Dilili a Parigi, la recensione: L’animazione di Ocelot in sostegno della donna e contro il razzismo

La recensione di Dilili a Parigi, il toccante film animato di Michel Ocelot che racconta le indagini e gli incontri della protagonista per le vie della capitale francese di inizio '900.

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Dilili a Parigi: Dilili in una scena del film

Da appassionati di animazione quali siamo, scriviamo questa recensione di Dilili a Parigi con gioia e orgoglio, perché il suo autore Michel Ocelot è uno di quelli che nel campo ha sempre detto la sua con puntuale ed accorta vena artistica. Suoi, infatti, piccoli gioielli come i due film sul bambino prodigio Kirikù così come Azur e Asmar, pellicole dallo stile delicato, toccanti e profonde nel messaggio, che ci hanno portati a contatto con ambientazioni inusuali (per l'animazione con cui entriamo in contatto abitualmente) ed esotiche.

Ma dopo averci condotti in Africa e in Medio Oriente, Ocelot torna a casa con Dilili a Parigi, ambientato nella sua città nel periodo storico della Belle Époque, mettendo nel nuovo lavoro altrettanta cura ed emozione, veicolando anche in questo caso un messaggio importante e attuale, ma senza rinunciare alla cura visiva e in una sperimentazione tecnica che approfondiremo a seguire. Quello di Michel Ocelot è un film che merita attenzione, che siate appassionati del mondo dell'animazione o del cinema in generale, per godersi un approccio al mezzo espressivo diverso da quello al quale le produzioni dei grandi studi ci hanno abituato.

Il mistero al centro della trama di Dilili a Parigi

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Dilili a Parigi: un'immagine del film

La trama di Dilili a Parigi ci conduce a spasso per le strade della capitale francese agli inizi del 1900, per indagare insieme alla piccola canaca protagonista Dilili su una serie di misteriosi rapimenti di bambine e per scoprire dove si nascondono i Maschi Maestri, che sembrano responsabili di questi crimini con l'intento di ostacolare l'emancipazione femminile che si diffonde sempre più. Al fianco della ragazza, il giovane fattorino Orel con il suo buffo e poetico mezzo di trasporto, che le apre le porte di Parigi, facendole conoscere personalità che vivono e colorano la città, personaggi illustri da Picasso a Monet, Proust e Eiffel, bizzarri e sopra le righe, che danno vita al contesto in cui la storia e il suo forte messaggio si dipana con grazia.

Parigi protagonista

Se è vero che il cuore della storia è la piccola Dilili, che il suo stesso essere mulatta (e quindi guardata con diffidenza sia dai bianchi che dalle persone di colore) aggiunge ulteriore valenza al significato della storia e del suo messaggio, altrettanta importanza ha la città di Parigi che fa da sfondo alle sua indagini itineranti: la stessa scelta tecnica usata per la messa in scena di Dilili a Parigi lo dimostra, con le animazioni dei personaggi e della vita cittadina sovrapposta a fotografie della città. I fondali non sono infatti disegnati, ma fotografie reali, perché "Parigi è una città magnifica così com'è. Non c'è bisogno di ricrearla, basta fotografarla." Una verità che risuona ancora più forte oggi, a pochi giorni dal drammatico incendio che ha segnato uno dei suoi simboli, Notre Dame.

Al servizio del messaggio

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Dilili a Parigi: una scena del film

Ma tutta questa bellezza, amplificata, resa viva e sostenuta dalla già nota vena artistica di Michel Ocelot e dei suoi allegri e calorosi disegni, si mette al servizio dei messaggi che si vuole veicolare e dei temi, importanti e attuali. Si parla infatti della figura della donna e la sua emancipazione, inserendosi nel tema che ha segnato tutto l'ultimo periodo del dibattito internazionale, ma si affronta con decisione e puntualità anche il tema del razzismo e dell'uguaglianza. Quella che racconta Ocelot con grazia e cura è la fascinazione per l'altro piuttosto che la diffidenza, un messaggio di accettazione e uguaglianza che nell'Europa e nel mondo contemporanei sono di fondamentale importanza.

Conclusioni

Per concludere e sintetizzare la nostra recensione di Dilili a Parigi non possiamo che sottolineare l’importanza del film di Michel Ocelot nel veicolare importanti messaggi, che vanno dall’emancipazione della donna al sostegno dell’uguaglianza, contro il razzismo e la diffidenza per l’altro. Un film che si fa notare anche dal punto di vista artistico, con i fantastici, allegri e calorosi disegni dell’autore che danno vita alle fotografie di Parigi che fungono da splendidi fondali per la storia.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • La forza dei messaggi, importanti quanto attuali e sentiti.
  • Lo splendido campionario di personaggi che danno vita alla Parigi di Ocelot.
  • L’adorabile protagonista Dilili e il messaggio di uguaglianza che veicola.

Cosa non va

  • Inadatto a chi è abituato a un tipo di animazione più convenzionale.