I reboot/revival oramai, in tv come al cinema, finiscono spesso per essere dei sequel perché è proprio quel gancio tra passato e futuro che fa da appiglio per gli spettatori vecchi e nuovi. Ci sono i revival che vanno a intaccare un finale perfettamente costruito che aveva dato un epilogo soddisfacente a tutti i personaggi, rischiando di rovinare quanto di buono fatto in precedenza. E poi ci sono quei rari casi, come vedremo in questa recensione del primo episodio di Dexter: New Blood, in cui la di fatto nona stagione della serie cult di Showtime tenta invece di rimediare agli errori fatti nell'ultima (ultime?) stagione dello show e soprattutto nell'immeritevole series finale. In Dexter: New Blood, dal 10 novembre su Sky Atlantic e NOW con un episodio a settimana, già dal titolo comprendiamo che si promette nuovo sangue versato al pubblico. Non preoccupatevi però: noi non verseremo grossi spoiler in questo articolo.
Passeggero oscuro
Siamo guidati dal passeggero oscuro, come lo chiamava il protagonista Dexter Morgan, il serial killer dei serial killer interpretato da Michael C. Hall, mentre scriviamo questa recensione del primo episodio di Dexter: New Blood. Questo perché questo episodio è una grande attesa di ciò che sembra stia per accadere, e non si sa se accadrà davvero, se Dexter soccomberà nuovamente al suo "passeggero oscuro" che gli sussurrava di uccidere solo le persone che se lo meritavano o meno. Un climax narrativo lungo un'ora in cui Dexter, ora Jim Lindsay, creduto morto da tutti da dieci anni, vive una vita tranquilla in un paesino sperduto nel nord degli States, tra le neve e la routine delle sue giornate, routine che teoricamente lo aiuta a non ricadere in tentazione, come gli ricorda sua sorella Debra (Jennifer Carpenter). O meglio lo spirito di sua sorella, che lui aveva ucciso nello scorso finale, e che prende il posto di Harry nella mente di Dexter. Ovvero colui che gli fungeva da coscienza e gli aveva dato il Codice in vita, e poi continuava a darglielo da morto.
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L'episodio serve anche a mostrarci questo pittoresco paesino in cui tutti sono gentili con Jim e tra di loro, in cui lo sceriffo locale può permettersi di assentarsi dal lavoro perché non succede mai niente di eclatante, in cui c'è una passione generale per la caccia tanto che Dexter/Jim lavora proprio in un negozio che vende armi. Un impiego quasi esorcizzante data la sua passione per il sangue. Jim sta al proprio posto, vola basso, porta le ciambelle al proprio capo come faceva quando lavorava alla polizia di Miami, pur di non attirare l'attenzione su di sé. Tra easter egg e ritorni, quindi, quale potrà essere quindi l'evento scatenante? Un certo ragazzo, di buona famiglia, poco affabile e pericoloso che sembra comportarsi male con tutti e voleva un'arma solo come giocattolo, senza rendersi conto della pericolosità e della "poesia" di ciò che ha tra le mani. Chi prevarrà, Jim oppure Dexter?
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Preda e cacciatore
Proprio le terre molto meno assolate dove conduce ora la propria tranquilla quotidianità sono la metafora del dilemma interiore di Jim/Dexter che da dieci anni tiene calmi i propri impulsi. C'è un cervo che continua a inseguire nella neve, senza che nessuno lo veda, per riprovare in segreto l'euforia della caccia, l'adrenalina della rincorsa, l'eccitazione del puntare una possibile vittima. Questa danza continua per tutto l'episodio e, parallelamente al "bullo" della cittadina, non sappiamo come andrà a finire. Complice il paesaggio montano, la regia prende lo stile di Fargo accentuando il contrasto del bianco della purezza innevata contro il rosso del sangue che potrebbe colare. Il sangue del peccato e della colpa. A riprendere le redini della scrittura è Clyde Phillips, showrunner della serie originale che sembra voler tornare sul luogo del delitto e cercare non proprio di inquinare le prove ma di dare una diversa risoluzione al caso. All'epoca Showtime spremette come spesso accadeva Dexter fino e oltre l'osso dato il successo negli ascolti della serie, ora si cerca di ricreare la stessa atmosfera - riuscendoci, complice la voce fuori campo, qualche inquadratura, acconciatura e l'uso di una fotografia che contrasta furbescamente il rosso e il nero - ma, proprio data la natura di grande prologo di questa premiere di stagione, il meglio deve ancora venire. O almeno, ce lo auguriamo, per noi come pubblico e soprattutto per il personaggio di Jim/Dexter.
Conclusioni
Concludiamo la recensione del primo episodio di Dexter: New Blood sottolineando come questa prima ora su dieci sia un grande prologo, una grande attesa per ciò che potrebbe accadere, e funziona sia in questa misura sia in quella in cui cerca di riprendere le atmosfere cupe che avevano fatto la fortuna della serie originale. Il revival/sequel ci mostra un “nuovo e migliorato” Dexter, ora Jim Lindsay, e una nuova vita fatta di routine pronta ad essere spezzata dopo dieci anni dal “bullo” di turno.
Perché ci piace
- Scrittura, regia, fotografia e voce fuori campo che bissano le atmosfere che avevano funzionato nella serie originale.
- Il personaggio di Debra utilizzato come erede di Harry nell’essere la coscienza di Dexter.
- La premiere è una grande attesa, un grande climax per ciò che verrà e non sappiamo se accadrà…
Cosa non va
- …e questo potrebbe allontanare qualche spettatore.
- Bisogna davvero sperare che questo revival riesca miracolosamente a salvare quel finale infelice.