Doctor Who 12, recensione del finale: una svolta al di là del tempo

La recensione del finale della dodicesima stagione di Doctor Who, che rimescola tutte le carte in tavola in modo sorprendente.

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Doctor Who: una scena della stagione 12

Eccoci arrivati alla recensione del finale di Doctor Who 12, appena una settimana dopo aver parlato della stagione in generale, grazie alle scelte di programmazione di Rai 4. In realtà una strategia abbastanza efficace, perché dopo le storie autoconclusive dell'annata precedente si è tornati a una trama orizzontale e episodi in più parti, il che giustifica l'idea di proporre i dieci episodi a cadenza giornaliera, per arrivare a quel finale che cambia tutto, per sempre (o almeno fino a quando un altro showrunner deciderà eventualmente di resettare la mitologia come lo show tende a fare da alcuni anni a questa parte). Un cambiamento davvero epocale, perché a differenza della gestione di Russell T. Davies (che prima eliminò i Signori del Tempo e Gallifrey e poi li usò per ricontestualizzare la follia del Maestro) e quella di Steven Moffat (che si divertì con il limite delle rigenerazioni per risolvere un problema di continuity introdotto dal predecessore e chiudere la storyline della Guerra del Tempo), Chris Chibnall ha deciso di tornare alle origini e stravolgere l'intero universo whoviano, con una strategia destinata a dividere.

Doctor... Who?

Doctor Who: Matt Smith, David Tennant e John Hurt nell'episodio speciale The Day of the Doctor
Doctor Who: Matt Smith, David Tennant e John Hurt nell'episodio speciale The Day of the Doctor

È sempre stato il grande mistero della serie: chi è veramente il Dottore? Il suo nome è un segreto, noto a pochi ("Solo i bambini possono udirlo, nel momento giusto", disse il Dodicesimo Dottore prima di rigenerarsi), ed era la chiave per far tornare i Signori del Tempo dalla dimensione parallela in cui erano stati spediti per salvarli dai Dalek durante la Guerra. La domanda più antica dell'universo, che nel finale della sesta stagione e parti della settima trasformò il titolo dello show stesso in elemento narrativo, cliffhanger e riflessione metatestuale. Un esempio della scrittura a tratti autocompiaciuta di Steven Moffat, ma anche un punto in sospeso che alimentò lo speciale del cinquantesimo anniversario, con l'introduzione del War Doctor e la questione del significato del nome che il protagonista aveva scelto per se stesso: Dottore, colui che aiuta gli altri. Ed era quello il punto: l'importante non è il nome di battesimo gallifreyano, bensì quello con cui il personaggio è noto a tutti, in ogni dove e quando. Ogni altro dettaglio può rimanere un mistero. O almeno così credevamo.

Doctor Who 12, recensione: inizia una nuova era per il Dottore

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Doctor Who 11: Jodie Whittaker in una immagine della premiere di stagione

Cosa fa, infatti, la dodicesima stagione di Doctor Who nel finale, nel bel mezzo di una lotta contro il Maestro e la sua armata fatta di Signori del Tempo defunti trasformati in Cybermen? Svela che tutto ciò che credevamo di sapere era una menzogna, come già suggerito nella premiere dall'antagonista e da un altro episodio dove appare un'incarnazione femminile, finora sconosciuta, del Dottore. E nel nostro precedente articolo sulla stagione avevamo fatto allusione a una scena della serie classica che acquistava una nuova importanza in questa sede: parliamo del duello mentale tra il Quarto Dottore e Morbius, nel corso del quale si videro dei volti che, sulla carta, dovevano essere incarnazioni precedenti a quella di William Hartnell (ma la cosa fu sostanzialmente accantonata una volta introdotto il limite delle tredici rigenerazioni). Ed ecco che arriva la spiegazione: il Dottore è in realtà l'entità che il Maestro chiama "Timeless Child" (bambino/a senza tempo), appartenente a una razza sconosciuta e in grado di rigenerarsi all'infinito, un potere che fu poi usato per creare i Signori del Tempo, limitando le loro vite a tredici. Ciò che abbiamo visto dal 1963 a oggi è la vita del Dottore dopo la cancellazione dei suoi ricordi (anche se la cosa lascia qualche dubbio ancora da chiarire, come la storia del furto del TARDIS).

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Avventure senza limiti

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Doctor Who: Jodie Whittaker durante una scena dell'episodio Resolution

E così, mentre il Dottore finisce la stagione catturata dai Judoon, in attesa dell'episodio speciale che già dal titolo promette il ritorno dei Dalek dopo lo speciale di Capodanno del 2019, noi rimaniamo a meditare sulla scelta narrativa fatta da Chris Chibnall, che stravolge l'intera mitologia della serie. C'è chi lo accusa di averlo fatto per smorzare la polemica su Jodie Whittaker e sulla deriva "politicamente corretta" della serie (ma ricordiamo che il primo a proporre un Dottore donna fu Tom Baker quattro decenni fa, e in generale accusare lo show di essere influenzato dai tempi odierni significa non averne mai capito l'elemento centrale, ossia l'apertura al cambiamento), rimuovendo il primato dell'attrice. In realtà, pur annullando in apparenza il mistero legato al personaggio (ma solo in apparenza, perché rimangono mille quesiti su ciò che non abbiamo visto della vita del Dottore prima che avesse il volto di Hartnell), questa scelta dello showrunner apre il mondo della serie in modo davvero inedito, rimuovendo definitivamente alcuni vincoli che ultimamente rischiavano di essere degli ostacoli (basti pensare al limite delle rigenerazioni, che Moffat ha trasformato in vero e proprio elemento centrale dell'episodio di commiato di Matt Smith). Adesso il mondo del Dottore è libero di espandersi in qualunque direzione, abbracciando in modo letterale il potenziale infinito che da sempre accompagna le avventure del ribelle fuggito da Gallifrey. Come noto, il TARDIS è più grande all'interno. Con la scelta di Chibnall, adesso lo è anche lo show. Per sempre? Sarà un quesito per le prossime (ri)generazioni.

Conclusioni

Finisce la nuova stagione, e con essa la nostra recensione del finale di Doctor Who 12, una conclusione sorprendente e coraggiosa che trasforma la serie in vista di sviluppi futuri. Con l'arrivo di Jodie Whittaker, quasi due anni fa, si prospettava l'inizio di una nuova era. Questa stagione lo ha confermato in maniera assolutamente imprevedibile.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • Il colpo di scena legato al titolo è davvero sorprendente.
  • Gli elementi da esplorare nelle prossime stagioni abbondano.
  • Sacha Dhawan si riconferma un grande Maestro.

Cosa non va

  • I cambiamenti legati alla mitologia della serie non andranno giù a tutti.