Diabolik chi sei? è il nuovo lungometraggio scritto e diretto dai Manetti Bros. (Ammore e malavita, Song'e Napule) che dovrebbe chiudere la loro personale saga dedicata ad uno dei personaggi fumettistici italiani più affascinanti e longevi. Un'operazione cinematografica che, al di là di pregi e difetti, ha rappresentato un'inversione di tendenza mastodontica nella nostra industria filmica costruendo e codificando un cinecomic all'italiana senza però scendere a compromessi con il materiale originale.
Il risultato, purtroppo, non è piaciuto a tutti e chi si aspettava, in modo classicamente americano, diversi seguiti del primo film, si è trovato di fronte un'interpretazione antologica della storia del Re del Terrore, un approccio sui generis che per certi versi ha lavorato di più sul background del protagonista che su Diabolik stesso, almeno fino al secondo capitolo, Diabolik - Ginko all'attacco!. Proprio Diabolik chi sei?, infatti, rappresenta un cambio di paradigma, incentrando l'intero progetto sulle origini del noto killer e ladro professionista. Andiamo quindi a scoprire cosa ci dobbiamo aspettare dal lungometraggio, che sarà presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2023.
Una trasposizione fedele del fumetto di riferimento
Partiamo con il dire che Marco e Antonio Manetti hanno da subito messo in chiaro che, da parte loro, c'è sempre stata una fedeltà maniacale al fumetto delle sorelle Giussani (come tra l'altro ribadito anche durante la nostra chiacchierata alla Festa del Cinema di Roma 2021). Ciò chiaramente non significa per forza che ogni film abbia riproposto esattamente, in una scala perfetta, ogni didascalia e scena dell'opera originale, ma che comunque ci sia stata molta attenzione a riportare alla luce lo spirito più autentico di Diabolik, dai dialoghi alla costruzione dei personaggi, dall'estetica generale all'intreccio narrativo. Ecco che quindi, considerando il lavoro filologico accurato dei primi due capitoli, è evidente che anche in Diabolik - Chi sei? ci sarà lo stesso modus operandi, anche perché il titolo lascia pochi dubbi: il lungometraggio, infatti, ha la medesima trama dell'albo omonimo del fumetto, il numero 107, così come le prime due pellicole riprendevano le orme rispettivamente del terzo e sedicesimo albo della serie.
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Finalmente Diabolik!
Come già vi avevamo anticipato, questa trilogia dedicata al Re del Terrore è un lavoro controcorrente rispetto al classico schema cinematografico hollywoodiano e, per quanto Diabolik sia presente nel primo e nel secondo lungometraggio, è quasi una figura di contorno, dando lo spazio necessario prima ad Eva Kant (una Miriam Leone perfetta per il ruolo) e poi alla nemesi del protagonista, l'Ispettore Ginko (un Valerio Mastandrea insolito, ma efficace). Finalmente, con la terza pellicola, l'analisi di Diabolik prende tutta la scena: proprio l'assassino e Ginko vengono catturati da alcuni malviventi e mentre sono in prigionia, il ladro dal volto mascherato racconta al suo avversario tutta la sua storia, dalle sue origini fino alla nascita del suo misterioso nome di battaglia. Partendo quindi dalle retrovie, i vari lungometraggi hanno posto le basi per questo momento in cui, probabilmente, tutti gli indizi seminati nel corso della saga troveranno una propria risoluzione, con un quadro infine completo dal punto di vista narrativo e contenutistico.
La chiusura di un ciclo...
Non è da sottovalutare proprio questo aspetto, che Diabolik chi sei? non va visto solamente come il solito film stand alone in chiave antologica sul personaggio, ma anche come l'ultimo anello mancante di un franchise che non era perfettamente compiuto. Ciò non solo fa capire quanto realmente sia importante (e al tempo stesso rischiosa) questa pellicola, ma anche che un giudizio critico fino a questo momento era sì possibile farlo, ma con la consapevolezza di analizzare solo frammenti di un mosaico che finalmente trova il suo incastro finale. Ecco che quindi, alla luce di questo, è probabile che il lungometraggio sarà strutturato in maniera tale da garantire una doppia visione al pubblico: sia per quelli che sono consapevoli della trilogia che per gli spettatori più occasionali che invece partiranno proprio da questa "fine". Una mossa strategica intelligente se si pensa che, a livello tematico e narrativo, proprio questa terza opera è di fatto quella che potrebbe fungere da perfetto trampolino di lancio della saga considerando non solo il focus immediato su Diabolik, ma anche il racconto della sua genesi.
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... e il possibile inizio di un altro
E a proposito di nuovi inizi, non è affatto sicuro che Diabolik chi sei? sarà l'addio definitivo dei Manetti Bros. a questa icona del mondo fumettistico nazionale. Per quanto più di una volta si sia fatto esplicito riferimento, per l'appunto, ad una trilogia, non è detto che Diabolik chi sei? sarà la fine di questa versione cinematografica del personaggio (che, come ricordiamo, è stato prima interpretato da Luca Marinelli e poi successivamente da Giacomo Gianniotti). Sarebbe veramente strano, infatti, arrivare a questo punto, ad una caratterizzazione finita sia del background che delle varie figure, sia secondarie che non, e poi non proseguire le avventure dell'affascinante genio del crimine che semina il terrore a Clerville. Il materiale di partenza è tra l'altro pressoché infinito quindi si deve capire se l'ambizione dei film-maker romani era costruire solo un'introduzione al personaggio e al suo universo o se invece era tutto un test preparatorio per poi addentrarsi più a fondo nella mitologia di Diabolik (magari con una serie televisiva, chissà).
Un'accoglienza diversa da parte della critica e del pubblico
Infine, dopo tutta questa analisi su Diabolik chi sei?, viene spontaneo chiedersi se effettivamente questo film sarà percepito in maniera maggiormente positiva dalla critica e dal pubblico. Il primo lungometraggio, infatti, per quanto ha avuto degli incassi piuttosto incoraggianti, è stato parzialmente stroncato dai giornalisti, mentre il sequel, Diabolik - Ginko all'attacco!, ha guadagnato cifre più modeste con una critica non unanime sul risultato finale, specialmente dopo il cambio in corso d'opera dell'attore protagonista. Per tutti i motivi che vi abbiamo elencato qui sopra, il terzo capitolo, invece, potrebbe ricevere un'accoglienza più calda da parte degli spettatori e dei giornalisti sia perché chiuderebbe un ciclo dando un senso più compiuto all'intera saga, sia perché, per come è stato concepito, è più leggibile e mainstream rispetto agli altri capitoli. Permane però un dubbio enorme: riusciranno Marco Manetti e Antonio Manetti a rendere il cinecomic appetibile per i neofiti e parallelamente agli spettatori che conoscono a menadito questo franchise cinematografico?