Drive-Away Dolls, recensione: un road movie nell'umorismo folle di Ethan Coen

La recensione di Drive-Away Dolls, film diretto da Ethan Coen con protagoniste Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan: anni '90, due amiche queer, una macchina, umorismo folle. Divertimento sboccato e senza pensieri.

Drive-Away Dolls, recensione: un road movie nell'umorismo folle di Ethan Coen

Da qualche anno le strade cinematografiche dei fratelli Coen si sono divise. L'ultimo film girato insieme è infatti La ballata di Buster Scruggs, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2018. Joel Coen ha quindi realizzato in solitaria Macbeth, adattamento in bianco e nero di Shakespeare, con protagonisti Denzel Washington e Frances McDormand, mentre Ethan Coen ha diretto il documentario Jerry Lee Lewis: Trouble in Mind e ora, insieme a Tricia Cooke, al debutto come sceneggiatrice, dà il la a quella che, nelle loro intenzioni, dovrebbe essere una trilogia: la recensione di Drive-Away Dolls è inscindibile dall'analizzare questa coppia. Anche perché tutto il film di gioca sull'alternanza di "strane coppie".

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Drive Away Dolls: Geraldine Viswanathan, Margaret Qualley in una scena del film

Nelle sale italiane dal 7 marzo, Drive-Away Dolls (che da noi Universal Pictures distribuisce solo in lingua originale) è un road movie sboccato, veloce, divertente e divertito. Siamo a Philadelphia, nel 1999: Jamie (Margaret Qualley, sempre più lanciata) e Marian (Geraldine Viswanathan) non potrebbero essere più diverse. La prima è estroversa e impulsiva, la seconda riflessiva e rigida. Entrambe lesbiche, decidono di fare un viaggio in macchina: destinazione Tallahassee, Florida. Tutto sembra eccitante e pieno di possibilità.

Purtroppo non sanno che nel bagagliaio dell'auto presa a noleggio c'è una valigetta che appartiene a dei criminali. Così, mentre loro si fermano in diversi bar e diner, sulle loro tracce c'è una coppia di scagnozzi: Flint (C.J. Wilson) e Arliss (Joey Slotnick). Anche loro sono due caratteri opposti: silenzioso e violento uno, logorroico e diplomatico l'altro.

Drive-Away Dolls: Ethan Coen scatenato

Strane coppie, dicevamo. Non ci sono soltanto quelle formate dai quattro personaggi principali. Una è quella fantasma, ma inevitabilmente ingombrate, dei fratelli Coen: guardando Drive-Away Dolls verrebbe da pensare che, dato l'umorismo sboccato e fuori di testa, la presenza di trip e scene oniriche alla Il grande Lebowski, il più estroverso dei Coen sia proprio Ethan. Ma la vera coppia qui è quella formata dal regista e dalla sceneggiatrice Tricia Cooke, che nella vita reale è sua moglie. Insieme hanno due figli, ma sono una coppia aperta: sposati dal 1993, in realtà hanno entrambi altri partner e lei si è dichiarata apertamente come lesbica e queer.

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Drive Away Dolls: Colman Domingo, Joey Slotnick in una scena

Drive-Away Dolls, tutto quello che sappiamo sul (primo) film di Ethan Coen

Si deve quindi a lei l'ossatura principale di questa storia, d'altra parte l'ha scritta, racconto che aveva in mente fin dai primi anni 2000. E che, l'hanno dichiarato, vorrebbero trasformare in una trilogia, con ogni volta una coppia di protagoniste differenti. Il sesso è molto presente nel film ma, più che vederlo, ne sentiamo parlare. Jamie, che è stata appena cacciata di casa dalla ormai ex fidanzata, Suki (Beanie Feldstein), è infatti uno spirito libero, che conquista una ragazza diversa ogni sera. Marian invece preferisce leggere grandi classici della letteratura e quando si tratta di passare al concreto ha mille timori.

Entrambe si lasciano andare tra loro a un linguaggio volgarissimo e becero che però è molto realistico. D'altra parte ci portano in giro per un'America meno aperta rispetto a quella di oggi, in cui, almeno, di certi argomenti si parla sempre di più e più apertamente. E proprio la libertà totale è un altro pilastro del film: non soltanto per quanto riguarda il linguaggio, ma anche per le scelte visive e stilistiche. Ethan Coen dà al tutto un alone di B-movie, forse troppo patinato per esserlo davvero, senza preoccuparsi di esagerare. Il risultato è un film veloce e divertente, che non approfondisce mai sul serio i temi più elevati che tocca (l'essere gay in una società che comunque ti giudica, la visione opposta della vita tra ottimisti e pessimisti, l'importanza del sesso nei luoghi di potere), preferendo rimanere leggero.

Un ottimo cast

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Drive Away Dolls: Pedro Pascal in una scena del film

A sostenere Drive-Away Dolls è sopratutto l'ottimo cast: Margaret Qualley è il suo marcato accento texano rivelano un'attrice sempre più in ascesa (è anche in Povere creature! e probabilmente l'avete vista in C'era una volta a... Hollywood e nella serie Maid), Geraldine Viswanathan  è una bella scoperta. A impreziosire il tutto diversi camei irresistibili: ci sono infatti Pedro Pascal (la sua autoironia è meravigliosa), Colman Domingo, Bill Camp, Matt Damon e Miley Cyrus. Se amate i road movie, le strane coppie, l'umorismo volgare e le guest star di lusso, questo è un film che potrebbe diventare un vostro piccolo cult.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di Drive-Away Dolls, il film diretto da Ethan Coen e scritto da Tricia Cooke è un road movie che vuole somigliare a un B-movie e che, pur sfiorando argomenti seri, come l'essere gay in una società che comunque ti giudica, la visione opposta della vita tra ottimisti e pessimisti e l'importanza del sesso nei luoghi di potere, preferisce rimanere leggero, veloce, sboccato e divertente. Ottimo cast e bella colonna sonora, per un divertissement che potrebbe diventare una trilogia.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Le brave protagoniste: Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan.
  • L'umorismo sboccato e folle.
  • I camei di lusso: Pedro Pascal, Matt Damon, Miley Cyrus, Colman Domingo e Bill Camp.

Cosa non va

  • Breve e ritmato, il film non si prende troppo sul serio, ma non approfondisce nemmeno la storia.
  • Se le battute volgari ed esplicite sul sesso vi danno fastidio questo non è il film che fa per voi.