Doc - Nelle tue mani, Matilde Gioli: “Giulia avrà una profonda evoluzione nei prossimi episodi”

La nostra intervista a Luca Argentero, Matilde Gioli e al cast di DOC- Nelle tue mani, in onda su Rai uno per sette prime serate dal 15 ottobre 2020 con la seconda parte della prima stagione.

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Doc - Nelle tue mani: Matilde Gioli e Luca Argentero inuna scena della serie Rai

Dopo una pausa inaspettatamente lunga dovuta all'interruzione delle riprese per l'emergenza Covid-19, è tornata su Rai1 una delle fiction più amate della scorsa stagione: Doc - Nelle tue mani è ripresa dal 15 ottobre in sette prime serate con un secondo blocco di episodi che andranno a concludere la stagione 1, risolvendo molte questioni lasciate in sospeso. La serie, tratta dal libro "Meno dodici" di Pierdante Piccioni (un medico che racconta la sua esperienza come paziente), narra le vicende di Andrea Fanti, giovane e capace primario di medicina interna che, dopo essere stato colpito da un proiettile, dimentica gli ultimi dodici anni della sua vita e con essi molti dei dolori che aveva vissuto e che lo avevano reso freddo e distaccato verso pazienti e colleghi. Ora l'unica alternativa per Andrea è continuare la sua professione ripartendo dal basso insieme a chi ha vent'anni meno di lui e che, come primario, ha maltrattato senza pietà. Abbiamo assistito alla conferenza di presentazione di questi nuovi episodi dove Luca Argentero, Matilde Gioli e il resto del cast hanno espresso la loro gioia per essere potuti tornare sul set, strappando un briciolo di (quasi) normalità alla vita post lockdown.

Tornare sul set dopo una lunga pausa

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Doc - Nelle tue mani: una scena della serie Rai

È proprio Luca Argentero, interprete del protagonista della serie, a rompere il ghiaccio e a raccontare le sensazioni provate al ritorno sul set dopo i mesi di Lockdown: "È stato bellissimo tornare sul set, è stato, come per molti, tornare un po' alla normalità, anche se a una normalità un po' strana." Infatti terminare le riprese rispettando le nuove normative non deve essere stato semplice, non solo per gli attori ma per tutte le numerose persone che rendono possibile che una serie arrivi poi su schermo. Matilde Gioli, infatti, ha raccontato a questo proposito: "Sono state apportate piccole modifiche alla sceneggiatura per essere in linea con il protocollo Covid e ad esempio sono state evitate delle scene di contatto. Il lavoro più difficile, comunque, è stato quello della troupe che ha dovuto lavorare per tanto tempo con le mascherine e mangiare da soli in una stanza nelle pause. Non è stato semplice."

Uno sguardo ai personaggi

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Doc - Nelle tue mani: un'immagine della serie Rai

Già nella prima parte di stagione avevamo avuto modo di affezionarci a molti dei personaggi di DOC - Nelle tua mani e quindi è stato chiesto agli interpreti di parlare di loro, di cosa li abbia ispirati nel caratterizzarli e delle peculiarità del ruolo interpretato. Luca Argentero, parlando di Andrea, ha confessato di aver attinto a piene mani dalla realtà senza ispirarsi ad alcun personaggio televisivo noto: "Non c'è stata nessuna particolare ispirazione se non dai racconti di Pierdante stesso; lavorare su una sceneggiatura tratta da una storia vera è stato un lusso. Posso dire che questa sia una mia interpretazione originale di questo personaggio." Matilde Gioli nel parlare del suo personaggio ha invece sottolineato come sia molto diversa da lei: "Giulia è una dottoressa molto seria e devota al suo lavoro, ha sposato un modo di fare medicina che prevede poca umanità ed empatia, ma avrà una profonda evoluzione nella storia di DOC. Non ci somigliamo, io sono fortemente empatica, a volte quasi invadente, ed è stato interessante interpretare qualcuno così diverso da me."

Giovanni Scifoni Doc
Doc - Nelle tue mani: Giovanni Scifoni in una scena

Anche Giovanni Scifoni, interprete del neurochirurgo infantile Enrico Sandri, molto amico del protagonista, ci ha raccontato qualcosa del suo personaggio: "È sempre molto bello interpretare l'amico, è come il personaggio biblico di Simone di Cirene che porta la croce, è molto commovente. Il mio amico ha una croce molto grande e portarla insieme a lui è bello, perché è questo che un amico deve fare. Enrico come lavoro fa il neuropsichiatra infantile e lavorare con i bambini è come lavorare con il protagonista: approcciano alla vita senza sovrastrutture e interagendo senza maschere." Ha poi aggiunto: "Io simile a Enrico? Penso di essere un po' più egoista ed egocentrico, ma magari avere un amico come lui!"

Cosa ci riserva il futuro

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Doc - Nelle tue mani: Luca Argentero inuna scena della serie Rai

Che in questa seconda parte della prima prima stagione molti nodi della trama verranno sciolti ce lo conferma lo stesso Luca Argentero, che senza sbilanciarsi troppo afferma: "Grosse anticipazioni non possiamo darle. Nella prima parte della prima stagione ci sono molte domande lasciate aperte e nella seconda parte di stagione alcune cose troveranno finalmente risposte e una loro soluzione:" Lo sceneggiatore Francesco Arlanch, invece, stimolato dalle diverse domande su un eventuale seconda stagione che potrebbe raccontare anche l'emergenza sanitaria che stiamo vivendo, risponde confermando questo aspetto: "Siamo a lavoro sulla seconda stagione ed essendo la serie ambientata nella contemporaneità lo confermo: il Covid farà parte della seconda stagione, non raccontarlo sarebbe stato un segno di scarsa responsabilità. Parlare di Covid-19 è importante anche per rendere onore a chi ha lavorato in questa emergenza globale."

Pierdante Piccioni, colui che ha ispirato la serie

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Doc - Nelle tue mani: una scena della serie

Ad intervenire a conferenza quasi terminata è stato proprio lui, Pierdante Piccioni, il medico che ha subito nella vita reale un incidente con complicanze simili a quelle del protagonista di DOC - Nelle tue mani e il cui percorso di guarigione e riappropriazione della propria vita hanno ispirato sia il libro Meno dodici, edito da Mondadori, che il personaggio di Andrea Fanti. Piccioni nel parlare di sé e di come sia cambiato il suo rapporto con i pazienti ha raccontato: "Prima ero molto più tecnico e meno ascoltatore ma l'esperienza vissuta come paziente ha cambiato completamente il mio approccio. Come medic,o la prima cosa che ti viene insegnata è l'anamnesi, quindi l'ascolto, e per farlo bisogna stare zitti perché chi hai davanti ti racconta almeno la metà del lavoro che tu fai da tecnico. Ascoltare quello che dice il paziente ti aiuta in quella che è l'essenza del tuo lavoro, ovvero arrivare ad una diagnosi."

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