cardinale, Anna Magnani per me sono delle dee. Adoro Tinto Brass con cui ho girato Io, Caligola, ora con Paolo mi sono innamorata di un altro regista italiano".
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Dirigere due miti
Quali caratteristiche di Helen Mirren e Donald Sutherland hanno spinto Virzì a puntare ad averli nel cast? "Animal House è uno dei miei cult e per me il professore di liceo alternativo che si fa le canne è Donald Sutherland" esclama Virzì. "Da giovane John Spencer era quel professore. Per la Mirren ho una devozione e un innamoramento. Ti sorprende anche nei film brutti. Ero entusiasta all'idea di poter lavorare con lei, pensate che oggi mi ha scattato una foto insieme a Stephen Frears, un altro dei miei miti". Cosa si prova a dover dirigere per la prima volta due mostri sacri della recitazione? "Lavorare in America mi preoccupava un po' perché temevo di perdere la mia spontaneità, ma Donald ed Hellen non mi hanno spaventato, forse all'inizio ero un po' intimidito. Helen aveva qualche resistenza perché aveva promesso a se stessa di non fare certi ruoli, era troppo presto ma alla fine ha ceduto. E Donald con me è stato meraviglioso, era diventato John Spencer. Era geloso dei suoi occhiali e non voleva che gli autisti guidassero il Leasure Seeker tra un ciak e l'altro.".
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La corsa verso la libertà
Virzì ha condotto i suoi attori alla scoperta di un'America ricca di stimoli, ma anche di storture. Gli Stati Uniti percorsi da Ella e John a bordo di un camper sono una sequenza di distese sterminate su cui snodano nastri d'asfalto ("A Luca Bigazzi ho detto 'Cerca la Maremma, l'America ordinaria'") e tra i vari intoppi che i due coniugi incontrano nel cammino vi è anche una manifestazione di sostenitori di Trump. Virzì racconta: "Mentre facevamo i sopralluoghi per le location eravamo circondati da questa campagna elettorale aggressiva e abbiamo deciso di inserirla nel film. Non immaginavamo che Trump avrebbe vinto davvero... oppure sì".
Se l'ambientazione ha un ruolo centrale nella pellicola, il cuore pulsante del film è la coppia incredibile composta da Ella e John, due coniugi che hanno passato la vita insieme e che adesso stanno per arrivare al termine della loro esistenza. Seppur non affrontato esplicitamente, l'eutanasia è un tema presente nel film, ma Virzì ci tiene a specificare. "Per me questo non è un film a favore dell'eutanasia. E' un film a favore della libertà di scelta. Nel sistema sanitario americano nel fine vita si spende il grosso dei soldi delle polizze sanitarie e i miei personaggi non ci stanno. Attuano una ribellione gioiosa e amorevole. Io credo nell'idea della libertà di scelta di vivere la propria vita e la propria dignità". Il futuro di Paolo Virzì lo porterà di nuovo in America? "A ottobre inizio a girare un nuovo film ambientato a Roma con un cast italianissimo. Per ora non ho altri progetti che non siano italiani".