Dicesi "buddy movie" un film dove sono affiancati due personaggi dello stesso sesso, solitamente uomini. A volte sono due amici, spesso - sono i casi migliori - due sconosciuti che si trovano insieme per forza. E sono molto diversi. È proprio da questo che scaturisce la narrazione. 2 gran figli di... (titolo italiano di Father Figures, che ribalta il punto di vista), il film dell'esordiente Lawrence Sher, introduce una variazione importante al (sotto)genere: i due protagonisti sono due fratelli, anzi gemelli (ma eterozigoti, non si somigliano affatto), che non si vedono da quattro anni, e che più diversi di così non si potrebbe. Capiamo subito che non vanno nemmeno molto d'accordo. L'occasione di ritrovarsi è il matrimonio della madre. Ed è anche l'occasione di chiederle chi fosse il padre che non hanno mai conosciuto. Estorta, un po' a forza, la confessione, i due partono in un viaggio alla ricerca della figura paterna del titolo. Anzi, delle figure paterne... tra Miami, New York e Worchester, nel Massachussets, i due troveranno la verità. E qualcosa di più...
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Due gemelli agli antipodi
E allora conosciamoli, questi gemelli diversi. Perché la base della storia, e di alcune delle gag del film, è proprio l'essere agli antipodi dei due protagonisti, Kyle e Peter. Che sono opposti in tutto: il cool e l'imbranato, il fancazzista e il gran lavoratore, il rilassato e il teso, l'ottimista e il depresso, quello in ascesa e quello in fase di stallo. A Kyle presta il suo volto sghembo e sornione Owen Wilson, attore unico nel suo genere e prediletto da artisti come Wes Anderson e Woody Allen. Peter ha il volto più comune, ma capace di tic e segni di nevrosi, di Ed Helms, conosciuto soprattutto per il franchise Una notte da leoni. Wilson (particolarmente portato per i buddy movie, vedi Tu, io e Dupree o 2 single a nozze) è spesso lo straordinario nell'ordinario, il personaggio strano che arriva in situazioni normali. Helms è perfetto per essere l'ordinario nello straordinario, l'uomo comune a cui ne capitano di tutti i colori. In qualche modo anche in 2 figli di... portano in scena questi loro caratteri. Anche se, stavolta, sono entrambi ad essere trascinati dagli eventi. Anzi, dall'Universo, come direbbe Kyle...
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Tra dramma, Una notte da leoni e i fratelli Farrelly
"La vita non è una meta, ma è il viaggio quello che conta". Lo sentiamo dire alla fine del film, ma lo avevamo capito già man mano che il film progrediva. Per Kyle e Peter non sarà importante chi o cosa troveranno, ma il ritrovarsi, e il ritrovare il loro rapporto. Se partenza e arrivo di 2 gran figli di... sono forse prevedibili, quello che è assolutamente imprevedibile è il percorso, ricco di trovate e di colpi di scena. Per loro è una continua doccia scozzese, una serie di entusiasmi continuamente raffreddati e di epifanie continuamente rimandate. Per noi è un susseguirsi di sorprese, in un film che cresce con il passare dei minuti, e che lavora su due piani: una storia che in fondo è drammatica alla base, una serie di gag piuttosto riuscite in superficie, che sono poi quelle che danno il tono al film. Lawrence Sher è stato il direttore della fotografia dei tre film di Una notte da leoni: qui prova a confezionare un film meno estremo e più universale (non certo un film per famiglie, ma comunque destinato a un pubblico più ampio), una storia più intensa dove spuntano spesso gag degne della franchise di cui sopra, o dei fratelli Farrelly, ma sempre con un certo pudore, stando attento a non andare troppo oltre.
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Conflitti e riconciliazioni
2 gran figli di... è un film sulla famiglia e le sue problematiche, e sulle cose che nella vita preferiamo tenere dentro, o non dire. Se la vicenda si basa sul non detto, il segreto che la madre tiene nascosto ai due figli, tutto il film si fonda sull'eludere la verità, dai problemi sopiti e continuamente rimandati tra i due fratelli, fino al loro confronto/scontro chiave, a quella bellissima scena nel bar in cui Peter e una ragazza scelgono di non dirsi nulla dei loro problemi e giocano a fare gli agenti segreti. È anche, e soprattutto un film di attori: accanto ai due protagonisti, Glenn Close aggiunge sfumature di grazia e dolcezza a quel volto spigoloso che conosciamo bene, e J.K. Simmons ci conferma che, da quando lo abbiamo visto in Whiplash, da lui dobbiamo avere sempre qualcosa da temere... e poi ci sono Christopher Walken e Ving Rhames. È anche un film scritto bene. La battuta migliore? "Dici che papà è un malvivente? Adesso capisco cosa deve avere sentito Luke Skywalker".