Arriviamo finalmente alla nuova, decima stagione di Doctor Who. Ci arriviamo dopo mesi in cui è sembrato che si volesse guardare un passo oltre, ignorando il futuro prossimo dei nuovi episodi e puntando lo sguardo verso quello più remoto che li seguirà: sappiamo già, infatti, che si tratta dell'ultima stagione con Steven Moffat come showrunner e che sarà l'ultima con Peter Capaldi nel ruolo dello storico Time Lord che dal 1963 si aggira per la televisione britannica, e non solo. Sappiamo inoltre, già da fine gennaio, che dal prossimo anno sarà il Chris Chibnall di Broadchurch a gestire la serie.
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Insomma sembra quasi che di questi 14 ultimi episodi scritti da Moffat (lo speciale già visto a Natale, i dodici episodi di questa stagione 10 di Doctor Who e il prossimo sperciale natalizio) non freghi molto a nessuno, che ci si stia concentrando più su quello che verrà che su quello che è ora la serie inglese, con rumor che impazzano su chi sarà il prossimo Dottore, da un suggestivo ritorno di Matt Smith a Anthony Head e Kris Marshall fino all'ipotesi più affascinante di una reincarnazione al femminile con il volto di Tilda Swinton. E forse è un bene che si guardi avanti con decisione, perché si tratta della serie più longeva della TV e restare vitale è una sfida continua.
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Introducing Bill
Si tratta però di una semplice sensazione, mista forse a un pizzico di tristezza per l'addio dello sceneggiatore che l'ha seguita dalla stagione 5 in avanti, perché il presente di Doctor Who ha almeno un motivo di interesse non trascurabile: l'arrivo della nuova companion, già analizzata e (pre)giudicata nell'anno trascorso dal suo annuncio. Quella della Bill di Pearl Mackie è una presentazione immediata e diretta. A lei Moffat dedica la sequenza d'apertura, al suo arrivo, convocata, nell'ufficio di un Dottore che da cinquant'anni staziona sulla Terra dedicandosi all'insegnamento. Un primo colloquio in cui vengono fuori tutti i tic e le caratteristiche della nuova companion, che è nerd e pronta nella risposta, curiosa e nervosa.
Ma Moffat mette fin da subito sul piatto anche l'omosessualità della ragazza, impostando allo stesso tempo il tipo di rapporto che lei ed il Dottore avranno (almeno in questa incarnazione), che sa di quello che può avere un nonno con la nipote. Quella di Bill non è solo una presentazione piuttosto classica, non molto diversa da quella di Rose una dozzina di anni fa, ma quasi un modo per far ripartire la serie e non è forse un caso che l'autore abbia usato un titolo come The Pilot. Attraverso di lei, infatti, rientriamo nel TARDIS e lo riviviamo con i suoi occhi ancora vergini delle meraviglie della nave spaziale (e temporale) più cool della televisione, senza rinunciare ad una nuova versione della classica battuta "è più grande dentro".
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Pronti a ripartire
Ritroviamo, quindi, un Dottore che ancora sta facendo i conti con quanto avvenuto nella scorsa stagione, legato al passato (e lo dimostrano le foto sulla sua scrivania) e incerto su come affrontare il futuro. Il primo incontro (e la prima avventura) con Bill Potts lo rimettono in carreggiata, ma l'interpretazione di Capaldi per questo nuovo anno sembra più dolce rispetto a quanto abbiamo visto negli anni scorsi, più amorevole e meno distaccata. Lo dimostra la sequenza toccante in cui Bill convince il Dottore a non cancellarle la memoria, e la sua reazione alle preghiere della ragazza. Sarà il tempo, e i prossimi episodi, a dirci se questa sensazione è corretta, ma il primo impatto con il Dodicesimo Dottore per questi ultimi episodi che ci separano dal suo addio ha un sapore malinconico.
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Quel che resta di Moffat
Quanto al contenuto e l'approccio di The Pilot, alla storia che ci viene raccontata da Steven Moffat con la regia di Lawrence Gough, ci ritroviamo al cospetto di un episodio più semplice e diretto di altri al quale l'autore inglese ci ha abituati, soprattutto per una premiere di stagione in cui abitualmente imposta la storyline orizzontale che svilupperà nel corso dell'anno. The Pilot appare un episodio più autoconclusivo e autonomo, quasi un classico Monsters of the Week che però non rinuncia alla sua sana dose di atmosfera e brividi, partendo da una strana pozzanghera ed il riflesso che mostra a chi guarda, per mettere i nostri eroi al cospetto di un minaccioso, e spaventoso, alieno.
Difficile dire se questa scelta sia dovuta alla pura ed onesta voglia di dare il giusto spazio alla nuova Companion prima di inserirla in un contesto più ampio e strutturato, o se questa decima stagione sarà tutta all'insegna di un intrattenimento più immediato e diretto di alcune delle recenti costruzioni narrative di Moffat. Per ora aspettiamo con un nuovo, rinnovato brivido gli inquietanti robot che comunicano con emoticon (Emojibots) che abbiamo visto nel promo del prossimo episodio, Smile.
Movieplayer.it
3.5/5