Nord Italia, Bassano del Grappa. Stanno per finire gli anni '50, il Bel Paese è davvero bello, fatto di cose semplici e aria pulita: ci sono le Fiat 500 che scorrazzano sui colli, i tailleur color pastello pronti per essere sfoggiati al sabato pomeriggio, quando tutto il paese si ritrova in piazza. Ci sono anche le piccole imprese di famiglia, portate avanti con passione e amore. Ma, parallelamente, una certa Italia (incredibilmente sopravvissuta fino ad oggi), magari proprio quella di provincia, è ancora fondata sul patriarcato, sul maschilismo accettato a testa china, sul perbenismo obbligatorio e falso. La storia in questione vede protagonisti i Franza, in cui il pater familias Giovanni (Alessio Boni), senza cuore e retrogrado, ignora sua moglie (Stefania Rocca), nonché le sue due figlie grandi (Cristiana Capotondi, Matilde Gioli) e pure quella più piccola, per dedicarsi completamente al suo unico figlio maschio (l'erede!), oltre che ai suoi affari, in quanto è proprietario di una distilleria che produce un'ottima grappa, ideata però dal suo socio di lavoro...
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Un'epopea targata RAI
Presentata al RomaFictionFest 2016, Di padre in figlia andrà in onda questo mese e sarà suddivisa in quattro episodi della durata di novanta minuti. La serie, ideata da Cristina Comencini, diretta da Riccardo Milani e scritta da Giulia Calenda, Francesca Marciano e Valia Santella, racconta, nello stile più classico delle fiction targate Rai, uno spaccato d'Italia che parte dal 1958 arrivando, in fine, negli anni '80, attraversando così il periodo del boom economico, dalle proteste studentesche e operaie - simboliche le immagini di repertorio sulle note di De André e la sua Canzone di Maggio -, fino alla realtà della provincia italiana, ma passando anche per la cultura musicale (non mancano, nella colonna sonora, brani di Albano o Patty Pravo) e le mode, le usanze, gli ''obblighi'' di quel periodo. Tutto ciò, dipinto sul piccolo schermo con il giusto linguaggio televisivo, a portata di telecomando, per chi cerca sulle reti statali il tranquillo porto dove finire la sua girandola di zapping.
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Un tocco rosa
Di Padre in figlia, mantenedo in risalto la cornice che la vuole narratrice onniscente di quegli anni, tocca il valore della donna rispetto alla società, con la correlata ricerca di indipendenza. Infatti, oltre che essere un'epopea famigliare che descrive il nostro amato-odiato passato, la fiction diretta da Milani fa proprio della donna il fulcro delle sue puntate, in quanto le protagoniste femminili, interpretate da Stefania Rocca, Cristiana Capotondi, Matilde Gioli e un'ottima Francesca Cavallin, ognuna di loro con la propria personalità, in conflitto o in amore con il resto del cast maschile, che va da Alessandro Roja ad Alessio Boni e Domenico Diele, sono il simbolo di una battaglia per un'emancipazione tout court che, assurdamente, continua tutt'ora.