Dragon Trainer, la recensione del live action: tutte le emozioni sono al posto giusto

Dean DeBlois riprende la storia di Hiccup e Sdentato e la racconta in una forma diversa, senza però alterare l'intreccio e la potenza emotiva. Al cinema dal 12 giugno, dopo le anteprime dell'8.

Hiccup e Sdentato in Dragon Trainer

Più volte nel parlare dei remake live action ci siamo detti più favorevoli a quelli che prendono una strada propria, che ampliano il campo d'azione, che si muovono paralleli all'originale, rispetto a quelli che ne ripercorrono il cammino passo passo. Lo abbiamo detto per La Bella e la Bestia o Il Re Leone, per esempio, appoggiando la scelta di andare oltre la storia già nota di Malefica o Crudelia. Un'idea che consideriamo ancora valida, ma con una postilla, un'eccezione che in modo naturale e sensato la conferma: lo stesso regista dell'originale al timone dell'operazione remake. Ed è un'eccezione valida per Dragon Trainer.

Dragon Trainer Set
Sul set del remake live action

È infatti Dean DeBlois a guidare il progetto di questo remake live action, la mente che ha dato vita alla trilogia animata per la DreamWorks, tre volte candidato all'Oscar e vincitore del Golden Globe, che reimmagina la storia nella nuova veste per ridare slancio a una saga che ha raccolto fan appassionati in tutto il mondo. Noi compresi. E lo anticipiamo da subito in apertura di recensione: la storia di Hiccup e Sdentato conferma la sua potenza emotiva anche in questa nuova versione, senza che questa sia annacquata dall'essere già a conoscenza dei risvolti dell'intreccio.

L'inizio della storia di Hiccup e Sdentato

Dragon Trainer è, come il suo omologo animato, l'inizio della storia dei Hiccup e della sua amicizia con il drago Sdentato, sullo sfondo della selvaggio isola vichinga di Berk, dove questi animali sono visti come una spiacevole infestazione, una minaccia, una piaga da debellare. Un luogo in cui il ragazzo, geniale e sensibile, viene visto come una pecora nera, la vergogna del padre Stoick l'immenso, capo legato alla tradizione che avrebbe voluto un figlio in grado di incarnare i propri ideali e portarli avanti. Hiccup non è come lui, non è il guerriero pronto ad affrontare la minaccia rappresentata dai draghi, ma la mente curiosa che vede in loro qualcosa di diverso e che riconosce in Sdentato, quello che secondo la tradizione sarebbe un temibile nemico, le sue stesse paure e fragilità e intraprende un cammino che cambierà i presupposti su cui si base la comunità vichinga di cui fa parte.

Dragon Trainer Mason Thames Hiccup E Sdentato Diventano Amici
I primi contatti tra Hiccup e Sdentato

L'inizio di una storia che affronta e conferma tematiche importanti, come la comprensione e accettazione dell'altro, il sentirsi fuori posto quando si prova e pensa qualcosa di differente dalla massa, il gestire il peso delle aspettative dei propri genitori e il timore di deluderli, oltre al più ampio discorso della pressione sociale a cui tutti siamo sottoposti. Temi che aveva reso Dragon Trainer così amato da più di una generazione, al di là del rapporto uomo/animale in cui tanti si sono sempre saputi riconoscere.

Mason Thames, Nico Parker, Gerard Butler: un cast che funziona

Sin dalle prime immagini, Mason Thames era sembrato un'ottima scelta, almeno a livello visivo, per portare su schermo Hiccup in carne e ossa: il ragazzo classe 2007 (non aveva ancora 18 anni quando ha girato il film), aveva già detto la sua in Black Phone e conferma che non è stato scelto solo per la somiglianza al personaggio disegnato, ma anche perché è in grado di incarnarne sia le fragilità che qualità umane, sia la insicurezze che la furbizia. Allo stesso modo funziona Nico Parker nei panni di Astrid (l'avevamo vista, per esempio, come figlia di Joel nelle prime battute di The Last of Us), diversa per aspetto dalla controparte animata, ma capace di mettere in scena la stessa determinazione e forza.

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Mason Thames e Nico Parker nei panni di Hiccup e Astrid

È invece un ritorno, in qualche modo, quello di Gerard Butler, che già dava voce a Stoick nel Dragon Trainer animato e completa l'opera donandogli anche volto e corpo, confermando la qualità della scelta. Da segnalare, accanto a loro, anche una figura carismatica come Nick Front per il pittoresco fabbro del villaggio, Gambedipesce, a dar lustro a un cast composto da tanti volti noti che risultano credibili in veste vichinga, con costumi in equilibrio tra creatività e rimandi a quel che ci si aspetterebbe da una storia ambientata in quel contesto culturale.

Buon effetti visiti e per tanti splendidi draghi

Dragon Trainer Nell Arena Con I Draghi
Faccia a faccia con un drago

Se il casting umano è ben costruito, lo stesso si può dire per la varietà dell'altra componente fondamentale di Dragon Trainer: i draghi. Da una parte abbiamo Sdentato, coprotagonista realizzato in CGI e affrontato con la cura che merita e necessita per rendere credibile la storia, le sue sfumature e il rapporto che si viene a creare con Hiccup. Dall'altra una moltitudine di altri suoi simili, di ogni sottospecie e aspetto possibile, dai più minacciosi ai più pittoreschi o buffi. La scelta riuscita di DeBlois è di non inseguire il realismo a tutti i costi, ma riprodurre la creatività e calore che aveva reso caratteristico il film animato. Questo aiuta anche l'aspetto tecnico, che non rischia di mettere alla prova la sospensione dell'incredulità o di snaturare il senso stretto della storia e del suo tono generale.

La regia di Dragon Trainer tra conferme e novità

Dean DeBlois scompone e ricompone la sua storia, la ripropone con fedeltà ma tenendo presente l'ambito differente: Dragon Trainer live action arriva a una durata più corposa senza aggiunte significative, ma dando più respiro ad alcuni momenti seguendo il ritmo meno frenetico della messa in scena live action, ma senza che nulla risulti mai pesante o prolisso. Ce lo avevano suggerito già le prime immagini, ricalcate sull'originale animato in modo preciso, puntuale, ma non pedante. Lo conferma il film completo che abbiamo visto in anteprima.

Dragon Trainer In Volo
Hiccup e Sdentato in volo in Dragon Trainer

DeBlois amplia, ma tenendo ben presente cosa era e doveva continuare a essere il suo Dragon Trainer: non c'è nulla di fuori posto, nulla di troppo, nulla di palesemente mancante. Si percepiva il sentimento forte che DeBlois provava per questa storia, per le sue tematiche di accettazione e ricerca del proprio posto partendo da outsider, lo si percepisce ancora adesso che quel racconto ci viene riproposto in forma diversa. Tanto di cappello, o elmo vichingo, per chi ha le idee così chiare ed è capace di tradurle in immagini con tale precisione.

Conclusioni

Da amanti della saga animata, non siamo rimasti delusi dal remake live action di Dragon Trainer: la fedeltà all'originale non è sterile ma frutto della mano di Dean DeBlois, regista dei nuovo film come di quelli animati, che rielabora con criterio e coerenza il materiale di partenza per proporre la stessa storia, le medesime tematiche ed emozioni in una chiave differente senza tradirne lo spirito e andare contro le aspettative dei fan. Buoni e vari i draghi in CGI, riuscito il casting a partire dal giovane protagonista Mason Thames.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • La fedeltà all'originale, non sterile copia e incolla ma frutto della mano appassionata del regista Dean DeBlois.
  • Il casting, dai giovani Mason Thames e Rico Parker al collaudato Gerard Butler nel ruolo che aveva già come doppiatore come padre di Hiccup.
  • Sdentato e i draghi in CGI, vari, pittoreschi e fedeli per spirito e tono a quelli animati.
  • Le tematiche, sempre valide, sempre emozionanti.

Cosa non va

  • Trattandosi di un remake che ricalca l'originale, va da sé che si debba accettare l'operazione e che non ci siano particolari sorprese durante la visione.