Prima ha girato Il potere del cane di Jane Campion, premiata con l'Oscar alla migliore regia, in Nuova Zelanda, poi Spider-Man: No Way Home e infine Doctor Strange nel Multiverso della follia: Benedict Cumberbatch ha rischiato davvero di perdersi in tutte queste realtà diverse. E forse questa frenesia lavorativa ha fatto bene alla sua interpretazione nel nuovo film Marvel, nelle sale italiane dal 4 maggio.
Diretto da Sam Raimi, finalmente di nuovo dietro la macchina da presa a nove anni di distanza da Il grande e potente Oz, Doctor Strange nel Multiverso della follia è uno dei film più sperimentali del Marvel Cinematic Universe, in cui, accanto al classico e consolidatissimo schema creato da Kevin Feige, ci sono ogni tanto dei lampi di creatività originale proprio del regista.
Questa volta Steven Strange deve affrontare sfide su più fronti: sogna le vite delle versioni alternative di se stesso, deve partecipare a un matrimonio a cui probabilmente non avrebbe mai voluto assistere, aiutare una ragazza dotata di un potere unico, America Chavez (Xochitl Gomez) e cercare il libro di Vishanti. Siccome l'aiuto di Wong (Benedict Wong) potrebbe non essere sufficiente, cerca Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen), che si è ritirata in campagna dopo i fatti visti nella serie WandaVision. Sogni, sacrifici, insegnamenti: abbiamo parlato di Doctor Strange nel Multiverso della follia proprio con l'attore Benedict Cumberbatch, raggiunto via Zoom.
Doctor Strange 2: la video intervista a Benedict Cumberbatch
Doctor Strange: arriva America Chavez
In questo film c'è un nuovo personaggio: America Chavez. È quasi una studentessa per Steven. Pensi che avere qualcuno a cui insegnare qualcosa sia positivo per lui
Dovete vedere come si sviluppa questa dinamica. Potrebbe stupirvi.
Se questo film può insegnare qualcosa al pubblico, che cos'è secondo te?
È sempre meglio stare insieme che da soli.
Doctor Strange: lo stregone cambia
Christine dice a Strange che non può amarlo perché lui vuole sempre tenere il coltello dalla parte del manico. Pensi che abbia ragione?
Certamente. Lui si è sempre comportato così. Lui è quel tipo di persona che si prende sempre il merito delle idee, deve essere la star in sala operatoria. Deve sempre avere il controllo. In questo film il personaggio cambia: quando è diventato uno stregone ha continuato a pensare che il modo migliore per aiutare gli altri sia da solo. In questo film cambia punto di vista.
In questo film, almeno nei primi minuti, Strange usa molto la parola sacrificio. Quanto è importante fare dei sacrifici quando c'è in ballo un bene superiore? E come si fa? Non è facile.
No, non lo è, ma lo diventa quando cominci a farlo: ti fa stare bene. È qualcosa che diventa parte di te, quando provi ad aiutare chi è meno fortunato di te, o provi a cambiare il tuo comportamento per il bene degli altri. Cambiare e fare sacrifici può fare bene agli altri tanto quanto a noi stessi. Può quasi creare dipendenza, come per chi beve. Ci si sente bene a esercitare quel tipo di forza di volontà.
Doctor Strange e l'importanza dei sogni
Un'altra parola chiave del film è sogni: ti fanno paura adesso?
È divertente: prima di questo ho girato Il potere del cane in Nuova Zelanda e in mezzo Spider-Man. Sono abituato a rimettere il mantello e interpretarlo, ma penso che il lavoro sui sogni che ho fatto per quel personaggio abbia influenzato anche Strange. Sono due film e due preparazioni molto diversi, ma hanno influenzato il mio lavoro. Penso che i sogni siano il nostro Multiverso: è così che possiamo vivere queste realtà alternative. Mi affascina che cosa sia in grado di fare il nostro cervello: potenziare la nostra esperienza e allo stesso tempo creare realtà impossibili. Come pilotare un elicottero, o costruirne uno, o quello che vuoi. Ci forniscono realtà alternative che sono una magnifica fonte di creatività.
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