Ci sono davvero poche cose per cui gioire in questo 2020 ma una ottima notizia, per i cinefili, è senz'altro l'arrivo dell'attesissimo trailer di Dune, ultima fatica di Denis Villeneuve. La pellicola, presentata nel trailer senza una data d'uscita ufficiale, è l'adattamento del primo romanzo del Ciclo di Dune, la serie fantascientifica di Frank Herbert scritta nel 1965 e rimasta incompiuta (se non si considerano i libri firmati dal figlio dell'autore) dopo il sesto capitolo pubblicato nell'84. Lo stesso anno uscì nelle sale l'adattamento cinematografico diretto da David Lynch, ricordato in modo non lusinghiero da fan e non dei romanzi.
Il nuovo corso filmico di Dune per il momento conta, oltre all'adattamento diretto da Villeneuve e diviso in due parti per volere dello stesso regista, anche uno spin-off intitolato Dune: The Sisterhood, di cui per il momento si conosce bene poco: Jon Spaihts, già co-writer del film, e Dana Calvo saranno al timone del progetto mentre lo stesso Villeneuve dirigerà l'episodio pilota. Cast e data d'uscita, ancora non pervenuti.
Dopo numerose immagini promozionali scattate sul set e distribuite qua e là tra Vanity Fair ed Empire, finalmente il primo trailer ufficiale del film approda sui canali Warner Bros., non senza essere sfuggito ad un leak qualche settimana fa. Ora che ne abbiamo finalmente la possibilità, facciamo una analisi del trailer di Dune, sondando, perché no, l'apprezzamento riscosso sul web.
UN TRAILER PROFETICO
Quale modo migliore per iniziare se non con la prima scena del romanzo? Il trailer di Dune si apre mostrando il protagonista della storia, Paul Atreides (Timothée Chalamet), raccontare alla Reverenda Madre Gaius Helen Mohiam (Charlotte Rampling) alcuni suoi sogni, visioni notturne che in realtà si rivelano essere premonitrici: all'orizzonte Paul vede arrivare una grande guerra accompagnata dalla figura di una giovane ragazza dagli occhi blu. La scelta dell'utilizzare la scena del Gom Jabbar, la prova con lo spillo alla quale la Reverenda Madre sottopone Paul, è particolarmente efficace nell'economia del trailer non solo perché costituisce, come già detto, l'incipit del romanzo, che ci da per altro modo di saggiare l'aderenza della scena a quella del libro, ma soprattutto perché il loro dialogo scandisce gli eventi che accadranno nel corso della storia. La Bene-Genesserit, ordine che vede la Reverenda Madre al vertice, incalza Paul sul dover "imparare a governare gli altri" cosa che i suoi antenati Atreides non hanno mai imparato: in questo momento del trailer è apprezzabile notare, oltre alla bellezza degli oceani di Caladan, il dettaglio sulla tomba che il Duca Leto visita. Gli Atreides infatti hanno discendenze terrestri greche, legati direttamente al mito di Atreo, da cui il nome della casata.
"Mio padre governa un intero pianeta"
"Lo perderà"
"Per uno ancora più ricco"
"Perderà anche quello"
Questo scambio di battute nel trailer viene enfatizzato dal volto preoccupato e intimorito di Lady Jessica, madre di Paul e concubina del Duca, e questo è uno degli aspetti su cui ci aspettiamo Villeneuve abbia lavorato molto. Perché se è vero che il primo romanzo di Dune può essere sintetizzato come una gigantesco preambolo alla saga che funge contemporaneamente come coming of age per Paul, è altrettanto vero che nulla di quello che accade, succederebbe se non ci fosse Lady Jessica: lei è il vero motore di tutto il racconto.
Essendo il primo trailer del film, era normale che tutto si concentrasse su Paul e anche il resto del cast ci viene presentato in funzione del legame che ogni personaggio ha con il giovane Atreides: l'allenamento con Gurney Halleck (Josh Brolin) o lo stretto rapporto di Paul con Duncan Idaho (Jason Momoa). Anche i Fremen, la tribù indigena di Dune, vengono introdotti in quanto delegazione durante l'arrivo della casata reale sul pianeta di Arrakis, considerato una "trappola" dalla Revenerda Madre. Se quindi avete sempre tifato Casa Harkonnen (e per questo vi suggeriamo un esame di coscienza!) questo primo trailer potrà essere leggermente deludente poichè ben poco si vede di questo gruppo di personaggi; alle rarissime apparizione del Barone Vladimir Harkonnen (Stellan Skarsgård) si aggiungono un paio di primi piani su Glossu Rabban (Dave Bautista).
Da questo punto in poi il trailer cambia marcia, con un ritmo incalzante e pathos crescente, accompagnato da un riarrangiamento del brano Eclipse dei Pink Floyd per mano di Hans Zimmer. "Questo è uno sterminio" dice Paul, momento in cui non a caso entrano in scena i soldati imperiali, i Sardaukar, anche questi pedina essenziale nello scacchiere di Dune; le parole piene di enfasi della Revenda Madre, che parla della nascita di una leggenda da cui dipenderà tutta la civiltà, scandiscono un'ulteriore manciata di secondi per trovare il suo apice nelle parole di Paul. "Non devo avere paura, la paura uccide la mente: andata via la paura rimarrò solo io". Ed è con queste parole che vediamo Paul unirsi alla tribù dei Fremen, ed è molto probabile che la prima dell'adattamento si chiuda proprio qui: come rivelato in un'intervista a InStile, Zendaya, che nel film interpreta Chani, ha ammesso di essere stata poco sul set, suggerendoci quindi che tutta la parte della storia dedicata all'ascesa di Paul tra i Fremen e ciò che ne seguirà è stata riservata per la seconda parte dell'adattamento. Il trailer però si chiude definitivamente non con Paul ma con un altro protagonista decisivo di Dune: un gigantesco Shai-Hulud, nome attribuito dai Fremen ai vermi del deserto, che emerge dalle sabbie. L'unica vera nota negativa del trailer pare arrivare proprio in questo momento perché quella data d'uscita prevista per il 18 dicembre 2020 non è stata confermata.
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PARERI ENTUSIASTI MA NON UNANIMI
Questo trailer ha riscosso nel complesso un gran successo anche se non tutti i fan dei romanzi sembrano essere d'accordo. Il minimalismo degli ambienti e dei costumi di scena per dettagli materiali e colori (fatta qualche piccola eccezione) ha lasciato una sensazione di enorme distacco e freddezza nel cuore di alcuni spettatori oltre a scoprire il fianco su un progetto che è sembrato "troppo poco autoriale" nonostante sia frutto di un regista come Villeneuve. Non possiamo certo contestare le emozioni dei singoli ma non ci sentiamo di bocciare a priori la messa in scena del film, che anzi, sembra essere molto ricercata: trattando Villeneuve per un attimo non come regista ma come semplice fan di Dune, un fan che ha letto il romanzo quando aveva quindici anni ed è rimasto profondamente segnato dalla lettura, le sue scelte ci paiono del tutto giustificate, anche perché Frank Herbert non è mai stato così aggrappato al dettaglio descrittivo. Lo scrittore riserva la maggior parte delle pagine dei suoi romanzi a spiegazioni di stampo politico, a dialoghi dove gli interlocutori pontificano su questioni filosofiche ("L'Imperatore Dio di Dune", il quarto romanzo del Ciclo, è quasi una pièce teatrale per com'è scritto) mentre molto poco è dedicato alla delineazione precisa di ambienti, abiti e personaggi. Ognuno di questi elementi ha ovviamente una sua descrizione ma spesso abbozzata e sommaria: il grande pregio, e contemporaneamente tallone d'Achille, di Dune sta proprio qui, nell'essere ampiamente interpretabile sul fronte visivo, dando così molta libertà al regista nel mettere in scena la sua personale versione ma al tempo stesso tradendo l'idea che ogni fan si è fatto nella propria testa. Sfidiamo però a dire che nel trailer non c'è nulla di Dune e, se già solo con le foto il cast aveva convinto tutti, vedere i personaggi interagire tra loro nel trailer rende ancora tutto più credibile e tangibile.
Più comprensibili i timori legati a piccoli dettagli del trailer ma che nel racconto fanno la differenza, come la presenza degli scudi e del loro funzionamento: se è vero che era molto difficile realizzare una rappresentazione scenica peggiore di quella del 1984, è altrettanto vero che non vediamo esattamente l'uso degli scudi nel combattimento tra Paul e Gurney Allek come non sappiamo dove si svolge quello che vede protagonista Idaho: ci auguriamo non su Arrakis visto che gli scudi sul pianeta non vengono usati (poiché le vibrazioni attirano i vermi delle sabbie) a meno che non si tratti di "quel" combattimento.* Siamo certi, volendo sempre trattare il buon Denis prima come appassionato dei romanzi che come regista, che questi dettagli non gli sono sfuggiti. Sul fatto che il risultato appaia agli occhi di alcuni eccessivamente commerciale, ci riserviamo di affrontare la questione, non perché carenti di opinione ma semplicemente perché è un discorso che meriterebbe uno spazio a parte, che saremo lieti di colmare qualora voi lettori foste interessati. Per il momento ci portiamo a casa questo gran bel trailer che, anche senza data, ha ricordato a tutti che Dune c'è, è reale e che presto o tardi potremo finalmente godercelo.
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