Stessa giacca scura, ma camicia bianco-istituzionale per Ridley Scott e nero-casual per Leonardo DiCaprio, a Roma nella splendida cornice di Trinità dei Monti per presentare Body of Lies - Nessuna verità, il nuovo film del regista dell'ormai cult Blade Runner.
Evento che, casualmente, capita proprio il day after delle elezioni negli Stati Uniti, che hanno visto trionfare Barak Obama, candidato democratico sostenuto da praticamente tutta la Hollywood che conta. Ma c'è un film di cui parlare, per cui si comincia subito con un commento sul post elezioni, per lasciare poi spazio alla riflessione su quella che, come vedremo, è una pellicola che ha comunque molto a che fare con la politica.
Qual'è dunque il vostro parere sulle elezioni che si sono appena tenute?
Leonardo DiCaprio: Sono un pò stanco, come magari avete avuto modo di notare dalla faccia, perchè sono rimasto sveglio tutta la notte per seguire i risultati. Che dire, sono molto emozionato per questo nuovo Presidente, non posso che essere orgoglioso del mio paese e della sua scelta coraggiosa. Tutto il mondo stava aspettando questa transizione, ed è avvenuta in una giornata meravigliosa. Penso proprio che avremo un grande Presidente! Terrò molta attenzione alla sua politica ambientale, così come osservai quel che proponevano Gore e Kerry. I democratici fanno un'ottima politica in questo senso, mentre i repubblicani sono disastrosi, roba da 0 in pagella. Spero dunque che verranno portati avanti grandi cambiamenti.
Ridley Scott: Beh, io non essendo americano non sono stato fra i partecipanti a questa elezione, ma ho lavorato molto in America, e continuo a lavorarci, ed ovviamente ero interessato a cosa sarebbe successo, perchè avrà una grandissima ripercussione su tutto il mondo. Alle 6 di questa mattina ho acceso la tv e ho visto il risultato. Per entrambi i candidati è stata una grande prova fisica, stancante, oltre che di intelligenza e intuizione. Da questo punto di vista rivolgo un pensiero a McCain che ha affrontato una fatica enorme nonostante l'età. Obama lo considero un politico molto lucido, farà bene.
Un politico italiano, Maurizio Gasparri, ha dichiarato che con la vittoria di Obama Al-Qaeda sarà contenta. Lei che nel film i terroristi li combatte che ne pensa?
Leonardo DiCaprio: Non mi sento qualificato per rispondere a questa domanda, sono un attore e ho fatto ricerche per interpretare un agente in Iraq, tutto qui, ma nulla di più. Non sono proprio in grado di rispondere.
Il sottotitolo della versione italiana recita "Non fidarti di nessuno". Lei nella vita si fida?
Leonardo DiCaprio: Penso che mi debba fidare per funzionare come essere umano. Poi ovvio che ho il mio certo grado di scetticismo nelle cose, ma anche questo mi sembra proprio di ogni uomo. Il mio è un personaggio che ama il proprio paese, che vuole mettere fine alla guerra. E' un operativo legato ad un contesto morale, che vuole stabilire rapporti duraturi con coloro che incontra sul campo, volendo offrire soluzioni, un'ipotesi di libertà, ma venendo minato continuamente da un lavoro che gli richiede il risultato immediato, che quasi gli impone di non fidarsi del prossimo. E' uno che cerca una risoluzione a lungo termine delle problematiche che incontra, ma i suoi sforzi vengono frustati.
Nello stesso periodo escono due film simili, di spionaggio. Ma mentre Quantum of Solace racconta di una spia per come la immaginiamo nella finzione, da romanzo, in Nessuna verità il taglio che viene dato sembra molto più realistico...
Ridley Scott: A me ha sempre affascinanto il tema di chi vuole fare la spia, del perchè dovrebbe attrarre un lavoro del genere, e di chi sia il vero 007. Sono attratto dalla realtà, per cui mi è molto piaciuto il libro da cui è tratto il film, di un inviato del Washington Post che sa di quello che parla, perchè sta in medioriente, parla in arabo, e fin da subito ti accorgi che ha conosciuto tutti i tipi di persone che racconta, e sa tantissime cose, tante verità.
Leonardo DiCaprio: Nel nostro film il livello di tensione è molto alto, perchè quelle raffigurate sono delle persone che si infiltrano in un contesto molto pericoloso, come quelle raccontate realisticamente dal libro. L'autore ha offerto un ritratto realistico ed esauriente delle spie che agiscono in quelle zone, che in qualche modo arrivano ad amare quel posto, imparano le lingue, cercano di integrarsi.In che rapporti è rimasto con Giancarlo Giannini, che qualche tempo fa recitò in un suo film?
Ridley Scott: Ancora non ho incontrato Giannini, ma ho un grande ricordo di lui a Firenze, quando giravamo Hannibal, e lui finisce con le viscere di fuori! Abbiamo ripreso quella scena dalla storia della famiglia Pazzi, nella quale si racconta che un membro uccise un Medici e fu punito proprio appendendolo per i piedi ad un terrazzo della città dopo averlo eviscerato.
Sempre per rimanere in tema di attori, com'è stato lavorare con un collega come Russell Crowe?
Leonardo DiCaprio: Io avevo lavorato con Crowe in Pronti a morire, quando avevo solo 18 anni. Eravamo due giovani attori ma avevamo stabilito già allora una buona amicizia, e abbiamo condiviso molto sul set. Ci siamo ritrovati oggi e lui non è cambiato, mette sempre lo stesso tipo di impegno in quel che fa, cosa che lo rende uno dei migliori attori sulla piazza.
Ridley Scott: C'è un certo parallelismo tra il dirigente della Cia che interpreta Russell, che controlla a distanza le cose che accadono attraverso tecnologie, che esistono veramente, e un regista come me che lavora da tanto tempo e sta dietro la macchina da presa. Ma il dirigente può fare tutto il suo lavoro da dietro la scrivania, io invece no: quando faccio un film perdo peso, dimagrisco non dormo, faccio una grande fatica fisica, al contrario Russel è dovuto ingrassare di 30 kili per interpretare il suo personaggio!
Che ne pensa del fatto che le star di oggi, contrariamente a quel che succedeva, per esempio, negli anni '70, difficilmente diventano icone?
Leonardo DiCaprio: Non è facile rispondere a questa domanda, posso solo parlare della mia esperienza. Sono stato fortunato di poter indirizzare la mia carriera dove volevo. Dopo Titanic, ho avuto la possibilità di partecipare a film miei, che mi sceglievo e magari producevo, così che sono potuto diventare l'attore che volevo diventare. Non so però come sono percepito dal pubblico e dai fan, questa è una cosa molto complicata che non saprei bene inquadrare.
Il cinema di spionaggio è generalmente un cinema politico. Non si corre qualche rischio di anacronismo alla prova del tempo?
Leonardo DiCaprio: Penso che sia molto interessante come questione, per un film che risulterà un pò difficile per il pubblico americano, visto che forse ci vuole un pò di tempo per riflettere su un evento storico che sta ancora svolgendosi. Ci vuole una grande concentrazione, perchè le cose accadono mentre tu giri il film, il quale ha inoltre numerosi sottotesti politici palesi. La cosa importante è interpretare tutto realisticamente, i lati buoni come quelli cattivi di tutti: il pubblico potrà così fermarsi a riflettere su queste cose. Non porta da nessuna parte cercare di far convincere il pubblico sulle idee che deve pensare, confezionargli un film già bello e pronto.
Ridley Scott: Ho fatto già quattro film in medio oriente; una volta in Giordania incontrai il Ministro della cultura, un uomo molto elegante, che mi disse "devo chiederle: perchè fate sempre fare i cattivi agli arabi?". Quando ha visto che mi sono raggelato, si è scusato: "stavo scherzando!". Vi racconto questo perchè il personaggio di Russel, anche se non è centrale, fa l'errore tipico che commettiamo noi occidentali, quello di considerarci più bravi e più furbi di loro. Leonardo, che è invece il personaggio centrale, conosce e rispetta la loro cultura e le loro tradizioni. Come facciamo se ci sono governi che non apprezzano e rispettano quei popoli a intavolare un negoziato? Sono le figure come quella a cui dà vita DiCaprio i veri mediatori più adatti.
A proposito di essere adatti nel fare qualcosa, ha mai pensato di diventare regista?
Leonardo DiCaprio: Ho fatto un lungometraggio, The 11th Hour, nel quale ho raccolto alcuni esperti di clima e li ho fatti parlare dei problemi ambientali, curandone sceneggiatura, produzione e montaggio, ma non l'ho diretto. Sto producendo uno show negli Usa incentrato sulla costruzione di una città verde, ma non ho in programma di fare il regista, anche perchè stanno uscendo due film ai quali ho lavorato, uno con Sam Mendes e uno con Martin Scorsese.Quella di prendere parte, ultimamente, a film di argomento sociale o politico è una scelta o è frutto di una serie di coincidenze?
Leonardo DiCaprio: Credo sia importante avere una buona sceneggiatura alle spalle, poi se è sulla politica e sull'attualità tanto meglio. Ti senti rinvigorito quando fai un film su un tema attuale, come è stato per Blood Diamond - Diamanti di sangue, ma è molto difficile farli, a cominciare dal reperire finanziamenti dagli studios. Di solito non vado alla ricerca di un particolare film su un particolare tema, se parti da questa idea e le cose vanno storte vieni preso a torte in faccia.
Secondo lei che valore ha il cinema nel mondo della comunicazione di oggi?
Ridley Scott: Non si può prevedere quello che accade prima nel mondo, per cui non si possono fare film su argomenti attuali in modo consapevole, per quello ci sono gli altri strumenti di comunicazione. Il cinema quando è ben fatto è la miglior forma interattiva che può esistere. Io credo che il cinema dovrebbe proprio fare la differenza, sintesi tra riflessione e intrattenimento, e in questo momento non lo sta facendo, non sta evolvendo, migliorando come dovrebbe. Speriamo così che il nuovo mondo della comunicazione produca qualcosa di buono, anche se per ora sta bloccando il flusso creativo attraverso un bombardamento di immagini pre-confezionate, i bambini non leggono più i libri, non li si stimola a creare qualcosa di nuovo.