"Sono stato via per un po', ma ora sono tornato"
Non sono solo i suoi avversari nello speciale di Natale 2016 The Return of Doctor Mysterio i destinatari di questa battuta del Dottore, ma tutti noi spettatori che abbiamo dovuto aspettare un anno per guardare un nuovo episodio di Doctor Who e reincontrare la dodicesima incarnazione, quella di Peter Capaldi; una pausa più unica che rara nel nuovo corso della serie (anche l'ultima annata di David Tennant non aveva avuto una stagione regolare, ma gli speciali erano stati quattro disseminati nel corso dell'anno), che è ripresa nel 2005 e si avvia alla sua decima stagione.
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Non che ci sia stato assoluto silenzio sul fronte Doctor Who nel corso di quest'anno, perché ad inizio anno è stato annunciato che non ci sarebbe stata una stagione per il 2016 e che la decima, in onda nel 2017, sarebbe stata l'ultima dello showrunner Steven Moffat (che sarà poi sostituito da Chris Chibnall). Inoltre ad aprile è stata annunciata la prossima Companion del Dottore, di nome Bill ed interpretata da Pearl Mackie, e infine in autunno ha debuttato un nuovo spin-off della serie, intitolato Class e con target più adolescenziale. Insomma, la BBC non se n'è stata con le mani in mano... e nemmeno lo stesso Moffat, che ha firmato in prima persona lo speciale di Natale andato in onda il 25 Dicembre in patria.
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Mysterio chi?
Siamo a New York e nevica, che c'è di più natalizio? Aggiungiamoci un uomo anziano che penzola fuori una finestra al sessantesimo piano ed il quadro è perfetto. Ma non si tratta di Babbo Natale, è invece un viaggiatore del tempo, noto come Time Lord, che in questa sua dodicesima incarnazione ha sì i capelli candidi, ma poco del fisico tondeggiante del portaregali vestito di rosso. Ad accoglierlo è il piccolo Grant, un ragazzino di otto anni che lo chiama Dottor Mysterio, strizzando l'occhio al nome messicano del popolare personaggio britannico. Il piccolo Grant però fa un errore: ingoia una potente gemma che gli dona poteri in stile Superman, dalla velocità alla forza, la levitazione e la vista a raggi X, ed è a causa di ciò che ventiquattro anni dopo il Dottore lo ritrova vigilante notturno con l'evocativo nome di Ghost, in netto contrasto con la sua occupazione diurna come tata della figlia della sua fiamma di sempre, la Lucy di cui è innamorato fin dalle elementari.
Ma le sue battaglie quotidiane subiscono una brusca impennata quando ci si ritrova a dover fronteggiare e fermare una specie aliena che sta cercando di conquistare il pianeta Terra, impiantandosi nei cervelli dei leader mondiali e delle figure più potenti del pianeta, come Ghost appunto è. Ovviamente non è solo nella battaglia, perché il Dottore è finalmente tornato dopo ventiquattro anni e la conclusione della storia con River Song che abbiamo visto lo scorso Natale e di cui questo nuovo episodio è sequel diretto, oltre che la sua Lucy ed il buffo Nardole, anch'egli proveniente dall'episodio datato Natale 2015.
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Grandi responsabilità
Chi segue e apprezza Doctor Who, sa benissimo che la serie è composta da episodi di diversa natura, che sanno divertire, emozionare, commuovere. Il ritorno del Dottor Mysterio è uno di quelli più scanzonati che permuta la sua componente più seria dall'essere seguito di quello più emozionante e drammatico dello scorso anno. Quest'anno, però, Moffat si diverte punteggiando il racconto di ammiccamenti e citazioni, a se stesso come al mondo dei cinecomic che va per la maggiore e che prende in giro/omaggia in maniera evidente e diretta, con situazioni, personaggi e frasi. A cominciare dalla classica "da grandi poteri derivano grandi responabilità", che qui diventa auto-monito per lo stesso Dottore in crisi, al personaggio di Lucy novella Lois Lane, lo script di Moffat, imperfetto ma deliziosamente scanzonato, si diverte a creare uno scontro tra il mondo di Doctor Who e quello dei comics.
Tutto finisce
Capaldi è a suo agio in questa contaminazione, ormai completamente in parte dopo aver assimilato alcuni vezzi dei suoi predecessori ed averli arricchiti con il suo personale tocco, quella spettrale sofferenza tipica del Dodicesimo Dottore. La regia di Ed Bazalgette sta al passo e confeziona un episodio che intrattiene, come è giusto che sia la sera di Natale, ma che funge da ponte per la decima stagione che vedremo a primavera e che il promo lanciato a fine speciale di Natale ci preannuncia come ricca e varia, facendo eco al discorso finale del Dottore in questo episodio: "Tutto finisce ed è sempre triste. Ma tutto ricomincia ed è sempre felice". E lo siamo anche noi in vista della primavera e dopo le prime immagini in cui abbiamo intravisto la nuova Companion, sempre più curiosi di vedere come interagirà con Peter Capaldi, dopo esserci un po' stupiti, positivamente, di vedere ancora il Nardole di Matt Lucas, dopo aver sorriso nel rivedere gli immancabili Dalek. L'ultima annata di Moffat sta per iniziare e siamo sicuri che ce la metterà tutta per dare una conclusione memorabile a questa sua personale avventura nel mondo di Doctor Who.
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Movieplayer.it
3.5/5