Dragon Quest: Your Story, la recensione del controverso film ispirato alla famosa serie di videogiochi

La recensione di Dragon Quest: Your Story, il lungometraggio in computer grafica ispirato al famosissimo videogioco di ruolo portato in Italia da Netflix.

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Dragon Quest: Your Story - un'immagine del film animato

Prima di cominciare questa recensione di Dragon Quest: Your Story ci sembra doveroso spiegare che cos'è Dragon Quest a chi, magari, non conosce bene la storia videoludica. La serie ha fatto il suo esordio nel lontano 1986 e ancora oggi, con undici capitoli all'attivo e numerosi spin-off, rappresenta la quintessenza del genere JRPG, un acronimo che sta per Japanese Role Playing Game: per farla breve, molti titoli appartenenti allo stesso genere, come l'altrettanto famoso Final Fantasy, affondano le loro radici nei primi Dragon Quest di Enix. Il brand è amatissimo in Giappone, quasi venerato, e ogni nuova uscita è accolta con grande entusiasmo.

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Dragon Quest: Your Story - una sequenza del film

Il film prodotto da Shirogumi e Robot Communications, però, ha ricevuto in patria un'accoglienza molto gelida e ha floppato al botteghino. A pochi mesi dall'uscita nelle sale giapponesi, Dragon Quest: Your Story arriva anche nel nostro paese, completamente doppiato in italiano, grazie all'ormai popolarissima piattaforma Netflix. Scritto e diretto da Takashi Yamazaki, Your Story è ispirato a "Dragon Quest V: La sposa del destino" ma alcuni cambiamenti alla trama del JRPG originale e al character design hanno indispettito i fan giapponesi, i quali hanno mal digerito anche la decisione di affidare il doppiaggio ad alcune celebrità televisive, piuttosto che a veri professionisti. Tutto ciò faceva presagire che Dragon Quest: Your Story fosse una produzione poco curata, ma non è andata proprio così.

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Una storia che corre troppo

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Dragon Quest: Your Story - una seuenza del film d'animazione

Il prologo di Dragon Quest: Your Story ci ricorda prepotentemente le sue origini videoludiche, infatti le prime scene riproducono proprio il gioco del 1992 per NES coi suoi piccoli sprite pixellosi, la musica chiptune e le finestre di dialogo in bianco e nero. Vediamo così la nascita del protagonista Luca e la fuga disperata di suo padre Pankraz che riesce a salvarlo dall'agguato del demoniaco Skriterioska: perduta la mamma, Luca cresce insieme al padre e allo scudiero di famiglia, poi qualche anno dopo si ritrova faccia a faccia con lo stregone che lo rapisce insieme al principe Robert. Quella di Dragon Quest V è un'avventura generazionale che questo film, purtroppo, racconta in modo molto frettoloso. Per quanto sia difficile condensare in un'ora e quaranta minuti circa decine di ore di gioco, la sceneggiatura di Takashi Yamazaki glissa su alcuni momenti di un certo rilievo, ne rappresenta velocemente alcuni e indugia un po' troppo su quelli meno importanti, come la questione della "sposa" che dava il sottotitolo al gioco.

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Dragon Quest: Your Story - un momento del film

Your Story, tuttavia, non è una semplice trasposizione cinematografica di Dragon Quest V. Le differenze tra i due media trovano la loro ragion d'essere in un finale che ha fatto infuriare i giapponesi, ma che a noi è piaciuto e non poco. Chi ha visto The Lego Movie potrebbe avere un forte déjà vu di fronte a una soluzione decisamente audace che colpirà al cuore i fan di Dragon Quest come videogioco e, in fondo, dei videogiochi in generale. Sì, forse Yamazaki avrebbe dovuto concentrarsi di più sui rapporti tra i personaggi e su un intreccio che a tratti si fatica un po' a seguire, ma sul finale Your Story guadagna un insospettabile livello di profondità in più che probabilmente lo farà apprezzare anche a chi non conosce il videogioco omonimo.

Dragon Quest senza Toriyama?

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Dragon Quest: Your Story - un'immagine del film

I fan più sfegatati potrebbero infuriarsi come gli spettatori giapponesi, ma dobbiamo ammettere di aver trovato azzeccata la scelta di rinunciare al character design di Akira Toriyama, troppo spigoloso e irreale per un film come questo. Il design finale non si allontana troppo dallo stile dell'autore di Dragon Ball, a dire la verità, ma appare subito più morbido e rotondeggiante, quindi più adeguato a una computer grafica tanto ricca e curata. Ottime anche le animazioni in generale, fluide e nitide anche nelle spettacolari scene d'azione. Dragon Quest: Your Story è un film coloratissimo, pieno di citazioni che richiamano ai caratteristici tratti distintivi della serie, come i buffi personaggi che parlano improbabili commistioni di italiano, inglese, russo e spagnolo. La colonna sonora è una deliziosa raccolta di brani orchestrali ascoltati soprattutto in Dragon Quest V: a firmarla troviamo il compositore storico Koichi Sugiyama, che ci delizia col motivetto introduttivo di Dragon Quest nei momenti più divertenti e coinvolgenti del film.

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Dragon Quest: Your Story - una scena del film animato

Noi abbiamo visto Dragon Quest: Your Story in italiano. Solitamente preferiamo il doppiaggio in lingua originale, ma sosteniamo anche i nostri talentuosi doppiatori che sempre più spesso capita di veder sminuiti soprattutto sul web. Il lavoro svolto dai nostri connazionali per questa proposta Netflix ci è sembrato di ottima qualità: il cast - che vanta, tra gli altri, le voci importanti di Andrea Ward e Monica Ward - infonde ai personaggi la giusta energia e non suona mai stucchevole o forzato come capita spesso negli anime doppiati in italiano. Difficile capire cosa esattamente non sia andato giù al pubblico giapponese, anche perché sappiamo che Toho ha investito parecchio su questo aspetto della produzione, facendo addirittura ridoppiare la pellicola a lavori ultimati per sincronizzare meglio le battute con le animazioni facciali. A livello tecnico, insomma, Dragon Quest: Your Story è un prodotto molto curato che magari non raggiunge le vette artistiche di Toy Story 4, ma che comunque si difende benissimo nonostante sia costato dieci volte meno.

Conclusioni

Alla fine di questa recensione di Dragon Quest: Your Story dobbiamo ammettere di esserci divertiti parecchio: sì, la trama avrebbe avuto bisogno di maggior profondità, ma il film riesce a trasmettere tutta l'avventurosa goliardia che contraddistingue il brand, azzardando un colpo di scena sul finale che farà molto discutere soprattutto gli appassionati.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • L'atmosfera goliardica tipica della serie.
  • La colonna sonora di Koichi Sugiyama.

Cosa non va

  • Il ritmo troppo frettoloso della narrazione.
  • Il colpo di scena finale si ama o si odia.