"Questa è Berk. Io vivo qui. Abbiamo la pesca, la caccia e degli incantevoli tramonti. L'unico problema sono le infestazioni. In molti posti hanno topi o zanzare. Noi abbiamo... i draghi!" Così iniziava Dragon Trainer il film tratto dalla saga di libri per ragazzi Come addestrare un drago (How To Train Your Dragon) scritta da Cressida Cowell.

In occasione del 15° anniversario della pellicola e dell'uscita dell'adattamento live action, distribuito sempre da Universal Pictures dal 13 giugno, andiamo a ripercorrere i motivi che l'hanno reso un franchise così riuscito e così amato in tutto il mondo.
Dragon Trainer: animali mitologici e dove trovarli

Il primo punto di forza del film d'animazione è, inutile dirlo, Sdentato (Toothless, in originale). Un infortunio gli fa incontrare il co-protagonista Hiccup e da lì il rapporto si evolve in modi inaspettati. E con lui tutta la combriccola di creature magiche con cui si trovano ad avere a che fare i giovani protagonisti. Questo perché i draghi hanno un fascino senza tempo su qualunque generazione, proprio per il loro essere creature immense, distruttive ma anche profondamente empatiche: basti pensare a Dragonheart oppure ad House of the Dragon. Ecco quindi che il rendere la sua Furia Buia un animale tanto temuto quanto adorabile, tanto selvaggio quanto domestico, risulta una combo micidiale per gli spettatori in ascolto.
Nel segno dell'amicizia

L'altro grande potere di Dragon Trainer è il rapporto tra Hiccup e Sdentato, che muove tutta la saga e i destini di tutti i personaggi. Questo perché agli abitanti di Berk è stato insegnato, fin da piccoli, che i draghi sono cattivi e vanno temuti e combattuti. Proprio come si fa con quel diverso che ci fa paura, piuttosto che tendergli la mano (o la zampa). Ed è proprio da un segno di apertura che parte l'amicizia impossibile tra il ragazzo che non voleva fare lo sterminatore ma l'inventore, e il drago più pericoloso della sua specie che nasconde un cuore d'oro. Questo genererà altrettante "accoppiate" inaspettate tra i concittadini di Hiccup e altri animali mitologici che potrebbero non essere così rari come narra la leggenda. Non solo: i due protagonisti diverranno ancora più simili di quanto non siano già in partenza, a proposito di diversità. E, forse, le pellicole parlano anche - per traslato - di tutte le guerre, passate e presenti.
Genitori e figli
Il rapporto tra Hiccup e il padre, il capo di Berk è uno dei punti cardine del racconto. Diviene anche rappresentativo di un certo tipo di mascolinità e di machismo di una società che ha determinate aspettative per la nuova generazione. Proprio quest'ultima però potrebbe fornire una visione completamente diversa di ciò che è stato e, quindi, di ciò che ancora deve venire. Vi si possono vedere varie allegorie, a partire dalla caratterizzazione del protagonista, "poco vichingo" nei modi, nella corporatura, eppure talmente lungimirante da riuscire a pensare fuori dagli schemi.
Un'evoluzione visiva ed inclusiva

L'inclusività raccontata dal franchise DreamWorks è quanto di più lontano ci possa essere da una semplice spunta da completare. Non solo per l'assoluto affetto incondizionato che è impossibile non provare istantaneamente ed istintivamente per i due protagonisti - e poi per il resto della combriccola. Ma anche per la purezza del messaggio di fondo: se solo provassimo a comprendere ciò che non capiamo, forse ci si aprirebbe un mondo che nemmeno sapevamo esistesse. Tutto da scoprire. Forse potremmo partire dalle basi per imparare ad accettare chi non è come noi, invece di allontanarlo o, peggio, attaccarlo prima ancora di difenderci, pensando di fare furbamente la cosa giusta.

Di capitolo in capitolo la trilogia di Dragon Trainer cresce insieme ai personaggi, anche esteticamente, migliorando varie sfumature tecniche per riuscire a volare letteralmente coi protagonisti di questo romanzo di formazione magico e fantastico. La scena finale dell'ultimo capitolo Dragon Trainer - Il Mondo Nascosto è quanto di più simbolico possibile e dovremmo prenderne tutti esempio: la nuovissima generazione di umani, ancora neonati, viene fatta volare sulle ali di quelle creature, per far capire loro fin da piccolissimi che non c'è nulla di cui aver paura.