Recensione Die in One Day: intrappolati nel gioco perverso di D’Antona

La recensione di Die in One Day, il nuovo horror di Eros D'Antona in sala dal 9 Agosto.

Die in One Day - Improvvisa o muori: Kateryna Korchynska in una scena del film
Die in One Day - Improvvisa o muori: Kateryna Korchynska in una scena del film

L'Italia ha una tradizione di film di genere forte e ricca, che affonda nel radici nel passato ma si è un po' persa in tempi recenti. Una tradizione che però non viene ignorata da chi fa cinema nel nostro paese, in particolare dalle nuove leve che in modi diversi hanno iniziato a reintrodurla negli ultimi anni. È soprattutto interessante come la scena indipendente vi ci sia rivolta con attenzione e passione, riportando l'horror italiano in sala. Ultimo esempio ne è Die in One Day - Improvvisa o muori.

Si tratta del nuovo lungometraggio di Eros D'Antona, terzo dopo Insane e Haunted ma primo ad arrivare nelle sale italiane, in attesa della distribuzione in homevideo per CG Entertainmente in autunno. Caso vuole che la sua distribuzione arrivi a una settimana da quella del nuovo progetto del fratello Roberto, che già aveva portato un altro horror indipendente in sala lo scorso aprile, The Wicked Gift. Un caso ma anche la dimostrazione di quanto stiamo affermando in apertura riguardo l'attenzione per un certo cinema di genere, che accogliamo con piacere.

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Richard, ti presento Sasha

Die in One Day - Improvvisa o muori: Kateryna Korchynska, il regista Eros D'Antona e David White sul set del film
Die in One Day - Improvvisa o muori: Kateryna Korchynska, il regista Eros D'Antona e David White sul set del film

Protagonisti di Die in One Day - Improvvisa o muori sono Richard e Sasha. Il primo è un uomo disposto a tutto per riprendersi la figlia, l'unica cosa positiva che gli resta di un matrimonio andati in frantumi. Di ritorno nel paese in cui la sua ex vivacchia con la figlia Mindy, Richard incontra una ragazza, Sasha, che sogna di fare l'attrice e per questo parteciperà a un esperimento teatrale: 24 ore di pura improvvisazione con un premio in palio per la miglior performance. Per la ragazza è una grande opportunità, perché il gioco non è aperto a tutti e entrare nel giro non è semplice, ma riesce a convincere Richard a unirsi a lei e tentare la sorte per ottenere una svolta nella sua esistenza.

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Il gioco di Eros

Die in One Day - Improvvisa o muori: il regista Eros D'Antona sul set del film
Die in One Day - Improvvisa o muori: il regista Eros D'Antona sul set del film

Eros D'Antona va dritto al punto: l'incipit non ci lascia dubbi riguardo la natura cruda e violenta di ciò che vedremo e dopo una breve parentesi per farci conoscere i personaggi, il macabro gioco ha inizio. Oscillando tra horror e thriller, con spruzzate di survival e ammiccamenti a serie come Saw - L'enigmista, D'Antona segue i suoi personaggi, David White e Kateryna Korchynska su tutti, nella claustrofobica ambientazione in cui il gioco teatrale si svolge con ritmo serrato e si nota, e apprezza, il tentativo e la volontà di mettere in piedi un meccanismo narrativo che strizza l'occhio a franchise internazionali. Nel far ciò, l'autore pugliese rinuncia a inutili fronzoli per costruire una narrazione essenziale, che ha come conseguenza la minor attenzione all'approfondimento dei personaggi.

Lo stile di Eros D'Antona

Die in One Day - Improvvisa o muori: una scena del film
Die in One Day - Improvvisa o muori: una scena del film

Una scelta, più che un vero difetto, laddove la vera pecca del film risiede nel doppiaggio italiano (il film è stato girato in inglese e ha anche una distribuzione internazionale), non sempre all'altezza di tanti altri aspetti del lavoro svolto. C'è, infatti, cura visiva e formale in Die in One Day, nella costruzione dell'inquadratura così come delle sequenze e della tensione, ed è evidente la conoscenza del genere da parte di Eros D'Antona: ci si possono ritrovare accenni a un certo Dario Argento, così come a Bava, ma non si tratta né di imitazione né di puro omaggio, piuttosto del tentativo di sfruttarne i cliché per ottenere qualcosa di nuovo. Uno sforzo riuscito almeno in parte, e compatibilmente con mezzi da indipendente non certo all'altezza di altre produzioni internazionali che siamo abituati a guardare, che ci lascia con la curiosità di guardare altri suoi futuri lavori.

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Movieplayer.it

3.0/5