Tim Goodman (Justice Smith) da piccolo sognava di fare l'addestratore di Pokémon. Poi, per problemi familiari, è passato al più certo campo delle assicurazioni, senza mai farsi scegliere da un pocket monster. Sì perché a Ryme City, città immaginaria che è la fusione perfetta di Tokyo, New York e Londra, tutti vivono con un mostro: al contrario di quanto succede nei giochi, creati nel 1996 da Satoshi Tajiri, sono le creature a decidere se accettare o no l'umano, con cui condividono anche parte del carattere. La scomparsa improvvisa del padre, Harry, detective, sconvolge la vita di Tim: non solo si ritrova per le mani il Pikachu del padre, ma scopre anche che sa parlare e che soltanto lui sembra riuscire a capirlo. Da questo spunto prende il via Detective Pikachu, primo film in live action dedicato ai Pokémon, nelle sale italiane dal 9 maggio.
Seguendo la trama di uno degli infiniti videogiochi dedicati ai mostri in grado di evolvere, il film di Rob Letterman può contare su Ryan Reynolds come voce originale di Pikachu, un design bellissimo (la città è l'altro protagonista silenzioso del film) e una computer grafica impressionante: i Pokémon sono così dettagliati ed espressivi da sembrare veri.
Per immergerci totalmente nel mondo di Detective Pikachu siamo volati fino a Tokyo, in Giappone, terra d'origine dei Pokémon, dove abbiamo potuto intervistare i protagonisti umani del film, ovvero Justice Smith (fantastico nel ruolo di Zeke nella serie di The Get Down) e Kathryn Newton, che ha il ruolo di Lucy, aspirante giornalista che forse ha scoperto qualcosa sulla scomparsa di Harry e si accompagna a Psyduck, Pokémon d'acqua che se si stressa troppo esplode.
La video intervista a Justice Smith e Katryn Newton su Detective Pikachu
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Psyduck e la vita con i Pokémon
Psyduck è un pessimo compagno d'avventure, ma un personaggio fantastico. "Lo amo! Abbiamo una lunga storia... scherzo!" ci ha detto Kathryn Newton, spiegando meglio: "C'è uno Psyduck in tutti noi". All'inizio del film vediamo i Pokémon nel corso della storia umana: come sarebbe la nostra vita se i Pokémon avessero sempre vissuto con noi? Newton non ha dubbi: "Migliore!". Per Smith invece: "Molto, molto fica, forse un po' pericolosa, perché hanno tutti dei poteri. Se usassero male i loro poteri... Ma i Pokémon hanno quasi tutti un buon carattere, si comportano bene. Penso che sarebbe bella, sarebbe magica".
Stanze d'infanzia e gelatine
Nel film si vede la stanza di Tim di quando era piccolo: com'era quella degli attori? Newton: "Avevo uno zaino di Pikachu il mio primo giorno di scuola: vorrei averlo ancora, ma ero molto piccola, non ce l'ho più. Nella mia stanza d'infanzia c'era una grande sedia di pelo, una grande toletta bianca, un letto grande, finestre... Mi manca la mia stanza". Smith: "La mia stanza da bambino era blu e gialla e avevo gadget di SpongeBob ovunque. Non avevo le orecchie di Pikachu sul letto come Tim, ma avevo le carte originali e tutti i giochi dei Pokémon, amavo i Pokémon. Ma la mia stanza era piena di roba di SpongeBob".
Pikachu dice: "Lo sento nelle mie gelatine". Come possiamo combattere per ciò che riteniamo giusto quando tutti sembrano dirci che ci sbagliamo? Per Smith: "È davvero una buona domanda: so che sembra sciocco, ma fidarsi di quello che dice la tua gelatina significa fidarsi del proprio cuore, dell'istinto, che credo non si sbagli mai. Se credi davvero in qualcosa, dovresti combattere per questa, dovresti restarle fedele". Per Newton invece: "Lucy, ad esempio, si sente dire di no da molte persone, quindi trova la sua strada: quando si chiude una porta ne apre un'altra. Se credi in te stesso e in ciò che insegui è sempre un bene, se lo ami davvero. Come Lucy con i Pokémon".
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L'amore è come una scatola di cioccolatini
Tim ha un problema con suo padre perché pensa che non gli abbia mai dimostrato amore: credete che si debba sempre dimostrare il nostro affetto alle persone che amiamo, altrimenti è come se non fosse reale? "Non penso si debba dimostrare il nostro amore a nessuno. Se ami, ami e basta" ci ha risposto Newton, proseguendo: "L'amore è come una scatola di cioccolatini, una scatola infinita di cioccolatini... Me l'ha detto uno dei miei amici, non sto citando Forrest Gump, ma è la stessa cosa. "La vita è una scatola di cioccolatini": anche l'amore. Bisogna continuare a dare cioccolata alla persone, una quantità infinita di cioccolatini e di amore".