La giovane Rose non si è mai del tutto ripresa dalla tragica perdita del padre e perciò non vede di buon occhio il fatto che la madre si sia trovata un nuovo compagno, il ricco Derek. Ovvio che sia tutto fuorché entusiasta quando l'uomo le invita a trascorrere qualche giorno a bordo del suo piccolo ma lussuoso yacht.

In Dangerous Waters, un titolo di per sé già minaccioso nella sua versione originale rimasta intatta anche per il nostro mercato, la ragazza fa una scoperta che cambia tutto. In una fase particolarmente concitata dove la madre era caduta in acqua rischiando di annegare, scopre che il loro ospite nasconde un fucile d'assalto in un cassone e i suoi sospetti si fanno ben presto drammaticamente veritieri. L'attacco notturno di presunti pirati scatena il panico, con Alma che viene uccisa a sangue freddo e l'imbarcazione che viene poi abbandonata e data alle fiamme. Rose, riuscita a nascondersi, cerca di salvare il relitto e si imbatte poi in Derek gravemente ferito che le chiede aiuto. L'incubo per la Nostra è tutt'altro che finito...
Dangerous Waters solo sulla carta
In un film che si svolge in mare aperto, la verosimiglianza è necessaria per rendere credibile la lotta per la sopravvivenza da parte dei protagonisti, naufraghi o meno che siano. E invece Dangerous Waters si perde in una serie di illogicità che smorzano sul nascere la potenziale tensione, trascinando i personaggi verso una resa dei conti altrettanto ridicola e improbabile.

La premessa alla base poteva suggerire interessanti ambiguità: una gita in barca con tre figure, ipoteticamente andanti a formare un nuovo nucleo familiare, che si trasforma in un survival-drama, prima a bordo del mezzo stesso, poi su un'isola deserta e infine sulla nuova e più ampia location dove si metteranno infine le cose in chiaro. Ma il tutto sfiora l'assurdo, con la giovane Rose - una ragazza comune - che nell'arco di un breve lasso di tempo si trasforma in un'implacabile macchina da guerra, senza manco un pizzico di necessaria autoironia a condire il tutto.
Facce sbagliate al posto sbagliato
La chimica, positiva o negativa che sia o debba essere, tra gli attori è un miraggio, per via di una sceneggiatura avara di emozioni che mette in bocca dialoghi inutilmente "spiegoni", salvo poi ritrattare quanto suggerito poco prima e cambiare da una scena all'altra le motivazioni dietro le varie gesta dei suddetti.

Odeya Rush, attrice e modella di origini israeliane, prova a dare grinta a Rose, ma nei risultati si ritrova a dover fare i conti con una storia che non va da nessuna parte. E che dire di Eric Dane che va a dividersi il doppio ruolo di villain - seppur con un minutaggio assai maggiore - con il compianto Ray Liotta? L'attore noto per Grey's Anatomy e che ultimamente sta combattendo la sua difficile battaglia con la SLA, diventa quasi una maschera involontariamente caricaturale, affossando ulteriormente le dinamiche narrative già compromesse.
Niente di nuovo

Il mistero che nella prima parte vorrebbe suggerire ipotetici colpi di scena a venire si annacqua con una disarmante prevedibilità, con l'isolamento su quell'atollo immerso in mezzo al nulla e le infinità dell'oceano che non riescono mai a farsi minaccia reale e tangibile. La resilienza di fondo che muove la vendetta prendente sempre più spazio da parte della protagonista è così sacrificata a un insipido altare di genere, dove ella si trova a sgominare - armi in pugno o a mani nude - un numero di avversari sempre maggiore, trasformandosi da ingenua adolescente a impavida eroina con nulla da perdere nell'arco di pochissimi minuti.
Il regista John Barr, al suo secondo lavoro dietro la macchina da presa dopo il parimente mediocre drama-thriller Blood and Money (2020) con Tom Berenger, si limita a un compitino impersonale, dove la gestione dei momenti introspettivi è da dimenticare mentre l'anima action acquista maggior crudezza, seppur schiava di risvolti già scritti in partenza.
Conclusioni
A naufragare non sono tanti i protagonisti, bensì il film stesso, che naviga a vista nelle onde di una sceneggiatura con il mal di mare. Una ragazza che si ritrova prima a perdere la madre, uccisa da spietati pirati dalle motivazioni assai oscure, e poi a scoprire di più sull'ambiguo e mancato futuro patrigno subisce un'evoluzione fin troppo rocambolesca, atta a giustificare l'anima da action-revenge movie che cavalca galoppante nella seconda metà. Ma Dangerous Waters non trova il proprio equilibrio, prendendosi troppo sul serio in una sceneggiatura che fa, paradossalmente, acqua da tutte le parti.
Perché ci piace
- Ray Liotta in una delle sue ultime interpretazioni.
- Il finale regala qualche discreta scena action...
Cosa non va
- ...poco coerente con le premesse del film e il background dei personaggi.
- Una storia che vive su inverosimiglianze e rivelazioni improbabili.
- Eric Dane poco centrato in un ruolo forzatamente ambiguo.